Giorgia Meloni su una corda tesa tra Washington e Bruxelles

La controversia sul Manifesto di Ventotene è riecheggiata anche nella Confederazione. Questa settimana nella nostra rassegna stampa sui temi italiani che hanno interessato i media elvetici parliamo anche di un sogno trasformato in un incubo, dell’ultimo libro di Saviano e del fenomeno delle “nonne influencer”.
Le polemiche sul Manifesto di Ventotene rimbalzano anche in Svizzera
“Questa non è la mia Europa”: la frase pronunciata alla Camera da Giorgia Meloni in riferimento al Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 dagli intellettuali al confino Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, ha trovato eco anche sulla stampa elvetica. La polemica – rileva il portale journal21.chCollegamento esterno, che ritraccia la storia di questo documento e dei suoi autori – è arrivata fino a Bruxelles. “La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha difeso il manifesto, affermando che ‘è un pezzo di storia, sono le prime tracce di Europa federalista’, mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato una volta che rappresenta un punto di svolta nell’integrazione europea”.
Il Tages-AnzeigerCollegamento esterno sottolinea da parte sua che è “sorprendente” il fatto che la presidente del Consiglio abbia affrontato l’argomento, “poiché di solito reagisce in modo evasivo quando si tratta di questioni storiche”. Finora, prosegue il giornale, Giorgia Meloni si è dimostrata un’alleata affidabile dell’Europa. “Il fatto che ora, nello stile del suo partner di coalizione Matteo Salvini, abbia iniziato un dibattito di fondo sul tema ‘troppa Europa’, è un tono nuovo, alcuni osservatori dicono: un segno di nervosismo”.
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Per il quotidiano zurighese, la leader di Fratelli d’Italia “non riesce in ogni caso a trovare il suo equilibrio nel suo ruolo di costruttrice di ponti tra Donald Trump, con cui si sente politicamente affine, e Bruxelles, da cui l’Italia dipende anche finanziariamente”. Lo sforzo che prodiga per non rovinare il suo rapporto con il presidente statunitense, la porta a seguire “una rotta altalenante, le cui conseguenze sono ancora poco chiare”. “Meloni, prosegue il Tages-Anzeiger, “non vuole unirsi alla linea dura anti-Trump degli altri capi di Stato e di Governo europei” e ha respinto sia l’idea di inviare truppe italiane in Ucraina, sia il programma di riarmo auspicato da Ursula von der Leyen. Oltre al fatto che le finanze italiane difficilmente permetterebbero di aumentare in modo massiccio le spese per la difesa, la presidente del Consiglio, dando prova di troppa solidarietà con l’Europa, la “metterebbe a repentaglio la sua coalizione, nella quale l’amico di Putin, Matteo Salvini, sta solo aspettando l’occasione per profilarsi politicamente contro Meloni”.
Un mare che in Svizzera non è mai arrivato

“Arras Group porta il mare italiano in Svizzera”, titolava poco più di un anno fa un articolo di un portale italianoCollegamento esterno che dava voce all’amministratore delegato del gruppo immobiliare specializzato in seconde case. La società aveva da poco aperto la sua prima sede al di fuori dell’Italia, a Neuchâtel, in Svizzera appunto. Una scelta, spiegava Enrico Arras, motivata dal fatto che la Confederazione “rappresenta il 16% della nostra clientela, quindi il mercato svizzero per Arras Group è molto interessante, sia per reddito pro capite sia per la risposta che riceviamo da questo mercato”.
Per molti clienti, però, il sogno del mare italiano e di una villa sulle coste sarde, sicule o pugliesi si è trasformato in incubo. Lo scorso gennaio il BlickCollegamento esterno aveva pubblicato la testimonianza di una famiglia che aveva versato un acconto di 78’000 euro per una residenza di vacanza da costruire in Sardegna. Da contratto, la casa avrebbe dovuto essere terminata nel settembre 2023, ma i lavori non sono in realtà mai iniziati. Da circa un anno la coppia svizzera cerca di farsi restituire quanto versato, senza successo. Dopo questa prima testimonianza, diverse altre persone si sono rivolte alla redazione del giornale svizzero tedesco. Una di queste – riporta questa settimana il BlickCollegamento esterno – sta cercando di recuperare 80’000 franchi d’acconto. Malgrado le ripetute assicurazioni del gruppo italiano, non ha per ora visto un centesimo. “La società mi ha inviato degli screenshot del bonifico per dimostrarmi che il denaro era in arrivo, ma non ho mai ricevuto nulla sul mio conto bancario”, racconta.
Diverse persone hanno sporto denuncia presso la procura di Milano, dove l’Arras Group ha la sua sede. Interpellata dal Blick, la società ha confermato di voler risarcire la clientela ma non ha spiegato perché i rimborsi non sono ancora stati effettuati. Il gruppo si trova in ogni caso in una situazione finanziaria difficile. Nel 2023 ha registrato una perdita di 2,4 milioni di euro e l’anno scorso a fine novembre il conto economico presentava un deficit di 2,5 milioni. Nel settembre 2024, la Borsa di Milano ha sospeso le quotazioni della società.
L’ultimo Saviano sugli scaffali delle librerie della Svizzera tedesca

