Il paradosso del deputato euroscettico
di Gino Ceschina
David è un deputato euroscettico, uno dei tanti eletti ieri in Europa. Un po’ se l’aspettava, David: l’aria tirava nella giusta direzione, ed infatti ora è eletto. Quello che David, invece, non s’aspettava, è il dubbio amletico a cui ora si trova confrontato.
David è un deputato euroscettico, uno dei tanti eletti ieri in Europa. Un po’ se l’aspettava, David: l’aria tirava nella giusta direzione, ed infatti ora è eletto. Quello che David, invece, non s’aspettava, è il dubbio amletico a cui ora si trova confrontato.
Ora che fa? Ci va, a Bruxelles?
Si perché non è mica così semplice: sei contrario all’Europa, sei stato votato perché ti dicevi contrario all’Europa, e ora vai a fare il deputato europeo? Un pochetto di incoerenza fa capolino, dai.
D’altro canto, però, il Popolo ti ha eletto. E ti ha eletto per rappresentarlo a Bruxelles. E quindi ci devi andare.
A rappresentarlo. A Bruxelles.
Cioè: tu che sei contrario all’U.E., dovresti andare al parlamento dell’U.E. a rappresentare i tuoi elettori, contrari all’U.E?
Scherzi della democrazia.
Che poi, se ci vai, in fondo legittimi ciò che vuoi distruggere. Si ha un bel dire “sono contrario”. Intanto vai lì e ti siedi con gli altri. Fai anche gruppo, perché gli euroscettici eletti sono tanti e quindi si fa gruppo. E se si fa gruppo, si entra nelle commissioni. Ma a far cosa, se si è contrari all’esistenza stessa di quelle commissioni?
Un bel problema.
Un problemone.
Beh, ma in fondo il compito della politica è proprio trovare soluzioni ai problemi, no? Al limite anche soluzioni di compromesso, dai. Per forza.
E allora, si dice David, visto che ormai sono in ballo, tanto vale ballare.
Dirò che ci vado per combattere l’Europa dall’interno.
Poi si vedrà.
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