"Sarebbe comico, se ancora dovessi spiegare chi è Claudio Villa. A qualche ritardatario dirò…". È con queste parole che il cantante italiano si presenta alla TV svizzera nel 1968. Ironico e sicuro di sé, risponde alle accuse di essere antiquato, vanitoso e "sentimentalistico". E a proposito di cuore, rivela di voler donare il suo, quando sarà il giorno, per un trapianto.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (Teche)
Non è in un momento storico qualunque, che ebbe luogo quest’intervista al Reuccio, com’era soprannominato. Correva l’anno della contestazione e il giornalista non fu per nulla accomodante.
“Dicono che il suo modo di cantare è superato, che lei sia il cantante dei nonni e delle zie”. Villa non si scompose: se per antiquato si intende uno che fa affidamento sui propri mezzi vocali, “in questo senso sono tradizionalista”, ammise, convinto però che è una caratteristica che “fa durare nel tempo”.
Del resto, disse, ad attenderlo nei teatri c’era sempre un pubblico per oltre metà sotto i 20 anni.
L’intervistatore insinua allora che “ha appena tolto la parola mamma dalle sue canzoni”. In realtà, risponde Villa, i brani in cui l’ha pronunciata sono soltanto due.
Quanto alle accuse di sentimentalismo, “meglio che [cuore] faccia rima con amore che con dolore, tumore o malumore”, dice il cantante, che astutamente passa a un piano letterale e loda l’attività di Christiaan Barnard, il chirurgo che pochi mesi prima aveva effettuato con successo il primo trapianto di cuore in Sudafrica.
Se nel caso di una disgrazia resterà in buone condizioni, conclude il Reuccio, “sarò ben felice di donare il mio cuore”.
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L’intervista di Enrico Romero a Claudio Villa fu trasmessa il 25 luglio del 1968 nella trasmissione ‘Realtà 68’.
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