“Si legge come un giallo, ma in Italia è una realtà brutale”: la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno dedica questa settimana una recensione al nuovo libro di Roberto Saviano Noi ci apparteniamo, la cui versione in tedesco, intitolata Treue. Liebe, Begehren und Verrat – die Frauen in der Mafia, è uscita recentemente nelle librerie. All’estero, ma a volte anche in Italia, vi è la percezione che la criminalità organizzata sia esclusivamente un affare di uomini. Saviano dimostra che non è sempre così. “Di solito, scrive la NZZ, sono sotto il comando degli uomini. Sono trattate come proprietà […]. Ma non solo. Ci sono donne che sono anche loro imprenditrici. Come mafiose, alcune come capo famiglia. Hanno potere, anche sugli uomini, e lo esercitano. Saviano dimostra che sanno essere altrettanto brutali degli uomini”.
Anna Carrino, ad esempio, che da quando il marito è finito dietro le sbarre si occupa degli affari della famiglia. “I membri del clan la chiamano con rispetto ‘Commare’, la madrina. Anna sa anche cosa significa onore. Una volta suo figlio stava tornando a casa provando vergogna. Un giovane l’ha offeso. Il giorno dopo, questo giovane è stato trovato per strada, con dodici pallottole in faccia”.
L’attenzione sulle donne non crea un’immagine nuova della mafia, rileva ancora il giornale. “Ma le strutture di potere che determinano i sindacati diventano più chiaramente riconoscibili, perché dove sono coinvolte le donne, non si tratta solo di onore e prestigio in senso astratto. Ma di desiderio, delusione e tradimento. E sì, a volte anche di amore. Anche se, in realtà, non ha un posto nel mondo del crimine. Nessuno può permettersi di avere sentimenti. Mostrarli è pericoloso, ti rende vulnerabile. L’amore è un rischio, ma è anche un’avventura. A volte, un rischio fatale. E il matrimonio è spesso un inferno”.
L’età non è più un ostacolo per diventare celebri sulle reti sociali

La Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTSCollegamento esterno si interessa questa settimana al fenomeno delle “nonne influencer” italiane, che grazie alle loro ricette fanno faville sulle reti sociali. “In Italia, rileva la RTS, l’età non è più un ostacolo per la celebrità digitale”.
Con le sue telecamere, l’emittente pubblica si è recata a Bevagna, in Umbria, dove vive Nonna Iside, che da quattro anni condivide le sue ricette con oltre 100’000 persone abbonate al suo canale Instagram. “L’avventura è iniziata durante la pandemia di Covid-19. Di fronte all’angoscia di sua madre, suo figlio Aristide ha avuto l’idea di filmarla mentre cucinava e ha iniziato a condividere questi momenti preziosi”. A renderla celebre è stato un video in cui mostrava la preparazione delle tagliatelle, visualizzata quasi 15 milioni di volte. A 85 anni, Nonna Iside non capisce bene perché così tante persone amino guardarla. Forse “perché la cucina italiana è buona e perché non fa male alla salute”, spiega.
Coi suoi video, Nonna Iside non guadagna praticamente nulla. Tuttavia, il fenomeno delle “nonne influencer” comincia a interessare il mondo dell’economia. “I nonni e le nonne iniziano a essere presi in considerazione dalle aziende perché attraverso le loro ricette tradizionali possono utilizzare prodotti interessanti da mostrare ai loro follower e alcuni possono quindi ottenere un ritorno economico”, analizza Sara Trabalza, specialista di talenti sulle reti sociali.

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