Don Raffaele, campione di logorrèa e preziosa foglia di fico
di Massimo Donelli
Se alle OlimpiadiCollegamento esterno ci fosse anche la medaglia d’oro per la logorrèaCollegamento esterno, probabilmente Matteo RenziCollegamento esterno sarebbe escluso per manifesta superiorità tecnica: nessuno, al mondo, blatera tanto quanto il presidente del Consiglio.
Ma – c’è da esserne certi – anche un altro italiano verrebbe lasciato a casa.
Perché non tace mai.
Mai.
Chi è?
È il dottor Raffaele CantoneCollegamento esterno, 51 anni, magistrato in aspettativa e, dal 27 aprile 2014, presidente dell’ANAC, l’Autorità nazionale anti corruzioneCollegamento esterno.
Se pensate che stiamo esagerando, provate a digitare su GoogleCollegamento esterno il sostantivo intervista associato al suo nome e cognome: sarete travolti da una valanga di risultati.Collegamento esterno
Don Raffaele, infatti, non nega una dichiarazione a nessuno, si tratti del New York TimesCollegamento esterno o del giornalino scolastico di Scurcola MarsicanaCollegamento esterno. Parla, don Raffaele.
Parla e scrive libriCollegamento esterno.
Poi posta su FacebookCollegamento esterno, twittaCollegamento esterno, ritwitta, interviene su tuttoCollegamento esterno.
Instancabile, certamente.
Fors’anche vanesio?
Un tantino ambizioso?
Magari una punta egocentrico?
Ex magistrato inquirente specializzato in camorra, reso famoso dal suo amico Roberto SavianoCollegamento esterno che ora lo criticaCollegamento esterno, Cantone non è certamente un manifesto dell’umiltà, anzi.
Renzi gli ha cucito su misura l’abito dell’ANAC ottenendone in cambio una fantastica foglia di fico, preziosa per proteggersi dai molti schizzi di fango che hanno macchiato l’onorabilità del Pd (Partito democraticoCollegamento esterno) da Mafia capitaleCollegamento esterno fino alla candidatura di Vincenzo De Luca.
E Don Raffaele, pavoneggiandosi nel ruolo di foglia di fico, non si è mai tirato indietro (figuriamoci…) quando si è trattato di parlare al posto del premier (che, come i lettori di Radio Monteceneri ben sanno, sta sottocoperta se c’è tempesta e bulleggia se il vento gonfia la vela).
Pochi giorni fa, per esempio, nell’ennesima intervistaCollegamento esterno, Cantone intervenendo sul caso De Luca si è scagliato contro Rosy BindiCollegamento esterno e ha abbracciato la linea renziana a difesa dell'”impresentabileCollegamento esterno” neogovernatore della Campania. In questo modo ha guadagnato l’ennesimo apprezzamento di Matteo; e una bordata del quotidiano il manifestoCollegamento esterno che ha definito l’intervista di don Raffaele “Collegamento esternoLa Cantonata“.Collegamento esterno
Di certo, fin qui, Cantone ha fatto più parlare di sé che dell’ANAC.
Già, l’ANAC…
Nata nel 2014 sulle ceneri delle defunte AVPL (Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, 1994), AVCP (Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, 2006) e CIVIT (Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, 2010) – ma quanto sono bravi gli italiani a fare e disfare senza che nulla cambi? – l’ANAC ha un organico di 326 personeCollegamento esterno.
Sì, avete letto bene: 326 persone.
Ora, considerato che alla Casa Bianca lavorano in tutto 454 individuiCollegamento esterno, ci si chiede: che cosa combina dalla mattina alla sera l’esercito di don Raffaele?
Poco o nulla, verrebbe da dire pensando ai molti scandali italiani, grandi e piccoli, e all’assenza di qualunque notizia su azioni preventive (o di qualche rilevante utilità) condotte dall’ANAC.
Di cui, a parte il pensiero mediaticamente dispiegato del presidente o i buoni propositiCollegamento esterno ufficialmente proclamati, nulla sappiamo. E per capire quel poco che si trova sul sito ufficialeCollegamento esterno ci vorrebbe un traduttore capace di rendere comprensibile il burocratese (alla faccia della trasparenza…).
Così, a oltre un anno dalla costruzione del magnifico scranno su cui siede Cantone, la sensazione è che le salate tasse degli italiani siano state canalizzate verso l’ennesimo buco nero capace di inghiottirle.
Ma dove vuole arrivare don Raffaele?
Non c’è bisogno di interrogare l’oracolo di DelfiCollegamento esterno per scoprirlo.
Lo schema è lo stesso del fu (politicamente) Antonio Di PietroCollegamento esterno.
Eccolo: 1) Faccio il magistrato inquirente. 2) Mi occupo di un’inchiesta che provochi scalpore. 3) Trovo uno o più giornalisti aediCollegamento esterno che mi rendano famoso. 4) Me la tiro da gran moralizzatore. 5) Divento intoccabile. 6) Comincio a fare il prezzemolino sui giornali e nei salotti della tv. 7) Pubblico libri con l’aiuto di uno scribaCollegamento esterno. 8) Sono pronto per la politica. 9) Mi levo la toga. 10) Mi candido.
Come è andato a finire il (fu) moralizzatore Di Pietro lo sappiamo: inchiodato e stroncato da una intervistaCollegamento esterno di ReportCollegamento esterno.
Come finirà don Raffaele “lo scopriremo solo vivendo“, per citare il grande Lucio BattistiCollegamento esterno di “Con il nastro rosa“. E vien da ridere (amaro) pensando al “Don Raffaè” dell’immenso Fabrizio De AndréCollegamento esterno, in cui il brigadiere Pasquale Cafiero, con saggezza popolare, lamenta: “Prima pagina venti notizie / ventuno ingiustizie e lo Stato che fa / si costerna, s’indigna, s’impegna / poi getta la spugna con gran dignità”…
Nel frattempo, canzoni a parte, sarà bene tenere a mente ciò che si usa dire nella comunicazione commerciale: diffidate delle imitazioni.
Soprattutto, aggiungiamo noi, visto qual è, in questo caso, l’originale…
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