L’albo della discordia
La legge sulle imprese artigianali (Lia) doveva far fronte alla concorrenza sleale e ai padroncini italiani. Ha finito per far discutere soprattutto i ticinesi. Dichiarata incompatibile con il diritto federale, il Governo cantonale ha deciso di abrogarla. Doppio reportage della trasmissione della Radiotelevisione svizzera Falò.
L’albo al tramonto
di Oscar Acciari e Gaetano Agueci
L’inizio sembrava promettente: a marzo 2015 il Gran Consiglio vara una legge sulle imprese artigianali (denominata Lia); è un plebiscito, tutti i parlamentari, uno solo contrario, dicono sì a questa proposta pensata per lottare contro la concorrenza sleale (soprattutto dall’Italia). Al primo impatto con la realtà però l’entusiasmo svanisce: ci sono tanti piccoli aspetti che non funzionano, bisogna cominciare a mettere dei cerotti. Sullo sfondo rimane il problema principale; quello di capire se questa legge che vuole difendere il mercato ticinese è compatibile con il Diritto superiore (federale).
Oggi le risposte sono arrivate e sembrano definitive: la LIA va abrogata, anche se la decisione finale spetta al Parlamento. Noi vi raccontiamo la sua corsa ad ostacoli tra polemiche, aggiustamenti e ricorsi, tra artigiani favorevoli e contrari. Con uno sguardo rivolto al futuro, per capire cosa succederà.
Lia? Nein, danke
di Aldo Sofia e Philip Blanc
Un imprenditore svizzero tedesco ha un cantiere aperto in Ticino. Un giorno arriva nel luogo in ci stanno sorgendo le sue palazzine e trova una trentina di poliziotti: tutto è bloccato, gli operai sono stati suddivisi per categorie professionali, si fanno interrogatori e verbali. Motivo: la sua impresa non è iscritta alla Lia. L’uomo incassa il colpo, ma è deciso a fare chiarezza. Si rivolge ai tribunali che gli danno ragione, la LIA non è compatibile con il Diritto superiore.
Chi ha ricevuto multe, chi ha pagato la tassa per iscriversi, chi ha perso tempo e denaro per un cantiere bloccato, tutte queste persone hanno diritto a dei risarcimenti? E a chi tocca pagare? Ospiti in studio il ministro cantonale Claudio Zali, l’ingegner Piergiorgio Rossi, presidente dell’Unione Associazioni Edilizia e l’avvocato Gianluca Padlina.
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