Il virus che fa rinascere Venezia
Viaggio a bordo di una mascareta nei meandri della Laguna dove fauna e flora locali hanno ritrovato lo spazio che era stato loro tolto.
La situazione sanitaria in Italia, a oltre un mese dall’inizio della quarantena, resta grave. Le condizioni economiche pure e il corpo sociale procede spedito verso la recessione. L’unico corpo vivo che sembra trarre vantaggio da questa pandemia è l’ecosistema. Nella Laguna di Venezia, ad esempio, l’interruzione forzata della circolazione delle barche a motore ha arrestato il problema del moto ondoso. Tra le acque della valle regnano pace e silenzio e la fauna locale guadagna lo spazio che normalmente le è precluso, spingendosi fin dentro le calli.
A bordo di una mascareta, una tipica imbarcazione veneziana a remi, per il diporto, le regate e la pesca, abbiamo attraversato la Laguna NordCollegamento esterno, per scoprire e mostrare questo rinascimento. Dalle Fondamenta Nuove, costeggiando l’isola di San MicheleCollegamento esterno – dove si trova il cimitero comunale – abbiamo percorso il canale che separa il Lazzaretto Nuovo da Sant’Erasmo, da sempre considerato l’orto della città. E poi, ancora, abbiamo sfiorato San Francesco del Deserto – che ospita l’omonimo convento di frati minori – fino a Burano, MazzorboCollegamento esterno, Mazzorbetto, Torcello e ritorno, passando questa volta da MuranoCollegamento esterno.
Vi abbiamo incontrato l’airone cenerino, il germano reale, la garzetta bianca, i cigni, i cormorani e numerose coppie di beccaccia di mare. Per coloro che davvero amano Venezia e la sua laguna – tra questi anche la Fondazione svizzera Pro Venezia Collegamento esterno– gli effetti positivi di questo stop sull’ecosistema dovrebbero servire, passata l’emergenza, per mantenere la rotta verso un modello di sviluppo rispettoso della delicatezza di questi luoghi.
Link: l’articolo originale su RSI NewsCollegamento esterno
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