Migranti come pacchi
Il terzo tentativo andato a vuoto di trasferire un gruppo di migranti in Albania è anche questa settimana uno dei principali temi riguardanti l’Italia che trova spazio sui giornali elvetici. Al centro della cronaca anche DeepSeek, una vicenda legata alla ‘ndrangheta e la saga Fedez-Ferragni.
Migranti usati “per giochi politici”
“Sarà questa la volta buona?”, si chiedeva una decina di giorni fa la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno all’annuncio del nuovo tentativo da parte del Governo italiano di mandare un gruppo di 49 persone richiedenti l’asilo in Albania. La risposta è arrivata alcuni giorni dopo, quando la giustizia italiana ha sospeso per la terza volta il trasferimento. Una decisione che ha mandato su tutte le furie la coalizione di destra, osserva il Tages-AnzeigerCollegamento esterno, e che potrebbe spingere la presidente del Consiglio ad agire per decreto revocando la giurisdizione della Corte d’appello di Roma.
“Nell’UE, la soluzione dei Paesi terzi di Giorgia Meloni è stata inizialmente accolta con favore, ma a un esame più attento si è rivelato un tentativo inadeguato”, prosegue il quotidiano. Invece di utilizzare simili espedienti, “sono necessari molti colloqui, accordi, miglioramenti nelle procedure amministrative, soluzioni a livello europeo e aiuti ai Paesi di origine per eliminare le cause della fuga – sottolinea il Tages-Anzeiger. Finché ciò non accadrà, a fare le spese dei giochi di potere politico continueranno ad essere le persone più disperate”.
La Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno si concentra da parte sua sul “conflitto aperto” tra Governo e potere giudiziario, che ricorda il periodo in cui a Palazzo Chigi vi era Silvio Berlusconi. Il caso Albania – rammenta la NZZ – non è l’unico soggetto di disputa. Magistratura e Governo sono ai ferri corti anche per la vicenda del generale libico Elmasry, a cui è stato permesso di rientrare in patria malgrado il mandato d’arresto per crimini di guerra spiccato dalla Corte penale internazionale dell’Aia. Il quotidiano sottolinea che questo conflitto giunge nel momento in cui il Parlamento sta discutendo della riforma della giustizia. “Nessuno nega la necessità di una riforma, ma con l’atmosfera così tesa, sembra difficile trovare un compromesso”, osserva la NZZ.
Gli addentellati elvetici di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta e i maggiordomi svizzeri
Un’indagine contro un clan della ‘ndrangheta condotta dalla procura di Brescia e che ha portato due settimane fa all’arresto di un presunto boss e di un suo uomo di mano passa anche dalla Svizzera. L’inchiesta era stata aperta nel 2021 in seguito alla scomparsa di Pasquale Lamberti, un imprenditore attivo in Lombardia. Dagli accertamenti è emerso che Lamberti si era lasciato convincere da Claudio M., l’uomo di mano del presunto boss, a investire milioni all’estero, dapprima in Cechia e in un secondo tempo in Svizzera. L’imprenditore era poi stato lasciato sul lastrico.
Nella Confederazione, dove ha ottenuto un permesso di soggiorno, Claudio M. ha potuto avvalersi di complicità, in particolare tra fiduciari e altri prestatari di servizi. “Carta d’identità o appartamenti, falsi contratti o aziende intere: i maggiordomi svizzeri della mafia si occupano di tutto”, titolano WatsonCollegamento esterno e altri giornali del gruppo CH Media. Dall’articolo firmato da Henry Habegger, emerge ad esempio che un finanziere zurighese ha fornito ai membri della banda auto immatricolate in Svizzera e numeri di cellulare e si è occupato di fare in modo che il nome di Claudio M. non figurasse nel registro delle aziende fittizie create per appropriarsi del patrimonio di Lamberti.
