Valanghe, in Svizzera si punta sulla prevenzione
Quest’inverno, almeno a una certa quota, la neve è già caduta abbondante. Primi fiocchi che per molti appassionati segnano l’inizio della stagione invernale e delle attività sulla neve.
Al di fuori delle piste battute sul magico manto bianco ci si può infatti divertire in molti modi tra fuoripista, scialpinismo e gite con le racchette. Un mondo incantato che però nasconde anche alcune insidie, una su tutte le valanghe.
Quello delle slavine è un tema sempre al centro del dibattito, spesso a causa degli incidenti che ogni anno costellano le Alpi. A far notizia recentemente è stato anche l’inserimento della gestione del rischio valanghe in tutti suoi aspetti nel patrimonio mondiale UNESCO, su una candidatura proveniente da Austria e Svizzera.
La Svizzera primeggia infatti in questo ambito, grazie anche e soprattutto al lavoro condotto dall’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe di Davos (SLF), che mette a disposizione degli appassionati anche molti strumenti utili per la previsione delle valanghe e per la pianificazione delle gite (piattaforma e applicazione “White Risk”).
Ma come apprendere i principali concetti che ci permettono di svolgere un’escursione riducendo al minimo il rischio residuo? Per capirlo abbiamo seguito la guida alpina Massimo Bognuda in una giornata di aggiornamento in Val Bedretto, una delle mecche dello scialpinismo elvetico. “La cosa migliore è proprio seguire dei corsi dati dagli specialisti. In Svizzera la formazione è aperta a tutti e uniforme, è strutturata su due livelli e data dalle guide sotto il cappello Swiss Mountain Training” (guarda il reportage per capire come si svolgono questi corsi).
Sempre nell’ottica di garantire maggiore sicurezza agli escursionisti, il 18 dicembre il Canton Ticino ha presentato la nuova campagna “Montagne sicure”, che oltre all’aspetto invernale si occupa anche di quello estivo (maggiori dettagli nel servizio del Quotidiano).
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