“La viabilità? È migliore di prima”
A sei mesi dal crollo del ponte Morandi il sindaco Marco Bucci indica cos’è stato fatto e cosa resta da fare. Tra Città e magistratura c’è stretta collaborazione e venerdì è in agenda l’incidente probatorio con i periti. L'intervista del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
La tragedia del ponte Morandi, crollato il 14 agosto dell’anno scorso con un bilancio finale di 43 morti, 9 feriti e 533 sfollati, ha stravolto l’assetto viario di Genova con effetti devastanti per la Città, per la Regione Liguria e per l’intera Italia.
Quasi sei mesi dopo, mentre proseguono le indagini della Magistratura –che finora ha inquisito una trentina di persone –, il Corriere del Ticino ha incontrato il sindaco Marco Bucci a Palazzo Tursi per fare il punto della situazione. Venerdì 8 febbraio nello stesso capoluogo ligure è in agenda il primo incidente probatorio con i periti. Bucci, che è anche commissario per la ricostruzione del ponte, rimarca che a Genova la mobilità è stata ripristinata e potenziata, il peggio è passato.
Corriere del Ticino: A quasi sei mesi dal crollo del ponte Morandi cos’è cambiato a Genova?
Marco Bucci: I cittadini con cui mi confronto continuano a dirmi che la viabilità a Genova oggi è migliore di quanto non lo fosse prima dello scorso 14 agosto. La mobilità è facilitata da diverse nuove strade, tra queste l’importante rampa di collegamento all’uscita Genova Aeroporto che si allaccia alla strada Guido Rossa. Quando sarà agibile anche il nuovo ponte saremo una città di cui tutti si vanteranno.
L’8 febbraio, è previsto il primo incidente probatorio, vi sono stati dei ritardi nel tradurre il testo, dal tedesco all’italiano, della perizia dell’esperto svizzero Bernhard Elsener. In qualità di commissario per la ricostruzione del ponte Morandi è in grado di dire se saranno rispettati i tempi?
Un conto è la demolizione, rispettivamente la ricostruzione del ponte, un altro è l’attività della Magistratura. Le due cose vanno distinte. Faremo in modo di parlarci insieme e che si possano trovare soluzioni, come abbiamo fatto finora. Bisogna tenere presente che il ponte è ancora sotto sequestro e nonostante tutto noi possiamo demolirlo, questo vuol dire che con la Procura esiste un’ottima collaborazione.
Lei ha una lunga esperienza manageriale, come si confronta con i tempi della politica e della burocrazia?
Basta continuare con quelli manageriali e il problema è risolto (ride). Non sto scherzando. È sufficiente applicare le teorie che si studiano e si utilizzano, in genere, quando si mettono in cantiere progetti. Basta non farsi deviare dalla politica, che ha logiche diverse. E questo, ovviamente, non vale soltanto per l’Italia. Bisogna essere obiettivi, lavorare sui risultati anziché sulle intenzioni».
Il viceministro Edoardo Rixi ha parlato di un miliardo di euro di perdite per la diminuita attività portuale e del relativo indotto a scapito di Genova e della Regione Liguria. Può confermarlo?
Non ho i dettagli di questo importo. Ricordo comunque che nei mesi di settembre e di ottobre dell’anno scorso abbiamo fatto effettivamente meno business rispetto allo stesso bimestre dell’anno precedente. In novembre l’andamento degli affari è stato poi abbastanza simile, mentre dicembre e gennaio si sono rivelati meglio del 2017: ora siamo di nuovo nel percorso di crescita che avevamo così brillantemente iniziato un anno fa.
Come lo si può spiegare in concreto?
Oltre alla viabilità è una questione di volontà. I genovesi si sono rimboccati le maniche. Tutti hanno voglia di lavorare. Genova è una città che lo ha sempre fatto e che lo sa fare bene. Mille anni di Repubblica e millecinquecento di dominio sul mare sono lì a dimostrarlo. Certo, la politica e la burocrazia possono essere grossi freni e quando succede si va in declino anziché in crescita. Quando, invece, l’amministrazione aiuta le aziende e la città, allora le cose diventano sinergiche e si migliora.
Quest’idea di sviluppo della città si rivolge anche verso l’estero e quindi verso le nostre latitudini: la Svizzera e il Ticino in particolare. Quanto è importante, in questo senso, la realizzazione del terzo valico (il collegamento ferroviario veloce Genova-Milano)?
