Migranti e Mafia capitale, taccuino di una crisi (con paradossi)
di Aldo Sofia
EUROPA. Non vogliamo dire che è egoista? Non diciamolo. Possiamo almeno dire che è incoerente? Possiamo. Il caos in Libia è fra le principali cause dell’eccezionale flusso di migranti verso le coste occidentali. Si sa chi e cosa ha provocato
il caos. L’intervento militare a “guida europea” di quattro anni fa in Libia. In prima linea Francia e Gran Bretagna. Che oggi sono i più decisi a respingere l’ipotesi di quote di profughi per ciascun paese dell’UE.
SOLUZIONE. La Lega Nord ce l’ha: istituire campi profughi in Libia, e decidere lì chi abbia diritto a proseguire il viaggio per motivi politico-umanitari, rimandando a casa i “profughi economici”. Complimenti per la brillante idea. Basta una bella invasione militare, visto che i due governi e le varie milizie libiche lo considererebbero una dichiarazione di guerra. E soprattutto i tagliagole dell’Isis non vedono l’ora.
SCAFISTI. Ricordate? Con l’inizio della primavera erano ripresi gli sbarchi in massa. Un fenomeno epocale, da affrontare con una nuova politica? Macché. Sarebbe bastato bombardare le carrette del mare per “togliere ossigeno” agli scafisti e al loro abominevole commercio di essere umani. Campa cavallo. Il facile proclama propagandistico è già evaporato, soprattutto, pare, grazie alla prudenza suggerita dai vertici militari. Per la serie, “facciamo a chi le spara più grosse”.
MAFIA CAPITALE. L’Italia ha ragione nel denunciare quando denuncia il solipsismo degli alleati, che la lasciano sola a fronteggiare la nuova emergenza nel Mediterraneo. Ma per far sentire la propria voce avrebbe decisamente bisogno di maggior peso politico almeno sulla scena europea. Missione impossibile. Cosa possono pensare i partner del Nord leggendo di “Mafia capitale”? E dei mascalzoni bipartisan che si arricchiscono sulla pelle dei profughi? Difficile essere credibili.
NORD/SUD. E’ disumano e indecente lo spettacolo: spediti nelle regioni del Nord Italia e – in assenza di strutture e di volontà di accoglienza – praticamente abbandonati a sé stessi. Si accampano dove possono (soprattutto nelle stazioni ferroviarie), dormono su panchine e marciapiedi, e vengono segnalati i primi casi di denutrizioni. Vittime due volte. Della loro sorte. Ma anche di insopportabili giochi politici. Che, se non stessimo parlando di un dramma umano, sarebbero pure ridicoli. “Premi ai Comuni lombardi che non li accettano”, proclama da Milano il governatore Maroni (che firmò gli accordi di Dublino e predicava il contrario quando era ministro). “Premi a quelli che i migranti li accolgono”, replica il premier Renzi. Come bambini delle elementari.
QUANTI. Se ha ragione la stampa britannica, sulle coste sud del Mediterraneo i disperati candidati alla partenza verso il vecchio continente sono almeno mezzo milione. Sarà comunque un’estate da record. L’Italia ancor più continuerà nella vecchia tattica: non registrare i nuovi arrivati: per evitare di risultare “Paese di primo approdo”, costretto dunque a occuparsene. Un modo per favorirne la fuga verso i paesi del Nord in cerca di parenti, amici, migliore accoglienza.
RENZI. Per la prima volta, è all’angolo. Non basta la ripresina economica, l’alleato del nuovo centro destra rischia di implodere sotto il peso degli scandali (fra l’altro, due sottosegretari inquisiti), i milioni di voti persi nelle recenti elezioni regionali, un partito investito dallo scandalo romano del “magna-magna”, il timore che nuove elezioni nella capitale gonfino le vele dei grillini. Ora la questione immigrazione, che continua a far volare il nazional-leghismo di Salvini. E stavolta neppure può prendersela con la sinistra del partito.
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