La televisione svizzera per l’Italia

La battaglia legale di un imprenditore contro lo Stato italiano che non paga i propri debiti

Pennelli solari.
Immagine d'archivio che non riprende un impianto fotovoltaico in causa. Keystone / Gaetan Bally

Dopo una lunga e complessa vicenda legale non ancora conclusa, l’imprenditore Francis Louvard, che da anni risiede in Svizzera, è determinato a recuperare i 30 milioni di euro che lo Stato italiano gli deve come risarcimento. Per l'Italia, ammonisce Louvard, si tratta di un grave rischio reputazionale, perché invia un segnale sbagliato agli investitori stranieri.

“Quello che questa vicenda mi ha insegnato è che gli Stati spesso faticano a onorare i propri impegni. Al contrario, gli attori privati si rivelano generalmente molto più scrupolosi nel rispettare gli accordi presi e nell’adeguarsi alle decisioni delle istituzioni internazionali”.

Sono le parole, a tratti amare, di Francis Louvard, l’imprenditore francese che ha fatto sequestrare dal Tribunale civile di Ginevra i diritti di sorvolo italiani e, soprattutto, la Casa d’Italia di Zurigo come garanzia di pagamento. Il Governo italiano deve infatti a Louvard e ai suoi soci un risarcimento che oggi si aggira attorno ai 30 milioni di euro, somma stabilita da un lodo arbitrale del Centro internazionale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti di Washington (ICSID).

Questo articolo vi interessa? Volete ricevere i nostri ultimi servizi dedicati a tutto ciò che concerne le relazioni tra Italia e Svizzera? Abbonatevi alla nostra newsletter.

La vicenda è ben conosciuta e ne abbiamo parlato alcune settimane fa (qui l’articolo approfondito). In sintesi, tra il 2009 e il 2012, tre società legate a Francis Louvard hanno investito 399 milioni di euro in 356 impianti fotovoltaici in Italia, sfruttando il programma “Conto Energia”. Questo programma garantiva agli investitori un compenso fisso per ogni kWh di energia solare prodotto e immesso nella rete, indipendentemente dalle fluttuazioni del mercato energetico.

Nel 2014, con l’introduzione del Decreto “Spalma Incentivi” (DL 91/2014) sotto il Governo Renzi, gli incentivi per gli impianti fotovoltaici sono stati ridotti retroattivamente del 25%, determinando una diminuzione significativa dei guadagni per chi aveva investito in questo settore. Questo cambiamento ha spinto Louvard e i suoi soci ad avviare un arbitrato presso l’ICSID.

Il lodo arbitrale favorevole ha dato a Louvard il diritto di chiedere un risarcimento che oggi, comprensivo degli interessi, si aggira attorno ai 30 milioni di euro. Per garantire il pagamento, Louvard e i suoi soci hanno chiesto al Tribunale civile di Ginevra di sequestrare, tra le altre cose, la Casa d’Italia, simbolo dell’immigrazione italiana in Svizzera. Richiesta approvata dalla Corte ginevrina il 3 dicembre 2024.

Beni italiani sequestrati

Dal processo verbale dell’Ufficio esecuzioni e fallimenti di Ginevra [in nostro possesso] del 13 febbraio 2025, si legge che – in esecuzione dell’ordine del Tribunale civile di Ginevra – i diritti di sorvolo del valore di poco più 35 milioni di franchi e la Casa d’Italia, stimata a circa 13 milioni di franchi, vengono sequestrati. Va inoltre aggiunto che la Casa d’Italia è attualmente oggetto di un’importante ristrutturazione, con un investimento dello Stato italiano che supera i 14 milioni di franchi. Il sequestro non ferma i lavori in corso.

Un po’ di chiarezza

Francis Louvard ha accettato di concederci un’intervista esclusiva per chiarire meglio i contorni della vicenda, a partire dai suoi rapporti con la Svizzera: “Sono cittadino francese, ma risiedo in Svizzera da ormai 27 anni. I miei figli sono cresciuti in questo Paese e possiedono la cittadinanza elvetica.”

“Mi rammarica che l’Italia non voglia risarcire il danno, nonostante esista una sentenza internazionale che la obbliga a rispettare gli impegni assunti”

Francis Louvard, imprenditore

Proprio grazie al suo domicilio, Louvard ha deciso di rivolgersi alla giustizia svizzera per far rispettare il lodo arbitrale: “Abbiamo scelto di rivolgerci alla giustizia svizzera, poiché intraprendere un’azione legale contro un governo nel proprio Paese, come nel caso dell’Italia, è un processo complesso. Inoltre, abbiamo optato per non avvalerci della giustizia francese, conoscendo bene la procedura, che sarebbe stata estremamente lunga. Il sistema giuridico svizzero, più flessibile, si è rivelato la scelta giusta, e, alla luce dei risultati ottenuti, non possiamo che confermare che la nostra decisione di rivolgerci alla giustizia elvetica è stata opportuna.”

Prima di adire alla giustizia, Louvard ha cercato di risolvere la questione incontrando funzionari italiani a Roma, ma senza successo: “Non capiamo e non comprendiamo, soprattutto perché abbiamo incontrato i funzionari del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica prima di intraprendere questa procedura legale, perché avevamo un approccio conciliante, volevamo raggiungere un accordo con i nostri partner italiani. Abbiamo poi capito che a livello ministeriale c’erano conflitti interni che rendevano difficile l’attuazione del lodo. In altre parole, c’erano discussioni tra l’apparato politico e i funzionari che dovevano gestire questo dossier”.

