Peter Maag, il direttore d’orchestra svizzero con Verona nel cuore
Nella capitale italiana della lirica, Peter Maag ha lasciato un’impronta indissolubile, materializzatasi in una fondazione che forma e valorizza giovani talenti nel campo della musica.
“Sentivo su di me il pericolo del carrierismo, della vanità, dell’orgoglio e dell’invidia, e pensai che il miglior antidoto a quel tipo di insidie potesse essere un’immersione in quella religione che più di tutte ti insegna il distacco dalle passioni: il buddismo.”
Così scriveva Peter Maag nel 1962, quando all’apice della carriera decise di ritirarsi per due anni in Tibet, in un monastero buddista, per dedicarsi alla meditazione.
Un’esperienza che sorprese colleghi e appassionati e provocò malumori nei produttori musicali ma che racconta bene l’essenza del grande direttore d’orchestra di San Gallo: per lui la musica era un fatto metafisico, una chiave di comprensione tanto dello spirito umano quanto dei misteri del mondo: “La musica non è come la pittura, frutto invariabile di un colpo di genio — scriveva — è qualcosa che muta e che per risvegliarsi ha bisogno ogni volta di un interprete, e in questo ci vedo una componente teologica e una parentela con la reincarnazione”.
Un’eredità che continua a vivere
A Verona, dove Maag visse l’ultima fase della sua vita e morì nel 2001, la sua eredità artistica ha continuato a vivere grazie all’impegno della moglie Marica Franchi e soprattutto del maestro Nicola Guerini, che nel 2012 ha istituito il Fondo Peter Maag, di cui è direttore artistico, nato per tenere vivo il pensiero e l’eredità del maestro, soprattutto con l’impegno nella formazione e valorizzazione dei giovani talenti.
“Di Maag colpisce la sua capacità di raccontare dentro la musica — spiega Guerini — individuare i codici di un processo narrativo nascosto nella maglia compositiva, restituendole i gesti teatrali e la luminosità dei luoghi. Un’esperienza immersiva per chi la vive in orchestra e per l’ascoltatore, dando la sensazione che ogni suono ripristini una sua verginità, come fosse eseguito per la prima volta”.
Nato a San Gallo il 10 maggio del 1919 dalla violinista Konstanze Helene Mayer e dal musicologo Otto Maag, Peter studia teologia e filosofia a Zurigo, Basilea e Ginevra. Coltiva insieme gli studi musicali diplomandosi in pianoforte, perfezionandosi con Alfred Cortot e con Franz von Hösslin per la direzione d’orchestra. A diciannove anni è già assistente di Toscanini al Festival di Lucerna ma sarà Wilhelm Furtwängler a indirizzarlo verso il podio, dopo averlo diretto nel Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven.
Come Kapellmeister debutta nel 1945 con il Flauto Magico di W.Amadeus Mozart, autore di cui diventa presto interprete autorevole e di riferimento. In pochi anni viene invitato nei principali teatri in Europa, America e Giappone e cresce anche la sua attività discografica in collaborazione con orchestre prestigiose.
L’incontro con Verona
Dopo molte direzioni nei teatri di Parma (dove ricopre anche il ruolo di direttore artistico dal 1971 al 1976), Torino (dove è consulente artistico dal 1974 al 1976), Milano, Venezia, Genova e Firenze, arriva a Verona che lo vede più volte al Teatro
Filarmonico e all’Arena, protagonista in quattro stagioni: nel 1972 con Aida, nel 1973 con La Boheme, nel 1974 con Sansone e Dalila e nel 1984 ancora con Aida e un concerto di Beethoven dirigendo l’orchestra e il coro Bach di Berna.
Un artista riluttante al divismo
Artista riluttante al divismo e alle dinamiche dello “star system”, Maag manifestò spesso il suo rifiuto per la routine e il desiderio sempre più vivo di lavorare “con i giovani e per i giovani”.
Per questo nel 1988 nacque a Treviso la “Bottega” (che diventa nel 1997 “Eurobottega”), un laboratorio destinato alla formazione di giovani cantanti, scenografi, registi e direttori. Un progetto innovativo per quegli anni, che si ispira alle accademie rinascimentali, con l’obiettivo di coltivare i giovani talenti senza bruciarne la crescita artistica.
Nel 2019, per il centenario della nascita del maestro, il fondo Peter Maag ha organizzato e coordinato le “Peter Maag Celebrations”, con gli archivi storici dei teatri italiani e le istituzioni sinfoniche in cui Maag ha diretto, con la consegna a Verona della “Medaglia della città” per l’impegno profuso nella prosecuzione della sua missione artistica.
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