Tutto ciò ha “permesso ai sospetti di eludere le indagini condotte in Italia”, scrive dalle colonne del BlickCollegamento esterno la giornalista Madeleine Rossi, specialista di criminalità organizzata e di cui abbiamo spesso pubblicato contributi su tvsvizzera.it, menzionando un documento della magistratura bresciana. Di Lamberti si sono perse le tracce il 3 luglio 2021. “Pasquale Lamberti è stato visto per l’ultima volta a Besate, in provincia di Milano. I carabinieri hanno trovato la sua auto […] e a casa sua una nota sul suo telefono intitolata ‘La mia vita è in pericolo’, nella quale accusa Claudio M. e diversi suoi complici di essere responsabili della sua scomparsa e del suo tracollo finanziario. Una nota nella quale concludeva: ‘Se leggete questo messaggio, vorrà dire che non tornerò più’”.
DeepSeek bloccato dal Garante della privacy
Il blocco di DeepSeek da parte del Garante italiano per la protezione dei dati è guardato con interesse dalla stampa elvetica. “DeepSeek è una super intelligenza artificiale, ma presenta enormi falle di sicurezza”, scrive Le Temps.Collegamento esterno Prima di tutto perché i dati sono raccolti da server basati in Cina e quindi potenzialmente accessibili al regime cinese. Il Garante della privacy ha precisato del resto di aver deciso il provvedimento dopo aver ricevuto risposte “totalmente insufficienti” per quanto concerne l’uso dei dati personali.
In secondo luogo, recentemente specialisti di una società di sicurezza informatica sono riuscita ad accedere facilmente a una banca dati “con oltre un milione di voci di registro, incluse cronologie di conversazioni, chiavi segrete e dettagli di back-end”, riporta il giornale della Svizzera francese.
Per ora la Confederazione non sembra voler seguire al via tracciata dall’Italia, anche se si è consapevoli dei rischi. “La Cina non raggiunge un livello di protezione dei dati paragonabile a quello della Svizzera e di conseguenza il rischio di violazione della privacy è più elevato”, dichiara al BlickCollegamento esterno Silvia Böhlen dell’Uufficio federale della protezione dei dati. Berna però preferisce applicare il “principio dell’autodeterminazione informativa”: “Le cittadine e i cittadini sono liberi di decidere se utilizzare o meno tali servizi”.
La saga dei Ferragnez trova eco anche a nord delle Alpi
La vicenda Ferragni-Fedez ha varcato le Alpi e sembra appassionare tabloid e giornali gratuiti svizzeri, che dedicano diversi articoli al botta e risposta tra i due ex coniugi, con le ultime rivelazioni di Maurizio Corona sulle presunte relazioni del rapper, e al rinvio a giudizio per truffa di Chiara Ferragni. “La più potente influencer cadrà dall’Olimpo?”, titola 20 MinutenCollegamento esterno, che ripercorre la carriera della fashion blogger, sino al Pandoro Gate, per il quale rischia fino a cinque anni di carcere.
“Cancro simulato, fan manipolati…: la brama di guadagno ha trasformato queste tre influencer in vere e proprie truffatrici”: il BlickCollegamento esterno dal canto suo ricorda che Chiara Ferragni, le cui colpe sono ancora tutte da provare, si trova in buona compagnia. Ad esempio, l’australiana Allanah Harris è riuscita a ottenere dai e dalle sue fan l’equivalente di 32’000 franchi per curare la figlia di un anno che sosteneva essere ammalata di cancro. Hailey Welch, una statunitense di 22 anni che ha avuto il suo momento di gloria per uno… sputo, è invece riuscita ad approfittare della sua fugace celebrità per lanciare una sua criptomoneta, che dopo aver raggiunto rapidamente una capitalizzazione di 450 milioni di franchi, è crollata completamente in soli 20 minuti.
Se Chiara Ferragni è una truffatrice lo stabilirà la giustizia. Per il momento l’influencer non sembra comunque essere caduta dall’Olimpo: in un articolo intitolato “La regola del 2+2 e il segreto di un look perfetto”, sempre 20 Minuten dà dei consigli su come trovare il giusto equilibrio tra un look cool e un outfit più formale. E come lo fa? Presentando delle foto di… Chiara Ferragni.
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