Poi aggiunge: “Mi rammarica profondamente che l’Italia non voglia risarcire il danno, nonostante esista una sentenza internazionale che la obbliga a rispettare gli impegni assunti in virtù dei trattati internazionali che lo stesso Stato italiano ha firmato.”

Si tratta in particolare dell’Energy charter treatyCollegamento esterno, dell’International investement lawCollegamento esterno e naturalmente della Convenzione ICSIDCollegamento esterno.

Lodo arbitrale esecutivo

Anche perché il lodo arbitrale non è una semplice raccomandazione, ma una sentenza definitiva: “Sì, la sentenza è vincolante secondo il diritto internazionale. Davvero non capisco perché l’Italia non voglia pagare”.

“Per l’Italia si tratta di un grave rischio reputazionale, perché invia un segnale sbagliato agli investitori stranieri”.

Francis Louvard, imprenditore

Per uno Stato 30 milioni di euro sono una piccola somma, soprattutto considerando che l’Italia cerca investimenti miliardari all’estero, soprattutto nel settore delle energie rinnovabili e nel fotovoltaico.

“È assurdo – continua Louvard – come uno Stato possa mettere in gioco miliardi di investimenti non pagando un risarcimento di pochi milioni. Per l’Italia si tratta infatti di un grave rischio reputazionale, perché invia un segnale sbagliato agli investitori stranieri”.

“Ci sono altre opzioni di sequestro”

Tornando al sequestro della Casa d’Italia, ecco come sono stati identificati gli oggetti da far sequestrare: “Essendo un imprenditore operante a livello internazionale, quando affrontiamo questioni complesse e delicate, ci avvaliamo frequentemente della consulenza di esperti e professionisti. Sono stati proprio loro a individuare i diritti di sorvolo e la Casa d’Italia, entrambe proprietà dello Stato italiano”.

Altri sviluppi
edificio

Altri sviluppi

Casa d’Italia di Zurigo sequestrata a causa delle leggi che cambiano in Italia

Questo contenuto è stato pubblicato al Il Tribunale civile di prima istanza di Ginevra ha emesso un’ordinanza di sequestro della Casa d’Italia di Zurigo, un’azione legata a una causa milionaria che oppone l’uomo d’affari francese domiciliato in Svizzera Francis Louvard allo Stato italiano.

Di più Casa d’Italia di Zurigo sequestrata a causa delle leggi che cambiano in Italia

Il sequestro della Casa d’Italia ha suscitato particolare attenzione, poiché si tratta di un simbolo della presenza italiana in Svizzera. “Ho avuto modo di approfondire la storia della Casa d’Italia di Zurigo proprio a causa di questa vicenda. Ho scoperto eventi dolorosi legati a questo luogo, specialmente nel periodo tra le due guerre, ma ho anche compreso che essa è stata, e in parte lo è ancora, un simbolo di grande rilevanza per la comunità italiana in Svizzera. È davvero un peccato quanto stia accadendo. Confido che lo Stato italiano continui a tenere in considerazione la Casa d’Italia e faccia il possibile affinché questo conflitto non si protragga ulteriormente.”

La Casa d’Italia e i diritti di sorvolo sono solo due delle possibili opzioni di sequestro. “Desidero essere chiaro: siamo fermamente determinati a recuperare quanto ci è dovuto e confidiamo nella cooperazione dello Stato italiano. In caso contrario, stiamo considerando altre opzioni di sequestro”.

La situazione giudiziaria

A che punto sono le vicende legali dopo che il Tribunale ginevrino ha disposto il sequestro? “In questo momento – racconta Louvard – l’Italia ha depositato più richieste per annullare il sequestro. C’è stata un’udienza poche settimane fa. Ora siamo in attesa della decisione del Tribunale, che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane”.

Investire in Italia

Nonostante gli sviluppi della vicenda, Louvard e i suoi soci continuano a investire in Italia. “Siamo uno dei principali operatori nel settore fotovoltaico a livello europeo. Perché non avremmo dovuto investire in Italia? L’Italia rappresenta un Paese strategico in questo ambito e al momento in cui abbiamo deciso di investire, eravamo convinti che lo Stato avrebbe rispettato i suoi impegni finanziari”.

“Il messaggio agli investitori è chiaro: le promesse verdi dell’Italia non possono essere credute”

Francis Louvard, imprenditore

Louvard spiega infine che “questi sono investimenti complessi e a lungo termine, che richiedono tempo e pianificazione, ben lontani dalla semplicità di un acquisto immediato, come ad esempio una semplice transazione o investimento a corto termine. Quando abbiamo effettuato gli investimenti, credevamo fermamente che l’Italia avrebbe onorato il suo debito, una cifra che, ribadisco, rappresenta una somma modesta rispetto alle sfide strategiche che il settore delle energie rinnovabili è chiamato ad affrontare, anche in Italia”.

Tutto questo nonostante una nota riassuntiva diffusa dai legali di Louvard: “il messaggio agli investitori è chiaro: le promesse verdi dell’Italia non possono essere credute”.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR