Fioriscono consegne a domicilio e take-away
Un terzo dei ristoranti del Canton Ticino si sta attrezzando per il servizio a domicilio o da asporto: le misure straordinarie varate lunedì dal Consiglio federale per contenere l'epidemia di coronavirus non precludono infatti la consegna dei pasti. Neppure il decreto del governo cantonale che domenica aveva sancito la chiusura degli esercizi pubblici a sud delle Alpi la vietava, dando una speranza a chi, tra mille difficoltà, ha forse trovato un modo di limitare i danni.
Ristoranti, pub, gelaterie, rifugi alpini e tutti i bar, inclusi quelli annessi alle pasticcerie, alle stazioni di servizio e ferroviarie, ai campeggi e agli alberghi, non possono piùCollegamento esterno accogliere clientela nei loro locali né servirla al bancone interno.
L’unica eccezione in senso stretto è prevista per il servizio di ristorazione degli hotel, che possono servire chi pernotta nella struttura, ovvero i pochi turisti rimasti nonché quei lavoratori frontalieri impiegati nei servizi essenziali ai quali il datore di lavoro ha trovato un alloggio, per evitare ritardi e rischi connessi all’attraversamento quotidiano della frontiera, in un periodo di accresciuti controlli e dove le limitazioni potrebbero essere inasprite da un momento all’altro.
Pur non essendo costretti, riferisceCollegamento esterno il presidente di HotellerieSuisse Ticino a RSI News, alcuni alberghi stagionali in Ticino hanno deciso di posticipare l’apertura, generalmente prevista per aprile (Pasqua). Tra le strutture sempre aperte, per contro, non sembrano molte quelle che hanno deciso di chiudere di loro iniziativa.
Uno spiraglio, per gli altri esercenti, è il servizio a domicilio o d’asporto, che rimane possibile purché si rispetti la normativa: nessun cliente all’interno del locale, dove vigono norme igieniche accresciute e di distanza sociale, e nessuna coda all’esterno.
Tutto è spiegatoCollegamento esterno sul sito dell’associazione di categoria Gastro Ticino, così che i meglio attrezzati e più intraprendenti possano reinventarsi nel giro di poche ore. E, a giudicare dalle testimonianze raccolte dal Quotidiano della RSI, tra loro c’è chi riesce ancora a vedere il bicchiere mezzo pieno.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.