Par condicio per gli stitici
di Gino Ceschina
Meglio i tatuaggi o la SPA? Stiamo parlando dei panieri nazionali utilizzati per calcolare l’inflazione. Se in Italia ha fatto discutere la decisione di inserire i tatuaggi fra i beni di consumo più gettonati, la Svizzera non è da meno. Anzi quest’anno a voler approfondire, forse il paniere svizzeroCollegamento esterno fa sollevare qualche sopracciglio in più di quello italiano.
Ci sono infatti entrati beni di consumo forse non proprio irrinunciabili. Come in Italia, il paniere si adegua ai tempi che cambiano, e fra i beni di prima necessità non vengono più considerati soltanto vivande, capi d’abbigliamento e oggetti di uso quotidiano. Per fare un esempio nella borsa della spesa svizzera sono entrati quest’anno la birra, i corsi di formazione e i bagni termali. Insomma ce la giochiamo con i leggins, i bermuda e i panni catturapolvere italiani. Tutta roba degnissima di rispetto, ci mancherebbe, ma magari non proprio fondamentale per vivere decentemente.
Ma come detto i tempi cambiano, e i panieri non fanno altro che adeguarsi ai bisogni (o presunti tali) del consumatore. Certo, visti con gli occhi della metà povera della popolazione mondiale (3,5 miliardi di persone che posseggono tanto quanto le 85 più ricche del mondo) i nostri sedicenti beni necessari sarebbero roba da pazzi. E forse lo sono. Anche perché le assurdità non finiscono qui. Nel paniere svizzero, ad esempio, sono uscite le prugne, che vengono coltivate anche sul posto con ottimi risultati, ed è entrato il… mango, che evidentemente viene importato (con conseguente impatto ecologico).
Cosa spinga gli svizzeri a preferirlo a alle ottime prugne è un mistero. Di sicuro c’è solo che entrambi sono ottimi contro la costipazione. Par condicio per gli stitici.
Gino Ceschina
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Illustrazione di Corrado Mordasini
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