La televisione svizzera per l’Italia

Viaggio agli estremi dell’Europa italofona

Un uomo munge una vacca per strada in Sicilia. Il latte sarà consegnato immediatamente al cliente.
Sicilia, anni Sessanta. "L'economia più primitiva porta la vacca da mungere direttamente sotto la finestra dei clienti". RSI-SWI

Airolo e la Sicilia sono gli estremi nord e sud dell'Europa italofona. Un documentario dei primi anni Sessanta traccia analogie e contrasti tra il villaggio ai piedi del passo del San Gottardo e l'isola del Mediterraneo.

Il filmato comincia con colonne di automobili che scendono dai vagoni: all’epoca, per superare le Alpi nei mesi invernali, si montava sui famosi ‘treni navetta’.

Siamo ad Airolo, l’ultimo comune della valle Leventina, dove le con insegne bilingue dei negozi (italiano e tedesco) “si avverte l’imminenza di un’altra stirpe”.

Nemmeno due minuti, e la fisarmonica lascia spazio allo scacciapensieri, strumento musicale del Sud. Le immagini ci mostrano la Valle dei Templi, Corleone, Palermo.

Il documentario, però, mostra soprattutto la dura vita di campagna e montagna che sta dietro le cartoline spedite dai turisti.

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Le preoccupazioni del montanaro che esce d’inverno a far legna e i rischi che corre il pescatore che salpa con tempo incerto, non sono così diversi.

La vita sulle alte montagne bianche del nord, con i venti freddi e le nebbie, non è così dissimile da quella dei pastori siculi.

Gli estremi dell’Europa italofona sono infine accomunati dall’emigrazione: treni partono ogni giorno da nord e da sud.

Nei “bassi” di Palermo, intanto, “l’economia più primitiva porta la vacca da mungere direttamente sotto la finestra dei clienti”. I quali, dal balcone, calano un cestino con i soldi e la bottiglia vuota, che poi ritirano piena di latte fresco.

“Airolo chiama Sicilia”, di Rinaldo Giambonini e Luciano Marconi, è un documentario della Televisione svizzera, che lo trasmise il 3 maggio del 1962 nell’ambito della serie ‘Tempo nostro’. 

 


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