L’autorità delle comunicazioni italiana dà il suo via libera per l’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom
Via libera di un'altra entità italiana all'acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom.
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Keystone-ATS
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha dato il suo assenso in riferimento all’impatto dell’operazione sull’assetto concorrenziale e pluralistico del mercato italiano dei servizi di media audiovisivi.
L’approvazione è incondizionata, riferisce l’azienda elvetica in un comunicato odierno. Stando a Swisscom l’acquisizione da 8 miliardi di euro (7,5 miliardi di franchi al cambio attuale) annunciata nel marzo scorso procede così secondo i piani.
Come noto in maggio era stato ottenuto il via libera sia dalla Commissione federale della concorrenza (COMCO) sia dalla presidenza del Consiglio dei ministri italiano, che doveva esprimersi nell’ambito della cosiddetta legislazione sul Golden Power: all’Esecutivo di Roma spettano infatti speciali poteri di intervento in determinate transazioni, investimenti o delibere societarie, quando le operazioni potrebbero compromettere interessi pubblici ritenuti essenziali dall’Italia. Anche l’UE, per tramite della Direzione generale della concorrenza della Commissione europea, aveva dato il suo benestare: era accaduto in settembre.
Mancano altre autorizzazioni
La transazione rimane però tuttora soggetta a due altre autorizzazioni normative, tra cui quella dell’antitrust italiana, cioè dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM). Quest’ultima ha annunciato l’11 settembre di aver avviato un’indagine approfondita sul tema: a suo avviso sussiste infatti una potenziale minaccia alla concorrenza. Come si ricorderà Swisscom vuole rilevare Vodafone Italia (filiale del gruppo britannico Vodafone) per poi fonderne le attività con la propria controllata italiana Fastweb.
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In borsa il giorno dell’annuncio l’azione Swisscom – un titolo per sua natura spiccatamente difensivo – era salito del 5% a circa 528 franchi. Oggi è scambiato 516 franchi. Dall’inizio dell’anno la performance è del +1%, inferiore al +5% dell’SMI, l’indice di riferimento del mercato elvetico.
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