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L’Italia decolla da Orio al Serio (grazie a uno sconosciuto)

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Qual è il miglior aeroporto italiano?

Personalmente non ho dubbi: il CaravaggioCollegamento esterno.

Meglio noto come Orio al SerioCollegamento esterno.

O Milano BergamoCollegamento esterno, secondo la fantasiosa dicitura di RyanairCollegamento esterno.

Che ha avuto (e ha) un ruolo decisivo nello sviluppo dello scalo, balzato in poco tempo al terzo posto nella classifica italianaCollegamento esterno degli aeroporti, subito dopo Roma FiumicinoCollegamento esterno e Milano MalpensaCollegamento esterno, grazie agli oltre 10 milioni di passeggeri l’anno.

Domanda: perché una massa così imponente di persone passa dal Caravaggio?

Risposta: è distante appena 15 minuti dal centro di Bergamo, 37 dal centro di Brescia, 59 dal centro di Milano.

Conficcato, cioè, nel cuore della regione più riccaCollegamento esterno del Paese.

Vero.

Ma l’aeroporto è lì da una vitaCollegamento esterno.

E, però, funziona alla grande solo da pochi anni.

Allora che cosa lo ha fatto decollare?

Presto detto: come succede in tutte le belle storie d’impresa, anche al centro di questa c’è una persona di valore.

Di grande valore.

Nel nostro caso, Ilario TestaCollegamento esterno.

Non avete la più pallida idea di chi sia, vero?

Nemmeno io.

Mai sentito nominare.

Finchè non mi sono messo in testa di studiare la faccenda di Orio.

E, così, ho scoperto che il signor Testa, ingegnere Collegamento esternohonoris causaCollegamento esterno, per vent’anni in Argentina a fianco del leggendario Agostino RoccaCollegamento esterno (Gruppo TechintCollegamento esterno) e poi, tornato in Italia, al servizio del suo Paese, ha preso la guida della SacboCollegamento esterno, la società che gestisce lo scalo, nel 1983, quando Orio era un brutto anatroccoloCollegamento esterno, ed è rimasto al comando per ben quindici anni.

Nel corso dei quali non si è fermato un momento creando… un bellissimo cigno.

Infatti…

… ha trovato i capitali per trasformare un piccolo aeroporto militareCollegamento esterno in un grande aeroporto civile…

… ha negoziato per tre anni – tre anni! – con quei satanassi furbissimi e tosti di Ryanair…

… ha convinto Michael O’LearyCollegamento esterno, patronCollegamento esterno della compagnia, e il suo teamCollegamento esterno a fare di Bergamo il loro hubCollegamento esterno nel sud Europa…

… ha puntato tutto sui voli low costCollegamento esterno rendendo i servizi a terra (imbarchi e sbarchi, pulizie aeromobili, parcheggi) super efficienti e super rapidi, come richiede il modello di Collegamento esternobusinessCollegamento esterno delle compagnie aeree del settore…

… ha trasformato, infine, l’aerostazione in un confortevole centro commerciale che ricorda moltissimo quello del londinese HeathrowCollegamento esterno.

E all’età di 85 anni, esattamente il 28 luglio 2010, dopo una straordinaria vita di lavoro (aveva cominciato, quattordicenne, da impiegato all’ufficio acquisti della DalmineCollegamento esterno: ne divenne amministratore delegato), è morto.

Paginate di giornale come quelle dedicate, per dire, alla scomparsa di Marta MarzottoCollegamento esterno?

Zero.

Autorità ministeriali in fila nella camera ardente come per Dario Fo?

NisbaCollegamento esterno.

Esaltazione della figura da civil servantCollegamento esterno, come nel caso (controverso, peraltro) di Carlo Azeglio Ciampi?

Neanche per idea.

Al punto che, per quanto possa sembrarvi incredibile, questa…

… è la prima celebrazione mediatica del signor Ilario, tanto in vita quanto post mortemCollegamento esterno, fuori dal perimetro lombardo.

Una celebrazione riparatoria ma, soprattutto, meritata.

Era, infatti, un uomo davvero geniale, come si evince dall’intervistaCollegamento esterno al quotidiano comasco La ProvinciaCollegamento esterno fatta proprio pochi giorni prima che un ictusCollegamento esterno lo portasse via.

Un uomo, per intenderci, di quelli capaci di sviluppare una tale energia creativa e organizzativa che, quando escono di scena, le cose, per inerzia, vanno avanti ancora un bel po’ di anni.

E, infatti, ecco i numeri miracolosiCollegamento esterno del suo Caravaggio:

1. Nel 2015 con una crescita del 18,6%, è lo scalo con il maggior incremento percentuale dei passeggeri tra gli aeroporti ricompresi nel gruppo 3 (tra 5 e 10 milioni di passeggeri), davanti a Goteborg (18,1%), Berlino (+16,9%) e Porto (+16,7%).

2. Sempre nel 2015, sorpassando Linate, è diventato, come dicevamo, il terzo aeroporto italiano per traffico passeggeri (ne sono transitati 10.404.625), alle spalle di Roma Fiumicino e Malpensa.

3. Ha generato fin qui la bellezza di 53 mila posti di lavoro (tra diretti e indotti).

4. A parte le isole italiane e il sud (voli per Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Comiso, Crotone, Lamezia, Palermo, Pescara) snobbati dalle grandi compagnie, sono ben 33 le nazioni collegate con Orio al Serio: oltre all’est (Bucarest, Cracovia, Sofia, Tallin, Timisoara,Tirana) e al nord Europa (Berlino, Francoforte, Londra), spiccano le mete esotiche (Canarie, Capoverde, Sharm el Sheik).

5. Infine, la Sacbo, che amministra magnificamente questo ben di Dio, ha un organico di appena 419 unità: per capirci, la fin qui inutile AnacCollegamento esterno (Autorità nazionale anticorruzione) dell’ineffabile Raffaele Cantone ne ha 326…

Certo, i comuni dei dintorni sono infuriati per il via vai di aerei e per l’aumento esponenziale del trafficoCollegamento esterno.

E, certo, capitano anche a Orio, come in tutti gli aeroporti del mondo, ritardiCollegamento esterno, disguidiCollegamento esterno, incidentiCollegamento esterno.

Ma resta il fatto che oggi il Caravaggio è un gioiello riconosciuto a livello internazionaleCollegamento esterno.

E un modello.

Di più, un simbolo.

Un simbolo del talento italiano.

Che decolla quando si sposano attitudine alla fatica, creatività, decisionismo.

E certifica che non esistono problemi insuperabili.

Proprio così.

Perciò Orio e la storia di Ilario andrebbero presi ad esempio per risolvere situazioni scandalose (come quella di Alghero) e per togliere a tanti bamboccioni italiani il confortevole alibi della disoccupazioneCollegamento esterno.

Se davvero hai voglia di lavorare, un lavoro lo trovi, vero Ilario?

E se lavori sodo puoi perfino diventare un benemerito della Repubblica.

Come, appunto, il grande signor Testa, la cui memoria siamo lieti di aver qui onorato.

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