Riforma LPP a favore dei lavoratori a tempo parziale, comitato
(Keystone-ATS) La riforma della LPP è un compromesso ampiamente sostenuto, modernizza il secondo pilastro e lo adatta ai cambiamenti della società e dell’economia. È quanto afferma il comitato sostenitore che oggi ha presentato i suoi argomenti per la votazione del 22 settembre.
“Le persone che lavorano a tempo parziale e hanno un reddito basso, spesso donne, avranno una pensione migliore”, afferma la consigliera nazionale Melanie Mettler (PVL/BE). Con il cambiamento del sistema di calcolo della deduzione di coordinamento, infatti, la parte di salario sottoposta a contributi risulterà notevolmente aumentata per le persone con impieghi a tempo parziale. Attualmente dal salario viene detratta una deduzione di coordinamento fissa di 25’725 franchi, a prescindere dal grado d’occupazione. Con la riforma invece la deduzione ammonterà al 20% del salario.
Inoltre per la prima volta 100’000 nuovi redditi saranno assicurati dalla LPP grazie alla riduzione della soglia d’entrata dagli attuali 22’050 franchi a 19’845 franchi. I lavoratori e le loro famiglie saranno meglio assicurati in caso di invalidità o decesso, ha sottolineato il consigliera nazionale Jost (PEV/BE).
Saranno invece ridotti i contributi per i lavoratori over 55 anni, e “questo migliorerà le loro possibilità sul mercato del lavoro”, sottolinea Marie-France Roth Pasquier (Centro/FR)
La Riforma “assicura il futuro del nostro sistema di previdenza vecchiaia basato su tre pilastri”, ha sottolineato Gerhard Pfister, presidente dell’Alleanza del Centro, mentre il consigliere nazionale Pierre-André Page (UDC/FR), ha tenuto a sottolineare che “la LPP è vantaggiosa per i dipendenti perché il loro patrimonio risulta generalmente moltiplicato per tre grazie i contributi versati del datore di lavoro e agli interessi maturati”. Inoltre “migliora l’equità intergenerazionale per i giovani e per le generazioni future”, ha aggiunto la consigliera nazionale Regine Sauter (PLR/ZH), precisando che l’85% degli assicurati non è interessato, perché dispone di un piano pensionistico sovraobbligatorio o opta per un prelievo in capitale.
La riforma adottata dal Parlamento nel marzo 2023 prevede anche una riduzione del tasso minimo di conversione per le pensioni professionali obbligatorie dal 6,8% al 6%. Questo tasso determina l’importo della futura pensione. Sono previste misure di compensazione per una parte della “generazione di transizione” per ovviare alla diminuzione delle rendite dovuta al nuovo tasso minimo di conversione.