È fondamentale. Si tenga presente che da qualunque città della Svizzera il mare più vicino è quello di Genova. Genova è il porto della Svizzera. Il fatto di poter collegare la nostra città con la Confederazione tramite il terzo valico è una cosa importantissima e che auspichiamo quindi possa essere terminata il più in fretta possibile: parliamo di fine 2022. Da Genova, attraverso il terzo valico, si entra nel corridoio della Genova-Rotterdam, il cosiddetto Reno-Alpi. Ma io preferisco, ovviamente, chiamarla Genova-Rotterdam.
Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli non sembra, tuttavia, molto convinto di questo progetto. In linea con il suo partito, il Movimento 5 Stelle, anzi, è apparso piuttosto intenzionato se non a bloccarlo almeno a rallentarlo.
Non mi sembra. Da quando ho iniziato a parlargli le nostre idee paiono convergere. Posso dire che sul progetto del terzo valico siamo allineati. Si va avanti.
“Sul progetto del terzo valico con il ministro dei trasporti Toninelli siamo allineati. Si va avanti”.
Molti si sono chiesti come sia stato possibile costruire case sotto il viadotto Polcevera. Colpa di errate pianificazioni urbanistiche di precedenti amministrazioni? I residenti di quelle abitazioni sono stati tutti trasferiti?
Precisiamo che le case non sono state costruite sotto il ponte, almeno la maggior parte di esse, è il ponte che è stato costruito sopra le case. Gli sfollati si sono dovuti trasferire in altre abitazioni che abbiamo messo loro a disposizione. Ricordo che la prima famiglia si è insediata nelle nuove case dopo soli sei giorni! Un record non solo per l’Italia, ma direi a livello internazionale che vale per tutte le zone dove si sono verificate catastrofi in tempi recenti. Proprio questa settimana stiamo terminando i rimborsi: abbiamo comperato le case a tutti e le abbiamo ripagate agli stessi sfollati. Questi ultimi, ora, dispongono quindi anche del cash necessario per potersi scegliere la sistemazione definitiva.
Si dice che alcuni sfollati avrebbero ottenuto case del valore superiore a quelle in cui hanno abitato.
Per cominciare va chiarito, che sono già tutti stati trasferiti. Dopo quattro settimane abitavano tutti in una casa nuova. Non posso dire che a queste persone sia andata bene, dato che essere sfollati non è certo una condizione semplice. I rimborsi ottenuti per l’acquisto della casa, in molti casi – certo – sono stati più alti del valore di mercato, talvolta anche del doppio o forse di più. Mi sembra anche giusto perché ripaga gli sfollati di tutti i disagi cui hanno dovuto far fronte, come abbandonare in tempi strettissimi le case dove hanno abitato per anni senza poter portare nulla con sé.
I tecnici sono al lavoro per stabilire le esatte cause del crollo del ponte. Ma pare assodato che vi sono state pesanti negligenze manutentive. Possibile che il Comune non sia stato sufficientemente determinato a far effettuare tempestivi ed approfonditi controlli?
Se qualcuno conosce le esatte cause del crollo del ponte Morandi le dica. Io non le so. È la Magistratura che le deve rivelare. Non posso neppure esprimermi perché non è mia competenza farlo. La gestione dell’autostrada non è compito del Comune.
I tempi dei lavori tra demolizione e ricostruzione sono lunghi, dureranno almeno un anno. Lei stesso ha indicato il 2020 come possibile apertura del nuovo viadotto al traffico veicolare. Con l’estate che incombe come si prepara Genova a evitare il possibile caos viario?
Non ci sarà alcun caos viario. Ci sono più corsie di quante ne avevamo prima del crollo! Ne abbiamo cinque in più dopo averne perse quattro. Nella direzione Est-Ovest abbiamo più strade. Genova si preparerà a una grande estate turistica. Mi dispiace che circolino ancora informazioni secondo cui oggi non si riesca a raggiungere la città e che la mobilità risulti compromessa. Non è assolutamente vero.
Dall’uscita di Genova Sanpierdarena si va direttamente al porto per prendere tutti i traghetti. Dalla stessa uscita si raggiunge la città, quindi Genova Ovest, esattamente come prima. Se si arriva invece a Genova con la A 26 da Gravellona Toce-Alessandria, si raggiunge Voltri e Prà, poi Genova Aeroporto e direttamente la strada Guido Rossa; per poi fermarsi, senza nemmeno un semaforo, all’entrata dei traghetti. Gli ingorghi che avevamo a settembre sono completamente spariti. L’allarme viabilità, lo ripeto, è definitivamente rientrato.
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