La televisione svizzera per l’Italia

Il settore vitivinicolo italiano davanti a un cambiamento epocale

donna che beve un bicchiere di vino
Keystone

Da gennaio in Italia l’etichetta "vino" può essere applicata anche sulle bottiglie di bevande senz’alcol o a basso tenore alcolico. Confrontato con un cambiamento drastico delle abitudini di consumo, il settore si trova a un bivio, osserva la Neue Zürcher Zeitung. Nella nostra rassegna stampa settimanale dei temi italiani di cui si fa eco la stampa svizzera, vi parliamo anche d’industria bellica, degli statunitensi che “vanno matti per l’Italia”, dei problemi di approvvigionamento idrico in Sicilia e di un casco che entrerà nella storia dello sci. 

Un mercato vitivinicolo in profonda mutazione

La Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno s’interessa questa settimana al mercato vitivinicolo italiano, dopo che Roma si è allineata alle direttive europee, permettendo da inizio gennaio di apporre l’etichetta “vino” anche alle bevande senz’alcol o a basso tenore alcolico. “In nessun altro Paese – ricorda il giornale – il cambiamento delle abitudini di consumo di alcol è stato così evidente come in Italia. Negli ultimi 50 anni, il consumo di vino è diminuito del 70%. Questo ha portato a una rivoluzione nella produzione. La richiesta è ormai: qualità, non quantità”. 

I cambiamenti sono percettibili soprattutto tra le giovani generazioni. “Quindici anni fa, un decimo delle persone che bevevano vino apparteneva alla generazione dei 24-34enni. Nel frattempo, la loro quota è scesa al 6%”, rileva la NZZ. Le persone più giovani oggi preferiscono vini freschi e leggeri. “La soluzione ideale è ridurre il contenuto alcolico”, afferma Pulika Calzini, titolare di una storica enoteca a Roma. Più leggeri non significa però senz’alcol e non sono molti per ora i produttori che vogliono lanciarsi su questa strada. Tra i pochi c’è Alessio Planeta, che gestisce una delle più grandi cantine di vino biologico in Italia, a Menfi, nel sud-ovest della Sicilia. “Il vino analcolico aiuta a preservare il nostro paesaggio agricolo”, afferma. “A causa del calo dei consumi, i vigneti in tutta Italia sono a rischio di essere abbandonati – rileva la NZZ. Inoltre, i produttori hanno fatto grandi progressi nella qualità dei vini senz’alcol”. 

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Il cambio di rotta s’i iscrive anche in un’altra tendenza: l’offensiva lanciata dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini contro l’alcol al volante. “Nel Paese di Lucullo è scoppiato il panico. Salvini è diventato, da un giorno all’altro, la spina nel fianco di produttori di vino, ristoratori e albergatori. Ora lo chiamano lo ‘svuota ristoranti’”. Il “messaggio radicale della campagna ha scioccato”, sostiene Pulika Calzini. Nella sua enoteca ha osservato un calo degli ospiti e oggi “le coppie ordinano sole due bicchieri di vino invece di una bottiglia”. 

carro armato
Keystone

Il peso dell’industria bellica italiana

Con il piano di riarmo da 800 miliardi di euro presentato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, gli occhi sono puntati anche sull’Italia e sulla sua industria bellica. Le TempsCollegamento esterno dedica un articolo ai “giganti dell’armamento europeo”. Se il colosso britannico BAE Systems è l’unico gruppo continentale a figurare nella Top 10 dei principali fabbricanti mondiali, l’italiana Leonardo ha registrato negli ultimi anni una notevole progressione e dall’alto di un giro d’affari di quasi 18 miliardi di euro nel 2024 (in aumento del 16,2% rispetto all’anno prima) è ormai tra i pesi massimi del settore. “Le sue attività si basano principalmente sulla produzione di elicotteri (civili e militari), ma anche di prodotti elettronici per la difesa e la sicurezza – rileva Le Temps. Ma negli ultimi mesi, Leonardo ha moltiplicato le alleanze. Già coinvolta nel progetto Eurofighter, MBDA, l’azienda ha annunciato nell’ottobre 2024, la creazione di una joint venture con la tedesca Rheinmetall per la produzione di nuovi veicoli da combattimento”. 

A osservare da vicino l’industria bellica italiana è anche la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno. Con 41 miliardi di euro di fatturato, è uno dei più importanti settori economici del Paese, rileva il quotidiano. Se il piano di riarmo da 800 miliardi si concretizzerà, “gran parte degli ordini potrebbe però andare a beneficio delle aziende statunitensi”, perché “quelle europee di solito non sono in grado di produrre da sole”, osserva il giornale.  

L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, sostiene la necessità di una maggiore cooperazione tra le diverse componenti dell’industria europea della difesa, attualmente molto frammentata. È necessaria una massa critica per creare strutture competitive e “accelerare il nostro piano di sviluppo, completando le nostre capacità industriali e tecnologiche”, afferma Cingolani. 

lago
A poche decine di chilometri da Castelvetrano, un altro bacino problematico, il lago di Fanaco. Copyright 2024 The Associated Press. All Rights Reserved

La Sicilia e il problema dell’approvvigionamento idrico

Il corrispondente in Italia della Radiotelevisione svizzero tedesca SRFCollegamento esterno s’interroga sui problemi di approvvigionamento idrico con cui è confrontata la Sicilia. “L’isola più grande d’Italia è colpita dalla siccità. In realtà, l’acqua piovana sarebbe sufficiente. Perché il problema rimane irrisolto?”, si chiede Franco Battel. Il giornalista parte da un esempio paradigmatico: quello della diga Trinità a Castelvetrano. 

