L'8 novembre 2016 Donald Trump ribaltava sondaggi e previsioni e conquistava la presidenza degli Stati Uniti, sconfiggendo la rivale Hillary Clinton al termine di una campagna elettorale tra le più velenose della storia. Il ritratto del primo anno del 'tycoon' alla Casa Bianca, firmato dal corrispondente da Washington della Radiotelevisione svizzera RSI.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 07.11.2017)
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Decisamente fuori dagli schemi, la presidenza di Trump è stata segnata anche da scandali, polemiche e risultati legislativi poco concreti -a volte dolorosi per il presidente- come la fallita abrogazione della riforma sanitaria Obamacare.
Trionfo e transizione
La notte del trionfo, il candidato improbabile entra alla Casa Bianca sospinto da uno tsunami anti-establishment che fa presa sulla classe media nel Nord-est industriale.
La transizione con Obama è gelida e una volta insediato, Trump accuserà addirittura il suo predecessore di averlo fatto spiare durante la campagna elettorale.
“America first”
Il 20 gennaio, all’insediamento, Donald Trump spazza via ogni dubbio: la sua sarà una presidenza di totale rottura: “Da adesso, l’America verrà sempre per prima. America First”.
Il primo atto da presidente è l’uscita dal trattato di libero scambio trans-pacifico. Segue una raffica di ordini esecutivi, tra cui il controverso ‘travel ban’ -la limitazione ai viaggi per alcuni cittadini stranieri- che provoca il caos negli aeroporti e sarà bloccato da una corte californiana.
Corte suprema e clima
Un anno dopo la morte del giudice Antonin Scalia, Trump ha l’occasione di riposizionare a destra gli equilibri della Corte Suprema. La nomina di Neil Gorsuch piace alla base conservatrice del suo elettorato.
Così come piace ai conservatori il ritiro dall’accordo sul clima di Parigi. Una decisione che irrita gli alleati e isola gli Stati Uniti sulla scena internazionale.
Russiagate
Fin dall’inizio, sull’elezione di Donald Trump gravano le ombre di una presunta collusione con il Cremlino.
Michael Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale, è costretto alle dimissioni. Il ministro della giustizia Jeff Sessions si ricusa dall’inchiesta. Il siluramento del direttore dell’FBI James Comey porta alla nomina di un procuratore speciale, e in autunno scattano le prime incriminazioni.
Obamacare
Il 4 maggio, la Camera vota l’abrogazione della riforma sanitaria di Obama. Trump celebra in pompa magna nel Rose Garden, ma è una vittoria di Pirro. Al Senato, le divisioni interne ai repubblicani per tre volte fanno fallire la riforma. John McCain consuma la sua personale vendetta.
La questione razziale
“Entrambe le fazioni hanno colpe. Non ho dubbi su questo”. Così, nell’agosto 2017, il presidente reagiva all’uccisione di una giovane pacifista a margine di una sfilata di neonazisti e suprematisti bianchi che ostentavano svastiche e saluti nazisti a Charlottesville.
In segno di protesta, i giocatori della National Football League si inginocchiano durante l’inno nazionale.
Trump e i media
Fin dal primo giorno, quella del neo-presidente con i mezzi d’informazione è una relazione burrascosa. I briefing della Casa Bianca diventano un esercizio di propaganda e i media sono descritti come propagatori di false notizie e nemici del popolo.
In attesa del muro al confine con il Messico, Trump esacerba così le divisioni interne all’America. Un altro simbolo di una presidenza fuori dall’ordinario.
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