Aiuto, i social-baby diventano un esercito
di Aldo Sofia
“Vostro figlio ha meno di due anni? Allora non mettetegli in mano uno smartphone”. Pochi mesi fa, il monito venne lanciato dal “Washington Post”. Un allarme giustificato da una serie di ricerche. In base alle quali l’età d’ingresso dei più piccini nel fantastico mondo digitale si è indubbiamente abbassato. Fino a limiti difficilmente superabili. Del resto lo possiamo constatare facilmente di persona. Se avete appunto un figlio o un nipotino sui due anni, verificate con quale velocità apprenderà a “sfogliare” le immagini sul vostro telefonino. Se quest’ultimo contiene dei video, saranno ancora più interessati e capaci di far partire le immagini premendo con disinvoltura il triangolino d’avvio. Non sanno ancora parlare, ed è solo l’inizio. Crescendo, il social-baby si tufferà con estrema agilità digitale in quel nuovo “paese dei balocchi” che è la rete. E lo farà sempre più in solitario.
Così, secondo la Società italiana di pediatria, “il rapporto fra adolescenti e internet è sempre più privato”, quindi lontano dal controllo di mamma e papà. Soprattutto se hanno l’accesso a uno smartphone, o addirittura un proprio telefonino con accesso al web (quanti genitori resistono all’insistente richiesta dei figli?). Si stima che oggi in Italia il 71% dei tredicenni si collega ad Internet grazie al cellulare. Tagliando fuori i genitori. Quasi il 50% degli adolescenti trascorre in rete da una a tre ore al giorno, e il 26% supera le tre ore. Uno su quattro afferma di “sentirsi solo” senza i suoi amici virtuali. Per il 12% accendere internet è la prima preoccupazione al risveglio. E per il 35% l’ultima attività della sera prima di prendere sonno.
Da internauti a…”internati” della rete. Una sorta di droga. E se, anche in questo campo, gli Stati Uniti precedono quello che sarà un trend generale, le cifre sono ancora più sorprendenti, e inquietanti. Un bambino americano di otto anni trascorre in media otto ore al giorno con i media elettronici; dopo i 13 anni spedisce 3.365 sms al mese; e 34 al giorno dopo aver spento la luce della propria camera. Ore preziose rubate al sonno. Il fenomeno inquieta, anche se la maggioranza degli esperti è ancora assai cauta nell’identificare gli effetti negativi di uno sviluppo ancora troppo recente per lanciarsi in conclusioni sicure: i social-baby di oggi saranno più reattivi e vivaci, oppure diventeranno degli smanettatori sconnessi dalla realtà? Più intelligenti o più tonti? Più informati e consapevoli, o più confusi e violenti?
E i genitori? Anche i più coscienziosi (quelli che impongono un uso molto contenuto di tablet e telefonini, che si sforzano di inventare giochi alternativi, e che si ostinano a leggere le fiabe prima del bacio della buona notte) cominciano forse a rimpiangere la cara vecchia tv. La baby-sitter d’antan (quella che fissava al carosello la fine della giornata dei nostri figli) è ormai un ferro vecchio. Così come il telecomando che comunque garantiva il diktat genitoriale.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.