1° febbraio 1965. La Società svizzera di radiotelevisione SSR trasmette il primo blocco pubblicitario: una decina di spot, preceduti da una sigla d'apertura e chiusura animata e intervallati da effetti ottici.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (Teche)
Una serie che dice già molto, della pubblicità svizzera. Che è in tre lingue, e non tutti gli spot (agli inizi) sono tradotti in italiano. Una celebre bevanda a base di malto d’orzo, cacao, sali minerali e vitamine è presentata ad esempio in francese.
Si curano, gli spot, di precisare che sulle confezioni dei prodotti sono presenti i punti Silva (o simili), dei tagliandi abbinati a diversi beni di consumo, la cui raccolta permetteva di aggiudicarsi libri, giochi e altri prodotti, specie editoriali.
Fa sorridere, tra le altre cose, che il formato “gigante” di una bibita gassata corrisponda a 1 litro.
Ma soprattutto c’è un principio, rispettato il più delle volte ancora oggi, nel 2018. Allo spettatore si dà del Lei. Non solo per fare rima con Cera Grey.
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Una ventina d’anni più tardi, la pubblicità è ormai anche un mezzo per promuovere il senso civico e la salute pubblica. Nel 1986, il Dipartimento delle opere sociali del Canton Ticino diffuse questo spot, nell’ambito di una campagna di prevenzione del tabagismo.
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Non sempre, tuttavia, la pubblicità è progresso. Fanno discutere, tra l’altro, l’impatto che ha sui bambini e l’immagine che veicola della donna.
A questo proposito, è feroce la critica della saggista e femminista Serena Nozzoli, che osserva come l’emarginazione della donna (un tempo sancita dalla legge) sia ora subdolamente coltivata attraverso una pubblicità che la educa a guardarsi con gli occhi dell’uomo, riducendola a oggetto sessuale e casalinga.
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‘Donne e pubblicità nella società moderna’, di Edda Mantegani, fu trasmesso il 9 febbraio del 1975 nell’ambito di ‘Proposte per lei’.
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