Quattro svizzeri su cinque vogliono vietare i telefoni in classe
La popolazione elvetica è ampiamente favorevole a un divieto sistematico degli smartphone a scuola. È quanto emerge da un sondaggio dell’istituto Sotomo.
I telefonini devono essere vietati nelle scuole? L’82% delle 2’754 persone di età superiore ai 18 anni intervistate nella Svizzera tedesca e francese dall’istituto Sotomo ha risposto di sì.
Il sondaggio, pubblicato domenica, mostra anche che a schierarsi per un divieto non sono solo le persone più in là con gli anni. Anche il 64% dei e delle giovani tra i 18 e i 25 anni si è detto favorevole a una simile misura.
Le donne (87%) sono più favorevoli a un’interdizione degli smartphone nelle scuole rispetto agli uomini (78%). E il sostegno alla misura è più forte tra coloro che hanno completato un apprendistato o hanno lasciato la scuola dopo la formazione obbligatoria (86%) rispetto a coloro che hanno una formazione universitaria (76%).
Secondo gli autori e le autrici dello studio, il crescente consenso per il divieto dei telefoni a scuola è dovuto a una maggiore consapevolezza dei rischi. In particolare, vengono evidenziati problemi di concentrazione, dipendenza e i disturbi nelle interazioni sociali.
Un provvedimento già applicato in diverse scuole
La presidente della Conferenza dei direttori cantonali dell’istruzione pubblica (CDIP), Silvia Steiner, aveva chiesto a settembre un divieto generale dei telefoni cellulari nelle scuole. Le persone hanno in qualche modo “dimenticato” come comunicare tra loro in modo diretto, aveva deplorato la direttrice del Dipartimento dell’istruzione del Canton Zurigo sulle pagine del Tages-AnzeigerCollegamento esterno.
In Svizzera questo divieto generale non esiste. Essendo la scuola di competenza cantonale, sono i diversi Cantoni a dover statuire sull’argomento. I singoli istituti possono inoltre emanare regole specifiche.
Ad esempio, in Ticino il regolamentoCollegamento esterno prevede che “nel perimetro dell’istituto scolastico i dispositivi tecnologici di comunicazione personali sono spenti e non visibili fisicamente”. L’uso didattico degli smartphone è possibile ma solo se autorizzato dal corpo insegnante.
Negli ultimi mesi, però, diversi istituti hanno dato un giro di vite. A Würenlos, nel Canton Argovia, il divieto di usare gli smartphone a scuola è una realtà già da diversi anni.
A Neunhof, vicino a Baden, gli allievi delle superiori devono riporre i loro telefonini in una scatola all’inizio delle lezioni. “Abbiamo notato una maggiore interazione tra gli studenti e speriamo di ridurre la pressione derivante dai continui stimoli digitali”, ha spiegatoCollegamento esterno alla Radiotelevisione svizzera RSI il direttore dell’istituto Reto Geismann.
Nella maggior parte dei Cantoni della Svizzera francese, i telefoni devono invece rimanere spenti durante i corsi.
Una tendenza globale
Il dibattito è d’attualità in tutti i Paesi europei. In Italia a partire dal prossimo anno scolastico sarà in vigore il divieto assoluto di utilizzo degli smartphone in classe, anche per fini educativi e didattici, dalla scuola dell’infanzia fino alle medie.
Anche in Spagna, diverse comunità autonome – competenti in ambito scolastico – hanno legiferato per vietare il telefono in classe ai minori di 14 anni. Lo stesso ha fatto la Gran Bretagna per chi ha meno di 16 anni. Gli istituti britannici hanno un certo margine di manovra e possono scegliere tra l’opzione più radicale, ovvero quella di obbligare allievi e allieve a lasciare il telefono a casa, o scegliere se permettere di portarli con sé in classe a patto che siano spenti.
La Francia sta sperimentando in 200 scuole una “pausa digitale” per gli allievi e le allieve fino ai 15 anni. La regola prevede che gli alunni consegnino i dispositivi all’ingresso della scuola. Se l’esperienza darà risultati positivi, sarà estesa a tutto il Paese.
Nei Paesi Bassi, il Governo ha invitato le scuole a vietare lo smartphone in classe. Un appello seguito da diversi istituti.
In Germania non esiste un divieto generale. Ogni Land ha la competenza di agire come meglio crede. Da sottolineare però il caso della Baviera, che sin dal 2006 prevede l’obbligo di spegnere il telefonino una volta varcati i cancelli della scuola.
Non solo cellulari, ma anche TikTok
Un altro tema che tiene banco è l’eventuale messa al bando per i più giovani della rete sociale TikTok. L’app gestita dalla società cinese ByteDance è da tempo al centro delle critiche negli Stati Uniti e in molti Paesi occidentali per motivi di protezione dei dati. Il social network è accusato di raccogliere indebitamente dati sugli utenti.
Dal sondaggio di Sotomo emerge che il 68% delle persone intervistate è a favore di una simile misura. L’aspetto che più sorprende è che anche nella classe d’età tra i 18 e i 25 anni la maggioranza (il 60%) è a favore di un divieto, malgrado sia proprio questa generazione a rappresentare la principale utenza di TikTok.
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