Meglio Allegri che super
di Massimo Donelli
Nell’epoca del divismo, dell’uomo solo al comando, del ghe pensi miCollegamento esterno, la figura di Massimiliano AllegriCollegamento esterno dovrebbe essere un esempio per molti, se non per tutti.
Livornese, 47 anni, un passato discreto come calciatoreCollegamento esterno, un percorso brillanteCollegamento esterno da allenatore, Massimiliano è arrivato alla guida della JuventusCollegamento esterno all’improvviso e tra la sorpresa generaleCollegamento esterno.
È successo il 15 luglio del 2014, quando la squadra era da un giorno in ritiro pre-campionato.
Le improvvise e misteriose (e mai davvero spiegate) dimissioniCollegamento esterno di Antonio ConteCollegamento esterno, 45 anni, leccese, considerato da tutti l’unico artefice della rinascita bianconera (e ritenuto insostituibile), hanno spalancato le porte del club più solido d’Italia a un tecnico di ben altro stile e, oltretutto, fresco di licenziamento dal MilanCollegamento esterno.
Fisico asciutto, aplomb che certo non dispiace alla famiglia Agnelli, marcato accento toscano, modi garbati in campo e fuori, calma olimpica, Allegri è l’esatto opposto dell’indemoniato e incazzoso Conte. Così i tifosi lo hanno accolto il 16 luglio 2014 con disperazione, ironia, polemicheCollegamento esterno, convinti che tolto Antonio e messo Massimiliano la Juve sarebbe precipitata nell’anonimato. Insomma, hanno vissuto quella di Allegri come una scelta di ripiegoCollegamento esterno, da ultima ora. E si sono sentiti traditiCollegamento esterno.
I fatti hanno smentito le cassandre, ridisegnato i perimetri dei meriti e delle colpe, permesso al presidente Andrea AgnelliCollegamento esterno e all’amministratore delegato Beppe MarottaCollegamento esterno di dimostrare che sì, Conte sarà pure bravissimo, ma qualche merito nei suoi successi lo ha avuto anche la società, o no?
Perché qui sta il punto.
Se tu hai una buona organizzazione manageriale alle spalle, se c’è chi ti garantisce sul mercato il meglio dei calciatori, se tutto a livello strutturale gira con la precisione di un orologio svizzero e, se, perdipiù, hai una tifoseria indemoniata in uno stadio tutto tuo, beh gli applausi vanno condivisi, vi pare?
Conte se n’è andato in modalità après moi le délugeCollegamento esterno. E non è stato elegante parlando della sua vecchia squadraCollegamento esterno nella sua nuova veste di commissario tecnico della NazionaleCollegamento esterno.
Allegri, che pure è toscano, quindi polemico e fumino, ha incassato in silenzio e risposto alle parole con i fatti.
Meglio, con i risultati.
Prima, con largo anticipo sulla fine del campionato, ha vinto lo scudettoCollegamento esterno. Poi ha portato la Juventus alla finale di ChampionsCollegamento esterno contro il BarcellonaCollegamento esterno che si giocherà all’OlympiastadionCollegamento esterno di Berlino sabato 6 giugno.
Mica pizza e fichi… Anzi, molto meglio del suo predecessore!
In questo modo l’allenatore ha fatto un regalo a se stesso, ai giocatori, alla società e, naturalmente, ai tifosi. Tutto ciò mentre il suo vecchio club, il Milan, toccava il fondoCollegamento esterno.
Capito Massimiliano?
Pacatezza, gioco di squadra, umiltà, stile, nessuna ridondanza.
Ci vorrebbe in politica, uno così.
Perché da un superpremier (Silvio BerlusconiCollegamento esterno) a un supertecnico (Mario MontiCollegamento esterno) a un altro superpremier (Matteo RenziCollegamento esterno) qui di super c’è solo la crisi. E il gioco di squadra laggiù a Roma nessuno sa più che cos’è.
Con i risultati che, appunto, ne conseguono…
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