Nella seconda metà degli anni '70, il semiologo e scrittore Umberto Eco prestava il suo 'Occhio critico' alla Televisione svizzera per alcuni corsivi sull'arte. Dedicandoli al kitsch.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (Teche)
Eco osserva come kitsch, benché diventata di moda in anni recenti, sia parola di una certa anzianità. L’etimologia è incerta, ma il filosofo propende per quella che riporta al significato di ‘menzogna nell’arte’.
Per descrivere cosa è kitsch, in fondo, bastano alcune riproduzioni della Gioconda di Leonardo.
Proposta per intero da un museo delle cere americano, la Monna Lisa è anche stampata su un grembiule (“l’arte mentre fai il risotto”), riprodotta sull’etichetta di una confezione di robiole oppure su un astuccio per occhiali.
Però c’è anche la Gioconda di Marcel Duchamp, che per quanto abbia addirittura i baffi, nessuno ha mai pensato di definire kitsch. Allora dove sta il confine? Qui la risposta di Umberto Eco.
Contenuto esterno
L’intervista a Umberto Eco è stata trasmessa dalla Televisione svizzeraCollegamento esterno il 12 ottobre del 1976, nell’ambito del mensile d’informazione sul mondo dell’arte e della letteratura ‘Occhio critico’.
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