Ceresio, acque svizzere non sempre limpide
A Lugano, a pochi passi dal “salotto buono” della Città, uno scarico fognario finisce direttamente nel Ceresio. È un inconveniente di portata limitata che sarà presto risolto, assicurano le autorità. Ma rivela che laghi e fiumi della Svizzera italiana, per quanto generalmente in buona salute, qualche problema ce l’hanno. La cronaca registra casi di inquinamento o morie di pesci, e in alcune zone i fondali hanno un aspetto desolante.
“Carrelli della spesa, cartelli stradali, mobili da giardino. Purtroppo, a volte, anche batterie, solventi e vernici”. Daniele Ponti, presidente dell’Associazione fondali puliti, lascia di stucco quando racconta cosa emerge dalla giornata annuale di raccolta rifiuti nel Ceresio.
Peggio ancora se si guarda sotto il pelo dell’acqua vicino all’entrata di Parco Ciani, a Lugano, dove uno sfioratore -nei momenti di sovraccarico del sistema fognario- riversa nel lago acque luride senza depurazione. Il fondale è tappezzato di carta igienica, fazzoletti, assorbenti e tutto quanto finisce nel WC.
Le autorità assicurano che tale scarico si apre solo in momenti eccezionali. Il nodo fognario sotto la vicina piazza Indipendenza sarà inoltre potenziato -per evitare che raggiunga il “troppo pieno”- e dotato di una griglia autopulente.
Bagni, tuffi e qualche interrogativo
In questa puntata tutta dedicata all’acqua, il settimanale della RSI FalòCollegamento esterno sottolinea che gli indicatori di balneabilità, nella Svizzera italiana, mostrano un quadro positivo.
Ogni anno, però, la cronaca registra casi di inquinamento, scarichi non dichiarati, morie di pesci. Accade soprattutto nei corsi d’acqua del Sottoceneri, area più densamente popolata e con maggiore presenza di industrie.
Il reportage parte dal riale Scairolo, che dà il nome al Piano noto per i suoi centri commerciali. Ernesto Wohlgemuth, presidente del Club dei pescatori Lugano, mostra come vi confluiscano alcuni scarichi, apparentemente di semplice acqua piovana da commerci, industrie ed economie domestiche.
Purtroppo, come dimostrano le analisi, non sempre è pulita. E quell’acqua finisce nel Ceresio. Così come finisce a lago senza depurazione, avverte il ricercatore della SUPSI Fabio Lepori, tutto quel che scarichiamo nei tombini.
Il problema di Porto Ceresio
Le acque del lago di Lugano toccano anche le province italiane di Como e Varese, e lungo la costa varesina si sono registrati problemi di inquinamento biologico. A Lavena Ponte Tresa, rileva Milena Nasi Benedetti di Legambiente, sono stati sostanzialmente risolti da recenti lavori di risanamento. Gli sversamenti fognari sono ormai rarissimi.
A Porto Ceresio, per contro, rimane il Torrente Bolletta, che nelle misurazioni continua a risultare il più inquinato, benché 500 metri a monte della foce ci sia un depuratore. Forse non funziona bene? La Comunità montana Piambello, responsabile dell’impianto, non risponde.
Intanto, un accordo del canton Ticino con Regione Lombardia, provincia e comuni ha permesso lo stanziamento di 2 milioni di euro. Il 16 giugno, ricorda la sindaca Jenny Santi, è stata presentata la prima fase del risanamento: il rilevamento dello stato di salute della rete fognaria dei comuni interessati.
Nulla rispetto al passato
Negli anni Settanta e Ottanta, rievoca Mauro Veronesi dell’Ufficio protezione acque e approvvigionamento idrico del canton Ticino, il Ceresio era molto più inquinato. Vi erano confluiti rifiuti di ogni tipo da parte svizzera (63% della superficie del lago) e italiana (37%).
Anche Urs Lückinger, presidente della Federazione ticinese associazioni di pescatori FTAP, ricorda che quand’era ragazzino c’erano diversi divieti di balneazione e morie di pesci, e il Ceresio era tra i laghi più inquinati della Svizzera. Oggi, invece, è pescoso e può essere sfruttato a scopo potabile.
Quanto al fiume Vedeggio -riassume Maurizio Costa, presidente della società di pescatori Ceresiana– ci sono stati solo due incidenti negli ultimi cinque anni, ma gravi, dovuti a scarichi industriali o lavori nei pressi del fiume. Il Vedeggio è un altro affluente del Ceresio, nel quale Costa libera avannotti di trota dopo un grave episodio che ha ucciso molti pesci adulti.
Il nuovo fronte dell’inquinamento, conclude Veronesi, è però un altro, ed è poco visibile. Sono i microinquinanti come medicinali, ormoni e antibiotici.
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