La televisione svizzera per l’Italia

Kübler, Bartali e i ricordi degli anni d’oro

b/n Tre uomini seduti su due divanetti attorno a un tavolino in una scenografia televisiva; uno parla altri ascoltano
L'intervista assunse immediatamente toni goliardici, tanto che Mike chiese alla regia di confrontare il naso del campione italiano ('triste come una salita', cantava Paolo Conte) con quello dell'amico-rivale svizzero. RSI-SWI

La perla di questa settimana vale doppio. Rivedremo non solo una rara intervista doppia a due campioni dell'epoca d'oro del ciclismo -l'italiano Gino Bartali e lo svizzero Ferdinand 'Ferdy' Kübler-ma anche il primo Mike Bongiorno a colori. La trasmissione, con la quale lo storico presentatore italiano poté sperimentare la nuova tecnica televisiva dopo vent'anni in bianco e nero, si chiamava 'Personaggi in fiera'.

Nello sport, Ginettaccio e Ferdy erano stati rivali. Avevano però gareggiato nella stessa squadra di club due volte (Tebag nel 1948, la Bartali nel 1949) ed erano grandi amici nella vita: dal momento in cui entrarono negli studi di Lugano per questa rimpatriata del 1975, non fecero che rievocare “i bei tempi” e fu difficile tenerli a freno.

Bei tempi, gli anni ’30-’50, in cui il ciclismo era tra gli sport più popolari e attirava grandi folle lungo la strada, per assistere al passaggio di quasi-eroi che tuttavia rimangono, nella memoria collettiva, uomini semplici.

Primo piano di un uomo sulla sessantina in giacca e cravatta davanti a microfono; racconta sorridendo e gesticolando
Bartali. RSI-SWI

I soprannomi

Del campione italiano -vincitore di tre Giri d’Italia e due Tour de France (a 10 anni di distanza l’uno dall’altro, un record)- si evocano in trasmissione due soprannomi: L’uomo di ferro e Il Pio, quest’ultimo un riferimento alla fede e all’Azione cattolica, di cui porta ancora il distintivo sul bavero.

Di Kübler, il presentatore rivela che il ciclista stesso si firma Ferdy National (Ferdi nazionale). Non sembri presunzione: un sondaggio del 1983 confermerà che si trattava dello sportivo svizzero più popolare dell’ultimo mezzo secolo.

I grandi giri

Ferdinand Kübler ebbe meno successi di Bartali nelle grandi prove a tappe (prevalse solo in patria, con 3 Tour de Suisse contro 2) ma s’impose ai Mondiali di Varese nel 1951. Di quest’ultima vittoria, Ginettaccio rivendica scherzosamente il merito [scopri perché nel video, sotto].

Ferdy, in effetti, lo ringrazia. Ma non per una gara: per un’intera carriera. Conosciuto per il suo temperamento controllabile, lo scalatore-passista svizzero ammette di aver imparato molto dall’amico-rivale, in particolare a correre “con la testa” per mettere a frutto le sue doti atletiche.

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Non a caso, i Cinquanta furono poi per Kübler anni di successi e nel 1956, a 37 anni, fu ancora capace di vincere un’importante classica come la Milano-Torino. Si ritirerà l’anno successivo e lavorerà nel marketing sportivo.

Studio televisivo con lunghe pareti decorate da figure tipo tarocchi e cerchi concentrici
RSI-SWI


L’intervista a Gino Bartali e Ferdy Kübler fu trasmessa il 18 aprile 1975 nell’ambito di ‘Personaggi in fiera’, il gioco a premi che Mike condusse per la televisione svizzera di lingua italiana (allora TSI) con l’intenzione “di imparare qualcosa di nuovo”, come disse in apertura della prima puntata. Il “nuovo” era il colore, introdotto in Svizzera una decina di anni prima rispetto alla RAI.

Tra una manche e l’altra del gioco, Mike apriva uno sportello circolare [foto accanto], dietro il quale si celava un salottino per le interviste agli ospiti.



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