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Aprire il passo del San Gottardo tutto l’anno per ridurre le code

Passo del San Gottardo
Per ridurre il periodo di chiusura dagli attuali 210 a 150 giorni all'anno, servirebbero 300 milioni di franchi in lavori che durerebbero diversi anni.  KEYSTONE/Alessandro Della Bella

Una nuova mozione torna a chiedere al Consiglio federale di tenere aperta la strada del passo per fornire agli automobilisti un’alternativa alla galleria autostradale. Un’idea di cui si parla da decenni ma che il Governo ha finora sempre considerato troppo costosa. 

La primavera è ufficialmente iniziata da pochi giorni ma le belle giornate hanno già fatto capolino e la Pasqua si avvicina. Insomma, ci sono tutti i presupposti per iniziare a pianificare qualche gita fuori porta e, allo stesso tempo, cercare di evitare il traffico che puntualmente si crea sulle strade durante gli “esodi” dei fine settimana, i ponti o le feste. 

Allo scopo di ridurre gli ingorghi sull’asse nord-sud, che attraversa il San Gottardo, nella capitale federale è tornata in auge una vecchia proposta di cui si è già ampiamente discusso senza successo, ma che continua ad avere parecchi sostenitori. 

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Il consigliere nazionale argoviese Benjamin Giezendanner (UDC, destra conservatrice) ha infatti presentato una mozioneCollegamento esterno in Parlamento nella quale chiede nuovamente che il passo del San Gottardo resti aperto anche d’inverno. Un’operazione che permetterebbe, a chi fruisce delle strade, di avere tutto l’anno un’alternativa alla A2.  

Tuttavia, per rendere la strada percorribile, servirebbero ingenti lavori, riferisce la SonntagsZeitungCollegamento esterno che ha dato la notizia. Tra gli interventi necessari figurano la costruzione di paravalanghe, coperture parziali e nuovi raccordi. Secondo una stima dell’Ufficio federale delle strade, questi lavori di adattamento e messa in sicurezza richiederebbero un finanziamento di circa 300 milioni di franchi e sono alla base del niet espresso finora dal Consiglio federale a proposte simili.  

Sostegno ticinese 

Ciò nonostante, l’atto parlamentare di Giezendanner è stato sottoscritto da una sessantina di deputate e deputati. Tra i firmatari figurano soprattutto esponenti della destra liberale e della destra conservatrice (PLR e UDC). Ma ci sono anche alcuni outsider come il consigliere nazionale socialista ticinese Bruno Storni. 

Anche altri deputati dell’unico Cantone interamente a sud delle Alpi sostengono il progetto. Degli otto consiglieri nazionali in rappresentanza del Ticino a Berna, cinque appoggiano l’iniziativa: Bruno Storni (PS), Simone Gianini e Alex Farinelli (entrambi PLR), Paolo Pamini (UDC) e Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi in quota UDC). 

In base all’esperienza che si è accumulata negli ultimi anni, il Ticino è particolarmente vulnerabile in inverno, sostiene il consigliere nazionale liberale radicale Simone Gianini, citato dal giornale. “Nel caso capiti che debbano essere chiuse contemporaneamente la galleria autostradale e ferroviaria, il Ticino rischia l’isolamento dal resto della Svizzera”. Uno scenario che si è già concretizzato due anni fa, “con gravi conseguenze per il turismo e le relazioni commerciali”.  

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Un treno passeggeri esce sfrecciando dalla galleria in direzione nord.

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Il socialista Bruno Storni, da parte sua, afferma di sostenere la richiesta di Giezendanner “soprattutto affinché il passo possa essere utilizzato in primavera, nel periodo che precede la consueta apertura di metà maggio”. E che quindi gli ingorghi di Pasqua possano essere ridotti grazie a un collegamento già esistente. In linea di principio, Storni ritiene tuttavia che sia importante che le persone viaggino verso sud principalmente in treno.  

Le proposte precedenti 

Poco più di un anno fa, nel dicembre 2023, anche un altro consigliere nazionale ticinese, Alex Farinelli (PLR), sottopose al Consiglio federale la questione dell’apertura anticipata del passoCollegamento esterno del San Gottardo.  

La risposta dell’Esecutivo è stata la seguente: “La strada del passo del San Gottardo viene chiusa il più tardi possibile in autunno e aperta il più presto possibile in primavera. I tempi di chiusura o apertura sono determinati dalla valutazione del rischio posto dai pericoli naturali e dalla necessità di garantire la sicurezza stradale. Il Consiglio federale non vede la possibilità a breve termine di aprire prima la strada del passo del San Gottardo per migliorare l’accessibilità al Ticino”. 

Per ottenere una riduzione del periodo di chiusura dagli attuali 210 a 150 giorni all’anno, spiegava ancora il Governo rispondendo a Farinelli, sarebbe necessario investire almeno 300 milioni di franchi in lavori che durerebbero diversi anni. 

Dopo il dramma del 2001 

Facendo un ulteriore salto indietro di oltre vent’anni, anche l’allora senatore Dick Marty aveva raccomandato al Consiglio federaleCollegamento esterno di “studiare e adottare le misure atte a rendere più sicura la strada del passo del San Gottardo durante la stagione invernale, in modo che quest’asse possa essere mantenuto aperto il più a lungo possibile”. 

La proposta seguiva di poche settimane il tragico incidente avvenuto in galleria nell’ottobre del 2001. Nello scontro tra due camion morirono undici persone. 

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camion in fiamme in galleria

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La strada del passo, sosteneva Marty, “è in ottimo stato, è larga ed oggetto di una buona manutenzione. Ciononostante, è aperta solamente per un periodo molto breve, da giugno ad ottobre. Con una migliore protezione dalle valanghe, il periodo di apertura potrebbe essere ampliato”. 

Anche in quell’occasione, come in diverse altre, l’Esecutivo respinse la raccomandazione. Nella risposta a Marty, si legge inoltre che l’idea era “già stata analizzata in modo approfondito nel 1990”. E che “i risultati di questa analisi sono essenzialmente validi ancora oggi”. Ossia, servono lavori di sicurezza – e quindi finanziamenti – che, malgrado l’insistenza della politica, i vari governi che si sono succeduti non intendono sostenere. 

C’è chi dice “no” 

Le opposizioni si ritrovano anche al di fuori del Consiglio federale. Interpellato dal foglio domenicale, il consigliere nazionale urano del partito del Centro, Simon Stadler, ha espresso scetticismo: “Non credo che rendere il passo accessibile tutto l’anno possa alleviare la pressione sulle nostre strade”.

Il deputato preferirebbe altre due opzioni: impedire temporaneamente l’accesso alle tratte cantonali alle persone non residenti quando il traffico è particolarmente elevato oppure convincere i gestori di dispositivi GPS a non mostrare più agli automobilisti i percorsi che attraversano i villaggi. 

Due anni fa, il Parlamento cantonale del Canton Uri aveva poi approvato anche un altro progetto controverso: una mozione con cui chiedeva, tra le altre cose, di introdurre un sistema di prenotazione digitale per i mezzi in transito come condizione per attraversare il traforo autostradale. 

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L’atto parlamentare chiedeva al Governo cantonale di elaborare un’iniziativa da sottoporre al legislativo federale (visto che le autostrade gestite a livello nazionale). La proposta auspicava l’introduzione di un sistema di prenotazione online che permetta il transito in precise finestre orarie. 

Anche di questa proposta, per ora, non si è fatto niente ma la ricerca di soluzioni non sembra volersi arrestare.  

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