Grotta nel ghiacciaio rischia il cielo aperto
Sotto il Ghiacciaio del Rodano, in alto Vallese, corre una galleria scavata e gestita dalla stessa famiglia da quasi due secoli. Un’attrazione turistica che potrebbe presto sciogliersi al sole: col riscaldamento climatico, il fronte del ghiacciaio si ritira di trenta metri ogni anno. Il reportage della Radiotelevisione svizzera.
La prima fotografia del Rhonegletscher risale al 1846, verso la fine della piccola era glaciale. Da allora, il fronte del ghiacciaio non fa che arretrareCollegamento esterno, ma rimane una meta ambita dai turisti.
“Nel 1985, il ponte per entrare nel ghiacciaio partiva da qui”, indica Philippe Carlen in un punto completamente all’asciutto.
La famiglia Carlen è proprietaria della grottaCollegamento esterno da quattro generazioni. La manutenzione dello scavo, lungo 150 metri, richiede uno sforzo notevole poiché ogni giorno il ghiacciaio si riduce di 15 centimetri.
La spesa supera l’impresa
Nel tentativo di proteggere il ghiaccio dai raggi del sole, già il nonno di Philippe -nel 1925- aveva installato dei tappeti. Il nipote ha adottato coperture meno rudimentali, ma questo ha un prezzo.
“Quattro anni fa ho comprato questi teloni. Ho speso 40 mila franchi: l’impresa comincia a diventare cara”.
I turisti, per visitare la galleria, sborsano nove franchi a testa. E vedono più che da vicino gli effetti dei cambiamenti climatici.
“La grotta gronda molta acqua”, commenta un francese. “È una cosa che ti fa riflettere sullo scioglimento del ghiacciaio ma è comunque un bello spettacolo”.
“Potrei essere l’ultimo”
Ogni anno, nel mese di maggio, Philippe riparte da zero: bisogna scolpire la grotta e posare decine di teloni.
“Quando vedo la velocità a cui fonde il ghiacciaio mi intristisco, credo che potrei anche essere l’ultimo membro della famiglia Carlen che gestisce la grotta”, dice.
Di recente, uno storico albergo nei pressi del Rhonegletscher ha chiuso i battenti. II destino di questo luogo turistico è quindi anche nelle mani di Philippe.
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