Quell’aula vuota simbolo dell’Italia

Hai voglia a far l’amicone di Barack ObamaCollegamento esterno, pacche sulle spalle e sorrisi guasconi… Ti piace stare a tavola con Angela MerkelCollegamento esterno, François HollandeCollegamento esterno e David CameronCollegamento esterno dando a intendere che sia un vertice fra pari… Godi, oh se godi, a dileggiare Enrico LettaCollegamento esterno, a tirare un calcio negli stinchi di Romano ProdiCollegamento esterno, a umiliare Pier Luigi BersaniCollegamento esterno…

Poi, però, la realtà ti arriva in faccia.

Ed è una sberla di quelle che fanno male, malissimo.

Perché la realtà è che, lontano da Roma, non conti niente.

Niente.

Meno di zero.

L’India gioca a birilli da tre anni con i tuoi marò.

L’Europa se ne fotteCollegamento esterno se stai per essere invaso da un milione di disperati.

Gli Stati Uniti fanno numeri da prestigiatore con il cadavereCollegamento esterno di un volontario italiano (dimenticato dal suo PaeseCollegamento esterno) ucciso per sbaglio.

E tu parli, parli, parli.

Ridi, ridi, ridi.

Insisti nello storytelling più vecchio del mondo: “Tutto va bene madama la marchesaCollegamento esterno“.

Ma dopo questo allegro berciare, che cosa resta?

La solita Italia.

Quella che sul piano internazionale conta meno del due di picche a briscolaCollegamento esterno. Quella che si aggrappa disperatamente al settantesimo anniversario del 25 aprile 1945Collegamento esterno ma non è stata ancora capace di regolare davvero i conti con la Storia. Quella che le chiedono rigore e risponde aumentando la pressione fiscaleCollegamento esterno su lavoratori dipendenti e pensionati, gli unici impossibilitati a non pagare le tasse. Tutti gli altri, indisturbati, continuano a evadereCollegamento esterno.

Non basta.

Usi anglicismiCollegamento esterno (jobs actCollegamento esterno, local taxCollegamento esterno, spending reviewCollegamento esterno) per nascondere le magagne. Smanazzi su TwitterCollegamento esterno per tirartela da leader moderno. Lasci al tuo staff le patate bollenti e ci metti la faccia solo quando il mare è liscio e il vento soffia nella vela.

Sì, certo, tutti dicono che non ci sono alternative, che se non altro ti dai da fare, che quantomeno hai tolto di mezzo i vecchi barbogi del postcomunismo. Ma tra l’essere il meglio e l’essere il meno peggio corre una gran differenza. E in un Paese che si è tolto la camicia neraCollegamento esterno negando di averla mai indossata; ha votato DcCollegamento esterno per una vita ma di nascosto; si è affidato a Silvio BerlusconiCollegamento esterno più e più volte e ora lo sputazza; beh, in un Paese così occhio, perché tra le stelle e le stalle la distanza è breve.

Dice: che fai, gufi?

Per carità!

Il fatto è che al QuirinaleCollegamento esterno non c’è più Giorgio NapolitanoCollegamento esterno, il lord protettore capace di temperare le esuberanze del jeune florentin e di contenere i flutti del dissenso. E la differenza si vede.

Si è vista, benissimo, giovedì 24 aprile alla Camera dei deputati, dove nelle balconate del pubblico sedeva una scolaresca.

Solo al banco del governo, Paolo GentiloniCollegamento esterno, il ministro degli Esteri, ha riferito sul caso doloroso di Giovanni Lo PortoCollegamento esterno, prigioniero del terrorismo islamico, ucciso per sbaglio dal razzo di un drone degli Stati Uniti d’America. Gentiloni ha riferito a un’aula deserta: appena 40 onorevoli presenti, di cui 16, pareCollegamento esterno, del PdCollegamento esterno, il partito di cui è leader il premier…

Quel vuoto vergognosoCollegamento esterno e indifendibile la dice lunga.

Spiega perché l’Italia non può battere i pugni in Europa; spiega perché l’Italia non può che scodinzolare alla Casa BiancaCollegamento esterno; spiega perché l’Italia non riesce a farsi valere nemmeno con l’India.

Quel vuoto vergognoso anticipa di pochi giorni l’inaugurazione dell’ExpoCollegamento esterno, dopo tante magagne e tanti ritardiCollegamento esterno che espongono il Paese all’ennesima figuraccia.

Matteo RenziCollegamento esterno coglierà senza dubbio l’occasione per gonfiare un’altra volta il petto e somministrare agli italiani l’ennesima insalata di parole (ha già cominciato con un tweetCollegamento esterno trionfalistico alle 7,25 di lunedì 27 aprile).

Ovviamente sfrutterà le photo opportunitiesCollegamento esterno, si farà un selfieCollegamento esterno, lancerà un hashtagCollegamento esterno. E, statene certi, sbucherà in ogni angolo televisivo.

Ma nulla di tutto ciò scalfirà la triste realtà di un Paese che al di là delle Alpi considerano debole, inaffidabile, incomprensibile e, soprattutto, incapace di avere un sussulto d’orgoglio.

Trattandolo di conseguenza…

Che tristezza!

Segui @massimodonelliCollegamento esterno