Turismo lacuale nel Comasco e in Ticino, così vicini ma così diversi
Como vanta numeri più importanti, battelli attivi tutto l’anno e fama mondiale. Lugano, da parte sua, promette discrezione e organizzazione. Entrambe si collocano in cornici da sogno, ma entrambe hanno anche buoni margini di miglioramento e spazio per cooperare.
Stando a un’inchiesta online svolta nel mese di luglio 2024 e pubblicata da Ticino Turismo, alla domanda: “Se pensi al Ticino, cosa ti viene in mente?”, il 19% delle persone ha risposto “il lago”.
Il lago, a pari merito con il sole, rappresenta quindi l’opzione turistica principale per la fetta più grande di coloro che hanno partecipato al sondaggio. A titolo di paragone, le montagne vengono citate dal 9% delle persone intervistate, mentre palme e spiagge dal 6%.
Ed è proprio agli specchi d’acqua, infatti, che il turismo di tutta la regione insubrica deve buona parte del proprio successo. Eppure, tra l’affluenza di visitatori e visitatrici sul Lario e quella sui laghi Ceresio e Verbano sussiste una sostanziale differenza.
Fama mondiale
Da un recente approfondimento del programma della Radiotelevisione svizzera in lingua italiana (RSI) Patti Chiari è infatti emerso che la città di Como gode, a livello internazionale, di una fama spropositatamente maggiore rispetto a Lugano. Di Como, hanno sentito parlare persone dagli Stati Uniti e quelle da Hong Kong, chi arriva dai Paesi Arabi come chi vive in Europa. Lugano è molto conosciuta e apprezzata dai turisti e dalle turiste svizzeri e italiani, ma fatica a oltrepassare i confini nazionali e linguistici.
Gli elementi che hanno contribuito a questo divario sono diversi: da una promozione turistica locale – quella comasca – che da tempo punta sui mercati esteri e sulla destagionalizzazione dell’offerta, alla presenza sul Lago di Como di personalità mondialmente celebri, ad esempio George Clooney. Un elemento quest’ultimo che non manca nemmeno a Lugano, ma la “perla del Ceresio” tendenzialmente rinuncia all’eco che potrebbe avere dalla presenza di star internazionali pur di salvaguardarne la privacy.
Cerco l’estate tutto l’anno…
Entrambe le realtà, come dicevamo inizialmente, annoverano il lago tra le principali attrazioni. Anche se – ne è conferma un recente convegno incentrato proprio sugli specchi d’acqua dolce – questi ultimi sono dei veri e propri simboli dell’Insubria e parte dell’identità della regione, ma sono anche risorse turistiche.
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I laghi italo-svizzeri possono ridurre le auto sulle strade
Il turismo lacustre si poggia principalmente sull’offerta di tragitti in battello, un’opzione presente su tutti e tre i laghi in rassegna, ma con alcune differenze.
Al contrario del Comasco, dove le imbarcazioni accolgono viaggianti tutto l’anno, in Ticino la frequenza di tratte si dirada con l’avvicinarsi dell’inverno fino a fermarsi del tutto per un mese al termine delle festività natalizie.
Come conferma la Società di navigazione Lago di Lugano (SNL), che gestisce le corse sull’omonimo lago ma anche su quello di Locarno, le tratte turistiche vivono l’“altissima stagione” a partire da Pasqua fino al 20 ottobre. In questo periodo la frequenza di battelli è molto alta: per avere un’idea, parliamo di sette collegamenti giornalieri Locarno-Brissago-Locarno e altri sei Ascona-Brissago-Ascona. Tra il 21 ottobre e il 3 novembre, i collegamenti scendono a quattro e due, passando poi a tratte solo nei giorni festivi e fine settimana, e fermandosi del tutto dal 7 gennaio al 7 febbraio. Le corse riprendono poi progressivamente.
Fa eccezione la tratta Locarno-Tenero-Magadino, l’unica in Ticino a rientrare nell’offerta di servizio di trasporto pubblico ed è quindi garantita tutto l’anno. A questa si potrebbe presto aggiungere, sul Ceresio, anche una corsa tra Porlezza (in provincia di Como) e Lugano (ne abbiamo parlato qui).
La tratta, gestita dalla SNL, rientrerà nell’offerta di mezzi pubblici in quanto permetterebbe di alleggerire il traffico stradale di lavoratori e lavoratrici frontalieri in entrata in Svizzera. Certo è tuttavia che fornirà anche un’ulteriore opzione turistica lungo tutto l’anno in due località lacuali gettonate come è il caso di Lugano e Porlezza.
Una folla di turisti, ma l’organizzazione arranca
Dall’altra parte della frontiera, invece, l’offerta di navigazione turistica è garantita tutto l’anno e il successo è grande: come ha rivelato il sindaco di Como Alessandro Rapinese ai microfoni della RSI, i battelli del Lario hanno accolto nel corso del 2023 5,5 milioni di persone.
