Torneranno i disagi sulla tratta Briga-Milano
I temi italiani sono stati presenti nella stampa svizzera anche nella settimana appena terminata. Tra questi, a tener banco sono stati i lavori che anche la prossima estate renderanno la vita difficile a chi viaggia dal Vallese verso Milano, l'addio di UniCredit alla Svizzera, il casco obbligatorio per i monopattini elettrici, gli introiti della mafia e il ritorno al nucleare.
Eurocity di nuovo fermi tra Domodossola e Milano
Il portale vallesano pomona.chCollegamento esterno mette in guardia sui futuri disagi ferroviari al confine italo-svizzero. La prossima estate potrebbe infatti essere problematica proprio come quella scorsa per i viaggiatori e le viaggiatrici di Eurocity tra Domodossola e Milano.
Questo implica problemi anche per coloro che partono in treno da Briga, nel Canton Vallese, in direzione di Milano. Questo percorso dura normalmente circa due ore. L’estate scorsa, da giugno a settembre, tutti i treni Eurocity tra Domodossola e Milano sono stati cancellati. L’allungamento dei tempi di percorrenza è poi stato aggravato dal fatto che i posti disponibili sugli autobus sostitutivi (che comunque impiegano un’ora in più rispetto al treno) non erano sufficienti.
La soppressione delle linee a causa di lavori di manutenzione sulla tratta del Sempione si ripeterà anche nell’estate 2025 dall’8 giugno al 27 luglio e dal 31 agosto al 12 settembre e lo scenario sarà probabilmente lo stesso anche negli anni successivi (fino al 2028).
Trenitalia e le Ferrovie Federali svizzere (FFS) stanno attualmente lavorando allo scopo di offrire un servizio alternativo migliore. Una portavoce delle FFS ha dichiarato che si sta valutando la possibilità di far passare alcuni treni da Novara l’anno prossimo.
UniCredit dice addio a Ginevra e alla Svizzera
Dopo essersi occupata, in un articolo di due settimane fa della Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno, dell’offerta pubblica di scambio di UniCredit su Banco BPM, la stampa svizzera continua a tenere i riflettori accesi sul gruppo bancario internazionale con sede a Milano.
Dalle colonne di LeTempsCollegamento esterno si legge infatti della chiusura della sede ginevrina di UniCredit. Secondo fonti giornalistiche, la seconda banca italiana chiuderà la sua sede nel cantone e metterà quindi in liquidazione la sua società svizzera dal momento che due anni fa ha cessato le sue attività anche a Zurigo. A Ginevra, i suoi cinque dipendenti erano specializzati nel finanziamento del commercio di materie prime, attività che la struttura non interromperà, ma che svolgerà da Monaco, dove si trova una delle sue sedi principali.
“Non so perché UniCredit se ne vada, ma la situazione comincia a diventare complicata per le banche svizzere”, afferma Florence Schurch interpellato dal foglio ginevrino. Il segretario generale dell’organizzazione noprofit di materie prime Suissenégoce, di cui UniCredit era membro, ritiene che il disastro di Crédit Suisse abbia spinto le autorità finanziarie elvetiche ad applicare norme molto severe che ostacolano un settore che richiede molta liquidità.
Di UniCredit si parla però anche su altri portali relativamente all’acquisizione della tedesca CommerzbankCollegamento esterno.
“Caos totale” e rabbia per l’obbligo del casco sui monopattini elettrici
Così titola un articolo degli scorsi giorni del Tages AnzeigerCollegamento esterno. Il giornale zurighese nota come nelle grandi città come Roma, Firenze e Milano stiano già arrivando le prime multe a seguito dell’entrata in vigore del nuovo controverso codice della strada.
Tra le principali novità, una riguarda infatti i monopattini elettrici il cui noleggio, anche per brevissime durate, è diventato molto popolare negli ultimi anni. In base alle nuove norme, però, chi viene fermato su un monopattino elettrico senza casco viene sanzionato con 50 euro. Molte persone si sono lamentate di non essere state informate, soprattutto le turiste e i turisti stranieri. Le molte società che forniscono questo servizio di nolo sono nel frattempo preoccupate per il loro modello di business, riporta il giornale.
La mafia in Italia fattura 40 miliardi l’anno
Un altro tema riguardante l’Italia di cui si è scritto molto in questi giorni concerne l’indotto economico derivante dalle attività mafiose. Dal portale online della BaslerZeitungCollegamento esterno a watson.chCollegamento esterno, passando per la RSICollegamento esterno: i media svizzeri riportano come le varie organizzazioni criminali italiane hanno un giro d’affari inferiore solo ai colossi dell’energia GSE, ENI ed ENEL.
A fare i conti in tasca al malaffare, basati su dati della Banca Centrale italiana, è uno studio dell’Associazione artigiani e piccole imprese CGIA Mestre, secondo il quale le mafie fatturano appunto 40 miliardi all’anno, ossia oltre il 2% del PIL del Paese.
I media elvetici sottolineano come, secondo lo studio, sono circa 150’000 le imprese coinvolte nella criminalità organizzata, soprattutto nelle grandi città: più di 18’000 a Napoli, più di 16’000 a Roma e più di 15’000 a Milano.
Il potenziale ritorno dell’energia nucleare
In un suo approfondimento, la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno si focalizza sul rilancio da parte del Governo italiano dell’energia nucleare, giustificato dai prezzi elevati dell’energia e delle incertezze geopolitiche.
Dopo una pausa durata 30 anni, fa notare la NZZ, ossia dall’addio al nucleare deciso a seguito dell’incidente di Chernobyl, una startup italiana potrebbe segnare un cambiamento significativo nella strategia energetica italiana dei prossimi anni. Del tema e del paragone con la situazione in Svizzera avevamo scritto negli scorsi mesi anche noi.
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