Viveva a Losanna e un giorno è partita per la Siria per unirsi ai combattenti dell'isis. Ora vorrebbe tornare nella Confederazione ma per lei le porte sono chiuse.
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Roberto Antonini, Rete Due della RSI
Ha una trentina d’anni, è losannese, l’abbiamo chiamata Hayaam perché non vuole che si sappia il suo vero nome. Con la bimba di due anni è rinchiusa nel campo di detenzione di Roj, nel nord della Siria, non lontano dalla frontiera irachena.
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Hayaam è andata con il marito a Raqqa nel 2015 per raggiungere le file di Daesh, l’Isis. Accetta di parlarci davanti a un microfono ma non a una telecamera, per raccontarci la sua storia e quello che presenta come il suo pentimento sincero. Dice di non essersi resa conto all’inizio della vera identità dell’Isis e che né lei né suo marito (che è in prigione con altri “foreign fighters” ) hanno mai combattuto.
La testimonianza che vi proponiamo è quella di un delle tante giovani radicalizzate in Occidente che hanno deciso di andare a vivere nel cosiddetto Califfato, e che ora si ritrovano senza un futuro.
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