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La Buona Scuola? Un bluff indecoroso

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Diamo i numeri?

Sì, diamoli.

E che numeri!

Un vero manicomio.

Peccato che si tratti della scuola italiana.

Cioè della vita di milioni di esseri umani.

Insegnanti.

Genitori.

Alunni.

E relative cerchie famigliari.

Lo sapete, no?

Attorno alla scuola, obbligatoriamente, per nove mesi l’anno e per almeno dieci anni (dai 6 ai 16), ruota la vita di un Paese intero.

E la scuola, nel bene e nel male, la condiziona.

Più nel male, a dir la verità, visto il caos sistematico che si ripropone ogni settembre.

Perfino (e più che mai) oraCollegamento esterno, quando, invece, si sarebbero dovuti vedere i virtuosi effetti della grande riforma chiamata La Buona ScuolaCollegamento esterno (maiuscole obbligatorie), pomposamente sbandierata come la cura decisiva per mettere ordine in un settore cruciale; e dare stabilità al popolo degli insegnanti, afflitto da uno storico precariato (ricordate il PLACEHOLDER di Matteo RenziCollegamento esterno, in maniche di camicia, alla lavagna per 17 minuti e 39 secondi?).

Balle.

Gigantesche.

Lo dicono, appunto, i numeri.

Quelli del ConcorsoneCollegamento esterno (con le parole l’Italia è imbattibile…) che avrebbe dovuto garantire il posto fisso ai docenti e un avvio perfetto dell’anno scolastico.

Cancellando per sempre, a beneficio anche degli alunni, il carosello dei supplenti (che quest’anno saranno almeno centomila!)Collegamento esterno

Ed eccoli, allora, i numeri promessi.

Al Concorsone di aprile hanno partecipato 175 mila persone.

In palio c’erano 63.712 posti.

Da suddividere secondo 1.484 graduatorie di merito.

Perché tutto filasse liscio, sono stati ingaggiati 5.000 commissari e centinaia di persone incaricate di vigilare alle prove.

Finite le quali, entro 180 giorni si sarebbero dovuti conoscere i nomi dei vincitori.

Poi, come al solito, è scattata una proroga.

E i giorni sono diventati 215.

Per fare in modo, si è detto, che il 15 settembre, con l’inizio dell’anno scolastico, la faccenda fosse ermeticamente chiusa.

Neanche per idea…

A sabato 3 settembre, 12 giorni prima del gong, sono solo 288 le Graduatorie di Merito (maiuscole anche qui obbligatorie) approvate.

Appena il 19,4% del totale che, vi ricordo, è 1.484.

Non basta.

Dalle 288 graduatorie sarebbero dovuti emergere 4.564 vincitori.

Ma già alle prove scritte molti candidati sono stati bocciati.

Quindi?

Quindi saranno coperti 3.074 posti (67,4% del totale), mentre 1.409 (32,6%) resteranno vacanti.

Stiamo parlando, lo ripeto, di 288 graduatorie su 1.484.

Chiaro?

Ebbene, proiettando i dati di queste 288 sul totalone generale si ottiene un risultato devastante: dei 63.712 posti messi a concorso la bellezza di 20.800 non saranno assegnati.

Una voragine.

E, badate bene, si tratta di stime al ribasso (potrebbero salire di altre due-tremila unità).

Ma la catastrofe non finisce qui.

Ecco che cosa scrive la rivista TuttoscuolaCollegamento esterno, che ha svolto un’indagine molto accurata e sta facendo un monitoraggio quotidiano: Tantissime sono le procedure concorsuali per le quali si devono ancora svolgere gli orali (a metà agosto aveva concluso la correzione delle prove scritte circa il 60% delle commissioni), e tante quelle per le quali addirittura non si è ancora chiusa la correzione degli scritti (tra queste la maggior parte di quelle riguardanti i posti comuni di scuole dell’infanzia e primaria, che coinvolgono più della metà dei candidati, 101 mila su 175 mila)Collegamento esterno“.

Morale: se tutto va bene fra tre anni – tre anni! – la faccenda sarà chiusa.

