Una Ferrari negli studi della TV svizzera
A metà anni Settanta, il pilota automobilistico svizzero Clay Regazzoni presenta in televisione la sua Ferrari. La monoposto di Formula 1 è letteralmente scoperchiata davanti alle telecamere perché Clay possa spiegarne al pubblico le peculiarità. Non prima di aver risposto a qualche domanda suo rapporto con Niki Lauda.
La TV svizzera trasmette a colori dal 1968. In quegli anni era così riuscita ad attirare uno dei conduttori storici della RAI, Mike Bongiorno, ma soprattutto era perfetta per sfoggiare il caratteristico rosso della scuderia modenese.
Clay Regazzoni, della monoposto, passa in rassegna: l’abitacolo su misura, la carrozzeria in fibra di vetro, le proprietà dell’ala posteriore, il motore, la strumentazione e un prezioso impianto antincendio che può essere azionato sua dall’interno che dall’esterno.
Del compagno di scuderia Niki Lauda, dice che è “un ragazzo col quale è piacevole lavorare” perché è un “austriaco freddo, calcolatore, un serio professionista”. “Se non mi sbaglio è signorino”, incalza Mike con un lessico d’altri tempi. “Sì”, risponde Clay, “ma…”.
‘Una Ferrari negli studi TSI’, trasmesso il 23 maggio del 1975, fu una delle ospitate di Clay Regazzoni nell’ambito del contenitore ‘Personaggi in fiera’.
La vita del pilota svizzero ebbe inevitabilmente un “prima” e un “dopo”. Prima e dopo l’incidente durante il Gran Premio degli Stati Uniti che lo rese paraplegico nel 1980.
Nel libro autobiografico ‘È questione di cuore’, del 1982, Clay Regazzoni racconta come sia “tornato tra i comuni mortali” dopo dieci anni di vita pubblica. “Anche se accettavo il mondo dello spettacolo, io interiormente sono sempre stato un uomo tranquillo”, rivela.
Nell’intervistaCollegamento esterno sul libro, realizzata da Osvaldo Benzi in una libreria del centro di Lugano e trasmessa dal quotidiano di informazione ‘Il Regionale’ il 7 aprile 1982, Clay Regazzoni sottolinea: “Non ho ancora dichiarato di aver smesso di fare il corridore”.
Il pilota non si riferisce soltanto alla speranza di riacquisire un giorno l’uso delle gambe, ma anche all’impegno a vivere una vita piena, per sé e per ispirare migliaia di persone che si trovano in condizioni simili a ritrovare una ragione di vita.
E infatti, appena tre anni più tardi, la TV svizzera lo ritrova sul circuito di Vallelunga, dove per una settimana al mese introduce all’automobilismo un gruppo di giovani disabili. Più in generale, Regazzoni si impegnò affinché essi potessero praticare un’attività sportiva.
A Clay Regazzoni, qui protagonista di una puntata del settimanale ‘Centro’ del 25 ottobre 1985, è dedicato un intero dossierCollegamento esterno del portale Play RSICollegamento esterno. Quest’ultimo servizio è di Renato Delorenzi e Luciano Berini.
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