Costruito negli anni Cinquanta, lo sbarramento non è mai stato omologato. Di conseguenza “non appena l’acqua nel bacino idrico raggiunge un certo livello, è necessario aprire le chiuse e scaricarla”. Questo inverno – come quelli passati – l’acqua non è mancata, ma non è stato possibile accumularla in vista dell’estate. Rocco Mangaracina, che coltiva ulivi nella regione, l’anno scorso ha perso circa la metà del raccolto. “È come uno scherzo di pessimo gusto, afferma, perché l’acqua che ora scorre nel mare in estate ci servirebbe con urgenza”. 

Il problema non riguarda solo Castelvetrano, ma tutta la Sicilia. “Dei 26 bacini idrici più grandi, dieci non sono mai stati ufficialmente approvati. Per questo motivo, possono contenere solo una piccola quantità d’acqua”, spiega il corrispondente di SRF. Inoltre, ci sono altri problemi, come le condutture ormai fatiscenti. “Tra il 50 e il 55% della nostra acqua si disperde nelle tubature a causa delle perdite”, sottolinea Santo Di Maria, responsabile locale di Coldiretti. Si sussurra – prosegue Battel – che ci sia anche lo zampino della mafia, che “vorrebbe prosciugare deliberatamente la zona per acquistare terreni a buon mercato o per fornire acqua a prezzi completamente esagerati”. 

uomo e donna su uno scooter
Keystone-SDA

Italia e USA, quel “talento speciale per la seduzione”

Sempre la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno si interessa al perché “gli americani vanno matti per l’Italia”. Questo amore è scoppiato già decenni fa, ma si è accentuato con il ritorno al potere di Donald Trump, secondo il quotidiano zurighese. Secondo i dati Eurostat, nel 2023 l’Italia ha registrato ben 21,4 milioni di pernottamenti di turisti e turiste statunitensi, più del doppio rispetto a Spagna e Francia. “Da tempo non è più solo George Clooney a scoprire lo stile di vita italiano e l’estetica mediterranea”, osserva la NZZ. In tempi recenti, Steve Bannon, una delle eminenze grigie di Donald Trump, ha trascorso parecchio tempo in Italia, mentre Elon Musk vorrebbe acquistare una tenuta in Toscana.  

“L’Italia ha qualcosa che attira gli americani – prosegue il quotidiano. Secondo Daniele Fiorentino, professore di storia americana presso l’Università Roma Tre, esiste un interessante parallelismo tra le due nazioni. L’Italia non ha il softpower travolgente degli Stati Uniti, ovvero la capacità di esercitare il potere attraverso l’attrattiva culturale. Tuttavia, entrambi i Paesi hanno un’ottima capacità di influenzare l’immaginario collettivo. ‘Potremmo definirlo un talento speciale per la seduzione’, afferma Fiorentino”.  

Le parole al miele spese da Trump nei confronti di Giorgia Meloni non devono però far dimenticare un aspetto fondamentale. “Gli italiani non sono ciechi. Per molto tempo, lo zio Sam è stato come un difficile zio, il cui abbraccio si accetta con un sorriso forzato, perché ha potere e influenza. Perché per quanto gli americani siano i benvenuti come turisti, il nuovo flirt transatlantico non è condiviso allo stesso modo da tutti in Italia. In un certo senso, si tratta di un amore non corrisposto. Secondo un recente sondaggio rappresentativo, il 52% delle persone intervistate ha un’opinione negativa su Trump. Anche tra l’elettorato di destra, un intervistato su tre giudica negativamente il presidente americano”. 

casco
Keystone

La firma svizzera sul casco di Federica Brignone

Concludiamo la nostra rassegna settimanale con un tuffo nel mondo dello sport. Nei prossimi giorni a Sun Valley, negli Stati Uniti, si concluderà la stagione di Coppa del mondo di sci. Federica Brignone è praticamente certa di bissare il successo del 2019-2020, quando divenne la prima sciatrice italiana della storia conquistare la generale. Ma sapevate che il suo famoso casco con la tigre ha origine in Svizzera?  

A disegnarlo è infatti stato il friburghese André Marty, scrive il sito watson.chCollegamento esterno. Nel corso della carriera ultraquarantennale, Marty ha disegnato circa 40’000 caschi. L’ordine di Federica Brignone è arrivata lo scorso ottobre, in un momento molto particolare: “Avevo appena scoperto di avere un cancro piuttosto grave. Così ho realizzato questo casco con un amore immenso per il mio lavoro […]. Questo disegno per Federica l’ho fatto con dolore, ma anche con una felicità immensa, con molte lacrime”. 

Invece di utilizzare un semplice colore, su tutte le parti gialle del casco André Marty ha applicato foglie d’oro a 24 carati, “che resistono perfettamente ai cambiamenti di temperatura e di altitudine”. “È con questo casco che, non so perché, ha sorvolato tutta la stagione. Mi ha detto più volte di aver percepito i benefici di questo casco molto speciale”, prosegue Marty. È un po’ come se le avesse trasmesso un po’ della sua forza mentre stava affrontando il cancro?, gli chiede il giornalista. “In un certo senso, sì – risponde André Marty. Ma forse è stata lei a darmi la forza per combattere la mia malattia”. 

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