Nel 1969, in occasione dell'uscita di una sua biografia, il futuro premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale appare alla Televisione svizzera. Il pubblico può così scoprirne la vena autoironica e due grandi passioni giovanili: il canto, la pittura.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (Teche)
Il poeta, che l’Accademia reale svedese riconoscerà nel 1975 per aver “interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, si dice stupito che qualcuno abbia pubblicato un libro su di lui.
“Quando vado a fare un telegramma, firmato col mio nome e cognome”, rivela, “non ho mai avuto la soddisfazione di vedere l’impiegata dire ‘Ah, ma Lei è il famoso Montale!’ Niente, non alzano mai gli occhi!”.
L’autore della biografia, il giornalista letterario Giulio Nascimbeni, sottolinea in primis proprio la simpatia del grande poeta, che lo ha “accolto per molti pomeriggi” in casa sua e ha risposto a domande sull’infanzia, su quando era soldato, e pure su quando dipingeva in bagno.
Il fatto è, spiega Montale, che se si dipinge su carta da imballaggio e cartoni con “gessi scolastici che si sfarinano e sporcano molto”, si creano delle tensioni familiari. Il poeta, che fu anche critico musicale, ricorda inoltre divertito perché rinunciò a una carriera da baritono.
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L’intervista a Eugenio Montale e Giulio Nascimbeni, a colloquio col critico letterario Fernando Giannessi, fu trasmessa dalla Radiotelevisione svizzeraCollegamento esterno il 17 giugno 1969 in ‘Incontri, fatti, personaggi del nostro tempo’. Regia di Grytzko Mascioni.
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