Niente casco? Benvenuti al Sud, bastonati al Nord
Hypercorsivo di Massimo Donelli
Perché a PalermoCollegamento esterno si può parcheggiare nelle zone pedonali (!) e a NapoliCollegamento esterno si può guidare un motociclo senza indossare il casco (obbligatorioCollegamento esterno) addirittura trasportando due se non tre passeggeri (che ne sono ugualmente sprovvisti) mentre a VeronaCollegamento esterno tutto ciò è vietatissimo?
Perché a BariCollegamento esterno e a CataniaCollegamento esterno il parcheggio selvaggio è allegramente consentito e a TorinoCollegamento esterno vige la tolleranza zero?
Perché a RomaCollegamento esterno gli scooter hanno libertà di sosta sui marciapiedi e a MilanoCollegamento esterno, invece, fioccano le multe?
Ecco, basterebbe vedere dove e quando si applica o non si applica il codice della strada per capire che l’Italia è una nazione solo sulla carta.
E si ritrova unita unicamente quando scendono in campo gli azzurri del calcioCollegamento esterno.
Ma, per il resto, quasi tutto il resto, prevale il campanileCollegamento esterno.
Con relativi, secolari virtù e vizi.
Se vivi al nord sei, di solito, obbligato a rispettare le regole (non solo quelle stradali).
E se non le rispetti paghi.
Mentre da Roma in giù, di solito, puoi allegramente infischiartene.
E nessuno ti dice niente.
Non mancano le eccezioni, si intende.
Ma l’andazzo è questo.
E lo sanno tutti, anche quelli che si indignano e diventano ciechi davanti all’evidenza.
L’ultimo caso, il più clamoroso, l’ha documentato Luca AbeteCollegamento esterno per Striscia la notiziaCollegamento esterno.
A Napoli su scuola-bus privi dei più elementari requisiti di sicurezzaCollegamento esterno vengono ammassati fino a 25 bambini quando il pullmino è omologato per trasportare 8 persone, autista incluso.
Una follia tollerata da vigili urbani che, chissà perché, svolgono il servizio in abiti borghesi e fanno finta di non vedereCollegamento esterno.
Sembrerebbero ugualmente indifferenti i loro colleghi di Palermo, città in cui viaggiare in moto senza casco e trasportando bambini è un’abitudine consolidata, a lungo tollerata, quindi naturalmente praticata.Collegamento esterno
Al punto che subisce qualche intralcio solo quando intervengono i carabinieri in modalità blitzCollegamento esterno. O quando si muove, casualmente, la polizia, come è successo quando gli agenti della volante hanno fermato un motociclista che viaggiava senza casco, senza patente ma, soprattutto, con un braccio solo: l’altro gli serviva per tenere in braccio un bimbo di un annoCollegamento esterno.
Capito?
A Roma il casco è più diffuso.
Nessun dubbio.
In compenso, c’è una tale quantità di motorini che te li ritrovi parcheggiati ovunque, ma specialmente sui marciapiedi.
Come se fosse la cosa più normale del mondo.
Come se fosse, soprattutto, regolare.
E, infatti, i pizzardoniCollegamento esterno non intervengono.
A Genova, invece, durante l’incontro Genoa-VeronaCollegamento esterno, giocato di domenica sera, un vigile urbano ha fatto oltre settanta multe a chi aveva parcheggiato lo scooter nella zona dello stadio fuori dagli spazi designati.
Impeccabile.
Ma non del tutto.
Se n’è vantato, infatti, su Facebook, quasi fosse un’impresa, scatenando il putiferio per aver dato una connotazione da tifoso al suo operatoCollegamento esterno (genoano, era convinto che giocasse la Sampdoria e pensava di aver punito i tifosi blucerchiatiCollegamento esterno: ma pensa te che genio…).
Torniamo al punto di partenza: perché a Roma, Bari, Catania, Napoli, Palermo puoi violare il codice della strada mentre a Genova, Milano, Torino, Verona guai a te se non lo rispetti?
E’ su domande come queste (e, soprattutto, sulle risposte a domande come queste) che si misura il grado di civiltà di una nazione.
O no?
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