La fama e il successo portano però anche risvolti negativi quando l’organizzazione che sta dietro non può sopportarne la mole. Nelle giornate di sole, le file per accaparrarsi un biglietto per un giro sul lago possono infatti durare anche più ore.
Ciò è dovuto a un inghippo burocratico. “Tutto quello che può essere prenotato online viene spazzato via in breve tempo – spiega ancora Rapinese –. Ma una quota di biglietti acquistabili allo sportello deve essere garantita per legge. E poi succede quello che succede”.
Provenienze diverse, problemi diversi
Insomma, in Ticino, a titolo di paragone, le persone che hanno attraversato i laghi nel corso del 2023 sono state meno di 0,8 milioni contro i 5,5 del Lago di Como (321’000 sul Lago di Lugano e 456’000 sul bacino svizzero del Lago di Locarno). Le file – nel bene e nel male – non sono un problema. È pur vero che, anche superando di parecchio le cifre finora raggiunte, l’organizzazione potrebbe comunque mantenere il passo.
L’arrivo sui laghi ticinesi di moltissime persone dal resto della Svizzera fa sì che parecchi di loro abbiano già un abbonamento di qualche tipo. Per chi pernotta in un albergo del cantone, inoltre, il cosiddetto Ticino Ticket dà accesso a sconti per tutta l’offerta turistica e viaggi gratuiti se il trasporto rientra nell’offerta di mezzi pubblici, come già avviene per la linea Locarno-Magadino e come sarà in futuro per la Porlezza-Lugano.
Ma gli intoppi non mancano nemmeno al di qua della frontiera. Il fatto che la stragrande maggioranza delle persone in visita nel Luganese e nel Locarnese provenga dal resto della Svizzera o dalla Germania ha anche rappresentato, nella stagione appena passata, un autogol per il turismo locale.
La chiusura per lavori della linea ferroviaria AlpTransit dall’agosto 2023 al settembre 2024 ha infatti scoraggiato molti degli avventori da oltre San Gottardo, ci confermano dalla SNL. Il maltempo perdurato fino a metà luglio, poi, non ha aiutato.
Pioggia e freddo, c’è da dirlo, colpiscono il Comasco tanto quanto il Ticino. Alle organizzazioni turistiche della vicina Italia, tuttavia, le omologhe ticinesi riconoscono l’essersi accorti prima della necessità di presentare il territorio – e i laghi – in quanto attrazione turistica non così tanto legata al bel tempo come invece avviene ancora oggi in Svizzera.
Punti di partenza, ma anche obiettivi diversi
In diverse occasioni pubbliche, rappresentanti dell’ente turistico Lugano Region hanno infatti esternato l’intento di investire nei prossimi anni nella promozione in Paesi come il Brasile, dove l’estate corrisponde al nostro inverno; oppure negli Stati Uniti, in cui ricerche di mercato rivelano esserci un importante margine di crescita dell’interesse per Lugano.
Tuttavia, dai dibattiti e dalle prese di posizione sembra che il successo raggiunto dal Lago di Como non rappresenti propriamente un obiettivo da raggiungere.
Sempre ai microfoni della RSI, il sindaco della cittadina sul Ceresio Michele Foletti ha chiaramente detto che il turismo di massa non è nell’interesse della città e che l’obiettivo è piuttosto quello di crescere mantenendo tuttavia un buon equilibrio tra chi vive, chi lavora e chi visita la città di Lugano.
Altri sviluppi
A Como e non solo fioccano gli affitti brevi
Per Rapinese, invece, malgrado l’afflusso di persone già oggi ingente, il destino del turismo nel Comasco è di crescere ulteriormente: “È inevitabile”, asserisce. Tutto questo nonostante i disagi legati all’overtourism: ad esempio, in otto anni, a Como, l’offerta di seconde case messe in affitto per brevi periodi a scopi turistici è cresciuta del 1’285%.
Aspettando più collaborazione
Le differenze, insomma, ci sono e non sono poche. Quel che c’è di nuovo è che i poli di attrazione dai due lati del confine hanno iniziato a confrontarsi su un tema così importante per entrambi come il turismo. Un confronto atteso da tempo e che ha fatto fatica a decollare.
Como e Lugano vantano infatti caratteristiche complementari: la prima ha una domanda che talvolta non riesce nemmeno a soddisfare mentre l’altra spesso ha stanze che restano vuote; Lugano può però contare su un’offerta di turismo congressuale e museale/culturale che Como ancora non ha.
“Se si guarda al mondo, Como e Lugano fanno parte di una stessa macchietta sulla mappa. Si può collaborare”, ha detto Rapinese. Le due città si sono quindi ripromesse di cooperare in maniera da gestire i rispettivi successi prima che diventino problemi, come è il caso dell’overtourism. Nel caso la cooperazione funzioni, anche lo “sfruttamento” di laghi e battelli sarà di conseguenza più efficiente.
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