Sindaco di Istanbul arrestato si dichiara “prigioniero politico”

Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul sospeso dall'incarico dopo l'arresto per corruzione, si è dichiarato un "prigioniero politico" in un editoriale da lui scritto e pubblicato oggi sul Financial Times.
(Keystone-ATS) “Non c’è nessuna condanna nei miei confronti. Sono un prigioniero politico”, ha scritto Imamoglu, che è stato messo in custodia il 19 marzo mentre, pochi giorni dopo, il suo arresto è stato convalidato e la scorsa settimana si è tenuta, presso il carcere di Silivri dove è detenuto, la prima udienza del processo in cui è accusato di corruzione.
“Mettermi dietro le sbarre non è una vittoria per (il presidente turco Recep Tayyip) Erdogan. Al contrario, ha provocato un risveglio”, ha aggiunto Imamoglu, facendo riferimento all’ondata di proteste che ha accompagnato il suo arresto, mentre iniziative a suo favore continuano in varie città turche.
Nel suo editoriale, Imamoglu ha anche sottolineato l’impatto economico in seguito al suo caso, “che ha costretto la banca centrale a bruciare le riserve per sostenere la lira turca”, a fronte di un crollo della valuta nazionale.
Citando le crisi regionali in Siria e a Gaza, il sindaco di Istanbul sospeso dall’incarico ha dichiarato che “una Turchia democratica e laica non è soltanto d’aiuto ma essenziale. Mentre l’Ue si impegna per rafforzarsi contro le crescenti sfide, la presenza di una Turchia democratica è indispensabile”.
Imamoglu nell’editoriale ha anche accusato di “populismo autoritario” il presidente Erdogan. “L’ondata globale di regresso democratico potrebbe essere iniziata in Turchia. Ritengo che anche la resistenza (a questo) inizierà da qui”, ha concluso Imamoglu.