Succo d’arancia: boom dei prezzi, c’entrano raccolti ma pure Covid
(Keystone-ATS) Il prezzo del succo d’arancia è in forte aumento in tutto il mondo e lo si nota anche nei supermercati svizzeri.
Il litro di bevanda fresca che prima costava 1,90 franchi presso Migros (linea M-Budget) e Coop (Prix Garantie) oggi viene venduto a 2,60 franchi, riferisce 24 Heures. Una crescita del 37% che è dovuta in particolare alla situazione catastrofica in Brasile, primo produttore mondiale, ma anche ai cambiamenti di abitudini provocati dal Covid.
“I cattivi raccolti dovuti al maltempo, alle malattie delle piante o alla siccità nei principali paesi di origine hanno portato a una carenza di succo d’arancia”, spiega al quotidiano vodese Kevin Blättler, portavoce di Coop. Inoltre, le scorte sono in caduta libera in Brasile.
“Migros trasferisce sistematicamente le variazioni del prezzo di acquisto delle materie prime o dei costi sul prezzo di vendita allo scaffale”, osserva da parte sua Tristan Cerf, addetto stampa di Migros, a sua volta contattato dal giornale. Questo vale sia per gli aumenti che per le diminuzioni.
Il mondo delle arance è impazzito? Un po sì, risponde 24 Heures. Il prezzo del suo succo è ai massimi storici: dall’inizio dell’anno i relativi derivati segnalano un aumento di quasi il 50%, indica alla testata John Plassard, specialista degli investimenti presso la banca Mirabaud.
E l’impennata è ancora più spettacolare se si considera un arco temporale di qualche anno. “Una tonnellata di succo d’arancia puro era scambiata a 500 dollari nel 2021, poi a 900 dollari nel 2023 e ora a 1200, addirittura 1300 dollari”, spiega Emmanuel Vasseneix, presidente dell’Unione nazionale interprofessionale francese dei succhi di frutta, citato dal quotidiano Le Monde.
La pandemia di coronavirus è stata uno dei fattori principali di questo boom e non solo perché il costo dei trasporti, in un mondo più chiuso, è salito bruscamente. È stata una tendenza negli Stati Uniti a cambiare le cose: mentre in passato erano soliti evitare il succo d’arancia, considerato da tempo troppo ricco di zucchero, gli americani hanno rimesso la bevanda sul tavolo della colazione, come modo per fare il pieno di vitamina C. Un approccio che veniva visto come utile per aiutare a combattere gli effetti del Covid.
Oggi la situazione in Brasile – primo produttore davanti alla Florida e al Messico – spiega in gran parte l’ultima ondata di aumenti di prezzo. Gli aranceti brasiliani stanno soffrendo molto: la colpa è del drago giallo, un piccolo insetto di origine asiatica, noto anche come psille degli agrumi, che attacca le piantagioni: porta con con sé un batterio mortale, si nutre della linfa degli aranci e li uccide. A questo si sono poi aggiunte la siccità e le inondazioni.
La psille aveva già decimato gli aranceti della Florida una ventina di anni or sono. In Brasile gli alberi malati vengono sradicati, mentre la Florida ha deciso di conviverci. Nello stato americano danni enormi sono stati causati anche dagli uragani, in particolare nell’autunno del 2022.
Intanto il prezzo del frutto stesso, l’arancia, non è invece aumentato nei punti vendita elvetici. “È rimasto sostanzialmente stabile da Coop negli ultimi mesi”, conferma Blättler. In questo caso le arance provengono infatti dall’Unione Europea e non dall’America meridionale o centrale. “Il raccolto in Europa (Spagna, per la maggior parte) è stato risparmiato dalle malattie e si è svolto nelle solite proporzioni”. Il consiglio del giornalista di 24 Heures è quindi quello di optare per le spremute fatte in casa.