Maria Elena Boschi, “O bella ciao”
di Aldo Sofia
“I partigiani, quelli veri, voteranno in favore della riforma costituzionale e del Senato”. Quelli “veri”? Perché, come sarebbero gli altri? Ipotetici, falsi, farlocchi? Polemica inevitabile. Non poteva essere altrimenti: la stramba affermazione del numero due del governo Renzi, Maria Elena Boschi (che già aveva raggelato la sinistra-sinistra accusandola di votare contro la riforma esattamente “come i fascisti di Casa Pound”) ripropone in realtà l’antico vizio italico dell’uso politico, inappropriato e puramente strumentale, della Resistenza.
Per verità di cronaca, ad aprire il…fuoco sono stati quelli dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani. Che se ne è uscita con una nota ufficiale: la madre di tutte le riforme (a cui Renzi dice di affidare il suo futuro politico) non piace, è anticostituzionale, va insomma bocciata. Nell’Anpi c`è ancora qualche ex combattente, ma in maggior porte ci sono figli e nipotini dei partigiani. A parte questo, non si capisce perché debba scendere in campo per scomunicare i renziani del “sì”. Così, la Boschi reagisce, rivendicando appunto l’autentica rappresentatività della vera Resistenza.
Come se gli uni e gli altri, quasi in mancanza di meglio, avessero la necessità di darsi nobiltà antica, nobiltà storica, un pedigree politico di indiscutibile pregio e affidabilità. E i contenuti della riforma su cui si voterà fra (ben) cinque mesi? Ma a chi interessano. Meglio una di quelle bagarre che riempiono i giornali. Ecco allora la fatidica domanda: ma cosa avrebbero votato i padri della sinistra?
E, come figurine “Panini”, ecco che vengono passati in rassegna, aggrappandosi a citazioni più presunte che vere, i vari Berlinguer ed Ingrao, la Iotti e Togliatti, Calamandrei e il liberale Dossetti (perché non tutti i partigiani erano comunisti). Una galleria di personaggi in cui ognuno si serve per “santificare” la propria convinzione. Tutti “citazionisti” alla precipitosa ricerca della battuta che non consente repliche.
Non bastasse, anche a destra s’ode, come nel manzoniano testo, “uno squillo di tromba” del tutto simile. La candidata berlusconian-leghista, Giorgia Meloni, annuncia che, diventasse sindaca di Roma, dedicherebbe una bella via della capitale a Giorgio Almirante, il papà fascista dei post-fascisti. Purtroppo (ma solo per lei) un boomerang, visto che la prima a voltarle le spalle è “donna Assunta”, la vedova-icona dell’ex soldatino di Salò.
Spiegare il presente attraverso il passato, è quasi sempre operazione meritoria. Assai meno nobile, invece, piegare il passato per servire il proprio interesse del presente. Soprattutto elettorale. Comunque consoliamoci. Sapete quale brano musicale è in testa alla classifica di tutte le radio italiane. “Partigiano reggiano” di Zucchero Fornaciari: “un cuore libero, un sogno libero…”. Preveggente.
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