Se tutto va bene, chiaro.

E sì, perché…

… si annuncia una marea di ricorsi dei bocciati, furiosiCollegamento esterno per essere stati definiti “somari”Collegamento esterno da Gian Antonio StellaCollegamento esterno sul Corriere della seraCollegamento esterno

… altri ricorsi sono in arrivo sul fronte della mobilità, che interessa 200 mila insegnanti (su 746.418) in attesa di avere una sede diversaCollegamento esterno

… e, infine, c’è la rivolta dei maestri, che un algoritmo (impazzito) ha spostato da sud a nordCollegamento esterno senza alcun criterio (a una docente di Roma è stato chiesto di trasferirsi in Friuli-Venezia Giulia per insegnare sloveno, lingua che ignora…): anche qui, valanga di ricorsi.

Insomma, un pasticciaccio brutto che ha finito per coinvolgere perfino la professoressa Agnese LandiniCollegamento esterno coniugata Renzi.

Con lieto fine, però.

Almeno per lei.

La moglie del premier, infatti, insegnante precaria, è diventata finalmente di ruolo all’Istituto linguistico Penao di Firenze.

Come?

L’ha scelta la preside con il meccanismo della chiamata direttaCollegamento esterno.

Così, Lady Renzi non dovrà trasferirsi a centinaia di chilometri.

Bella fortuna, vero?

Che ha scatenato un articolo pepatoCollegamento esterno (titolo: “Mobilità. L’algoritmo in qualche caso ha funzionato: Agnese Landini a Firenze“) della rivista Orizzonte ScuolaCollegamento esterno.

E ha messo in subbuglio i social networkCollegamento esterno.

Dove, tra i tanti post al vetrioloCollegamento esterno, spicca, su Twitter, quelloCollegamento esterno del giornalista e conduttore televisivo Luca TeleseCollegamento esterno: “In Inghilterra cosa sarebbe accaduto se la moglie di Cameron, in mezzo a 15mila professori sballottati, avesse avuto la cattedra sotto casa?”.

Non è la prima volta che la famiglia Renzi finisce pizzicata per faccende scolastiche.

La mattina del 31 ottobre 2013 Agnese fu sorpresa da PanoramaCollegamento esterno a guidare l’auto del marito, allora sindaco di Firenze, sulla corsia preferenziale,Collegamento esterno e si giustificò richiamandosi al suo ruolo di insegnante: “Ero in ritardo per andare a scuola, ho preso una corsia preferenziale, ho sbagliato. Non risuccederà. Mi scuso se ho offeso la sensibilità di qualcuno e mi spiace richiamare su di me e sul mio lavoro un’attenzione che non voglio. Sentirmi paragonata alla Casta per aver percorso, sbagliando, qualche centinaio di metri di preferenziale mi sembra profondamente ingiusto. Ma mi aiuterà per il futuro a stare più attenta. Stavo guidando la macchina privata di mio marito Matteo. D’ora in poi starò attentissima a togliere il tagliando del permesso del comune di Firenze quando userò io l’auto. Quella mattina non l’ho fatto e mi dispiace molto. Sono una persona normale, che non riesce ad abituarsi all’idea di essere pedinata, tutti i giorni, da fotografi alla ricerca di presunti scoop , come gli autori di questo servizio o come i loro colleghi che mi hanno ripreso mentre giocavo con i miei bambini nel giardino di casa”.

Appena nominato presidente del Consiglio, Matteo, il 24 febbraio 2014, fece una solenne promessaCollegamento esterno in Senato: “Ogni settimana visiterò una scuola“.

Ne visitò appena quattroCollegamento esterno.

E tanti saluti alle altre (soltanto quelle statali sono, in totale, 41.483…).

Qualche giorno fa si è scoperto che i coniugi Renzi hanno iscritto la figlia più piccola in un istituto privato internazionaleCollegamento esterno.

E tanti saluti alla Buona Scuola.

Che, per ora, come minimo è un bluffCollegamento esterno.

Un tragico, indecoroso bluff

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