In Svizzera, l'associazione delle e degli insegnanti LCH chiede di installare nelle classi strumenti per la misurazione della qualità dell'aria. Con il ritorno a scuola -la maggior parte degli alunni svizzeri è già sui banchi- si ripropone infatti la questione della possibile diffusione del coronavirus tramite aerosol, minuscole particelle in sospensione nell'atmosfera.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 18.08.2020)
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La ventilazione delle aule dev’essere frequente. “Nei locali chiusi dove non c’è circolazione d’aria c’è una discreta possibilità che qualcuno sia stato infettato con il Covid-19”, dice il virologo Martin Sturmer dell’Università di Francoforte. “E questo anche se la persona positiva ha già lasciato la stanza da alcuni minuti”.
Questione di minuti. Ne bastano pochi perché le goccioline emesse da un colpo di tosse siano diffuse per tutto l’ambiente. Ma come evitarlo? Misurando l’umidità e i livelli di diossido di carbonio (CO2). Più il valore riconducibile all’espirazione è elevato, maggiore è il rischio di contagio se nell’aria sono presenti dei virus, spiega il professore di chimica atmosferica al Politecnico di Zurigo Thomas Peter.
“È dal 2017 che chiediamo che la qualità dell’aria venga misurata”, rivela segretaria centrale di LCH Franziska Peterhans, . “Abbiamo promosso iniziative per ottenere questi dispositivi, e ora riteniamo che a causa del Covid-19 ciò sia ancora più urgente”.
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