Liberalizzazioni dei servizi professionali: poche, sporche e subito
di Mario Pagliero, LaVoceInfo
Certo non si tratta di una riforma epocale. Ma qualche effetto di stimolo all’economia potrebbe averlo. E dunque che almeno sia approvata in fretta.
Il ddl concorrenza
Il disegno di legge sulla concorrenza introduce alcune novità sul mercato dei servizi professionali. Mi sembra che le principali riguardino notai, farmacisti e avvocati.
Si propone di eliminare l’obbligo di atto notarile per transazioni immobiliari per valori inferiori ai 100 mila euro e relative a unità immobiliari non a uso abitativo. Il ddl prevede inoltre di rimuovere l’obbligo di atto notarile per la costituzione di società a responsabilità limitata con capitale fino a 20 mila euro.
Per quanto riguarda la farmacie, si intende abolire il numero massimo di farmacie di cui un unico soggetto può essere titolare.
Infine, alcune proposte toccano la professione forense e le modalità di organizzazione degli avvocati sotto forma di società di capitale.
Poche…
Non si tratta di riforme che possano avere un grande e immediato impatto. I maggiori effetti economici potrebbero derivare dall’abolizione dell’atto notarile nei casi indicati, che potrebbe aiutare la ripresa del mercato immobiliare e semplificare la creazione di nuove imprese.
L’abolizione del numero massimo di farmacie per titolare potrebbe permettere lo sfruttamento di economie di scala, consentendo di migliorare l’efficienza della gestione. È vero che si potrebbe creare maggiore concentrazione nel mercato dei farmaci, ma questo secondo effetto è limitato dalla regolamentazione dei prezzi e dalla presenza di punti vendita di altro tipo (supermercati e parafarmacie) per quanto riguarda i farmaci da banco.
Per finire, fattori economici e giuridici, anche di natura fiscale, determinano la scelta della forma societaria con cui organizzare l’attività forense. Se da una parte sembra giusta la rimozione di alcuni vincoli alla possibilità di organizzazione dell’attività degli avvocati, dall’altra saranno i dettagli dell’interazione tra vantaggi economici e giuridici a determinare l’effettivo utilizzo della società di capitali. Difficile fare previsioni a questo punto.
Sporche…
Da un disegno di legge ci si potrebbe aspettare un ampio e organico piano di riforma che parta dalle radici del problema. Nulla di tutto questo. Qual è il problema? In nome della protezione del consumatore si sono regolamentati molti servizi professionali, lasciando ampia discrezionalità agli ordini professionali. Questi ultimi, oltre alla protezione dei consumatori, possono però avere interesse a restringere la concorrenza tra professionisti e limitare l’accesso alla professione.
Perché riformare? Perché l’attuale sistema di regolamentazione non è necessariamente il migliore dal punto di vista del consumatore o della società nel suo complesso. Vi sono inoltre casi di veri e propri privilegi difficilmente giustificabili. Tuttavia, l’attuale disegno di legge interviene su alcuni aspetti molto specifici, senza seguire un ordine chiaro. Certo, potrebbe trattarsi di una strategia per contrastare la potente lobby delle professioni (in passato, i grandi piani di riforma delle professioni non hanno avuto successo).
In ogni caso, se di strategia si tratta, sembra più una strategia di guerriglia che un piano di battaglia.
…ma subito
Le proposte sul tavolo sono dunque poche e non sistematiche. Non si tratta di una riforma di quelle che passeranno alla storia, a meno di modifiche significative. Potrebbe però avere un effetto positivo di stimolo all’economia. Meglio di niente, dunque, ma almeno che l’iter parlamentare sia veloce, in modo che gli effetti possano farsi sentire prima del prossimo disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza.
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