La svolta elettronica della vecchia tombola
Nel corso del secolo breve, persino la dea bendata cambiò aspetto. Un vecchio filmato della Radiotelevisione svizzera ci mostra quando, a metà degli anni Sessanta, i gettoni di legno della tombola -prelevati uno ad uno da un sacchetto- lasciarono il posto a macchine per l'estrazione.
Quella che si gioca in Svizzera è tutta un’altra tombola. Certo, i numeri sono sempre 90 e ogni cartella ne riporta 15 su tre righe, per nove colonne. Tuttavia, noi non la chiamiamo bingo (fa eccezione una recente versione online) e la cinquina, passata la frontiera tra l’Italia e la Confederazione, risponde al nome di quintina. Inoltre, concesso che in famiglia ognuno gioca come gli pare, nemmeno la versione casalinga prevede che si premino terni e quaterne; figuriamoci gli ambi.
Se chiedi a uno svizzero adulto a cosa la associa, più che di pomeriggi di Natale ti parlerà di feste popolari e serate sociali: la tombola -a premi non in denaro- è una diffusa forma di finanziamento per enti e associazioni che per statuto perseguono scopi di pubblica utilità o beneficenza. Un evento che crea aggregazione ed è relativamente semplice da organizzare: le cartelle sono stampate dallo Stato e pre-tassate. Basta rispettare alcune normeCollegamento esterno.
La tradizione, per la verità, sta un po’ sfumando: le statistiche indicano che il numero di cartelle rilasciate -quelle dal valore nominale di 50 centesimi di franco, ovvero le più popolari- è diminuito di un oltre un terzo tra il 2010 e il 2017. Stabili, per ora, le cartelle da 1 franco.
Le Teche RSI ci riportano invece ai tempi d’oro, quando giocare a tombola era uno svago in voga e che a Lugano andava modernizzandosi con il debutto di macchine elettroniche “per estrazioni più veloci e ricchi di premi”. Come quella mostrata a metà di questa clip.
Il filmato (purtroppo conservato senza audio) era la base di un servizio della trasmissione quotidiana di informazione ‘Il regionale’, trasmesso il 9 dicembre del 1966.
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