Dopo oltre un secolo di premi che portano il suo nome, è ormai noto che l'inventore della dinamite e della gelatina esplosiva destinò la sua eredità, come in una forma di compensazione, a incentivare i progressi nelle scienze volti a favorire il benessere generale e la fratellanza tra i popoli. Ma questa scheda storica del 1965 ci racconta di più. Specie del giovane Alfred Nobel.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (Teche)
A vent’anni, era già un esperto chimico pur non avendo frequentato l’università. Figlio di un imprenditore edile, studiò perlopiù privatamente e perfezionò le sue conoscenze con alcuni viaggi negli Stati Uniti e in Europa continentale.
Il suo genio inventivo era multilaterale: si appassionò tra le altre cose agli esperimenti dell’ingegnere svedese Robert Strehlenert per la fabbricazione di seta artificiale; insieme misero a punto una macchina per rifinirla.
Questo ritratto prodotto dalla Televisione svizzera narra di un Alfred Nobel sempre in viaggio, che “porta con sé tutta la corrispondenza d’affari e una borsa speciale con una quantità di oggetti disparati”.
Alle immagini del suo primo laboratorio, segue un’accurata descrizione di come, in sua memoria, siano selezionate e vagliate le candidature per il Premio.
Fu lo stesso chimico e industriale svedese a concepire i riconoscimenti, consegnati dal 1901 da una fondazione alla quale destinò l’immensa fortuna accumulata grazie ai suoi brevetti e agli investimenti [unica eccezione è il Nobel per l’economia, che sarà istituito nel 1969 dalla Banca di Svezia].
Alfred Nobel voleva premiare chi avesse reso “i maggiori servigi all’umanità”. Anche gli scrittori e i poeti, che sarebbero stati considerati -oltre che per il valore letterario- per i loro meriti morali e umanitari. “Diffondere cultura e conoscenza”, scriveva, “significa favorire il benessere generale e non la ricchezza individuale. E con il benessere”, credeva da ottimista, “scompare la maggior parte della malvagità”.
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Il ‘Ritratto di Alfred Nobel’ (Stoccolma, 21 ottobre 1833 – Sanremo, 10 dicembre 1896), fu diffuso dalla trasmissione ‘Monitor’ il 17 novembre del 1965.
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