Se a far notizia è la normalità
di Gino Ceschina
Una volta, quando la vita era più semplice, il mondo era più semplice e questo era un mestiere più semplice, ti insegnavano che a far notizia non era il postino morso dal cane, ma il cane morso dal postino. Ad attirare il lettore era insomma l’inconsueto, il sorprendente.
Una volta, quando la vita era più semplice, il mondo era più semplice e questo era un mestiere più semplice, ti insegnavano che a far notizia non era il postino morso dal cane, ma il cane morso dal postino. Ad attirare il lettore era insomma l’inconsueto, il sorprendente.
Oggi sulla prima pagina del Corriere della seraCollegamento esterno, campeggia la foto di Angela Merkel, vestiti sportivi, zainetto, che visita Pompei. E a far notizia è il fatto che la cancelliera tedesca ha fatto la coda per il biglietto, come tutti gli altri. Lei e la scorta.
Venerdì, tutti (noi compresi, ci mancherebbe) a parlare di Renzi che all’Expo ha fatto un bagno di folla acclamante, con la gente che lo chiamava “Matteo, Matteo…” e con tanto di distratti bacetti alle signore. Un po’ come un lontano cugino che si incontra a un funerale. La cosa più normale del mondo.
A far notizia è la normalità, insomma. O l’anormalità della normalità, se volete. Perché in effetti a quest’umiltà, vera o presunta, dei potenti non siamo mica tanto abituati.
E personalmente non sono neanche tanto sicuro che mi piaccia. Faranno simpatia, le cancelliere in scarpe da tennis ed i premier chiamati Matteo, ma a me è venuta nostalgia del postino mordace.
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