Altro che cioccolato e orologi, la Svizzera è la patria dei casinò
La Svizzera, territorio grande un terzo del Nord Italia e con una popolazione inferiore a quella della Lombardia, attualmente ospita 21 case da gioco, di cui ben tre solo in Ticino. Come si è giunti a una simile situazione?
Contrariamente all’Italia, la storia delle case da gioco in Svizzera è recentissima. Se i quattro casinò italiani – Campione d’Italia (fondato 1917 e chiuso nel 1919, poi riaperto nel 1933), Sanremo (legale dal 1928), Venezia (casinò moderno dal 1936), e Saint Vincent (1947) – vantano ormai una lunga tradizione nella storia del gioco d’azzardo legalizzato, la Svizzera non può dire la stessa cosa.
Nel 1874 nella nuova Costituzione federale (la prima risale al 1848Collegamento esterno) vengono infatti vietate le case da gioco. Quelle esistenti, nate con l’avvento del turismo nel XIX secolo nelle stazioni terminali o nelle località di villeggiatura, hanno dovuto chiudere entro la fine del 1877. Saxon, nel Canton Vallese, che gestiva un casinò simile a quello di Monte Carlo, perse così il suo ruolo di località mondana.
Restano però permessi i giochi cosiddetti di svago ma unicamente nei Kursaal con una posta limitata prima a due franchi e dal 1898 a cinque franchi. Giocatori desiderosi di fare puntate superiori hanno dovuto ripiegare per tutto il XX secolo sulle case da gioco estere in prossimità della frontiera (Evian e Divonne in Francia, Campione d’Italia e Costanza in Germania).
È solo negli anni ’90 del secolo scorso che la Confederazione rivede le sue posizioni. Per rimpolpare la casse federali, infatti, il popolo elvetico nel marzo 1993 viene invitato dal Governo federale ad abrogare il divieto delle case da gioco. Un appello seguito dal 72,5% dell’elettorato. Sulla base della nuova disposizione costituzionale e della legge federale sul gioco d’azzardo e le case da gioco, entrata in vigore il primo aprile 2000, il Consiglio federale ha rilasciato concessioni a 21 case da gioco che hanno iniziato la loro attività tra luglio 2002 e novembre 2003.
Le prime concessioni scadono a fine 2024. Il 29 novembre 2023 il Governo federale ha rilasciato 22 concessioni per i prossimi vent’anni (2025-2044): 20 a case da gioco esistenti e due a nuovi concessionari, i futuri casinò di Winterthur e Losanna. Entrambi hanno ottenuto la concessione “A”.
Il casinò di Sciaffusa, che non ha ottenuto il rinnovo, chiuderà i battenti a fine 2026 e non a fine 2024, grazie a una proroga del Consiglio federale, in attesa che apra il nuovo casinò di Winterthur.
I casinò in Svizzera, che offrono in totale 235 tavoli da gioco, 4’455 slot machine e registrano 3,6 milioni di ingressi (dati 2023), sono divisi in due categorie: quelli che hanno ottenuto la concessione “A”, i nuovi Grand Casinò, e quelli che hanno ottenuto la concessione “B”, i successori dei vecchi Kursaal.
I casinò con la concessione “A” offrono una gamma completa di giochi da tavolo. Per la concessione “B” l’offerta si limita al gioco della boule e/o della roulette nonché agli apparecchi automatici per i giochi d’azzardo con un potenziale minore di perdita e di vincita.
Nelle case da gioco di tipo B, la posta massima per i giochi in denaro automatizzati è di 25 franchi.
Oggigiorno si può constatare come la distinzione fra concessioni A e B sia irrilevante per le dimensioni e la cifra d’affari di una casa da gioco: il casinò Admiral di Mendrisio, con concessione “B”, da anni è il più redditizio in Svizzera.
Perché la Confederazione ha concesso ben 22 licenze su un territorio relativamente piccolo? Una concentrazione elevata che porta la Svizzera a essere considerata la patria del casinò mentre i luoghi comuni la associano ancora semplicemente a cioccolato e orologi.
Il Consiglio federale ha suddiviso territorialmente la Svizzera in 23 zone non a caso (attualmente le concessioni sono 22 perché le condizioni per concedere la licenza nella zona di Sciaffusa non erano date).
Per ottenere una concessione di tipo “A”, il luogo scelto per il casinò deve essere all’interno di un’area che permetta alla casa da gioco di realizzare un prodotto lordo annuo superiore a 30 milioni di franchi. Secondo il Consiglio federale, ciò è possibile se nel raggio di 30 minuti di viaggio abitano circa 300’000 persone.
Per una concessione “B” il casinò deve avere un prodotto lordo annuo superiore a 10 milioni di franchi. Questo è possibile se a una distanza di viaggio di 30 minuti abitano circa 100’000 persone.
Considerato che inizialmente le case da gioco erano in località turistiche, in alternativa, questa condizione sulla redditività può essere adempita anche in altro modo, ovvero grazie a un’elevata percentuale di turisti tra la clientela. È il caso dei casinò di St. Moritz, Davos e Interlaken, tutte note mete del turismo estivo e invernale che non superano un prodotto lordo annuale di 10 milioni di franchi come richiesti dalla concessione.
Ticino, concentrazione di casinò
Una riflessione a parte la merita il Canton Ticino. Su un territorio esiguo abitato da poco più di 350’000 persone, il Ticino vanta ben tre casinò, due con concessioni “B” (Mendrisio e Locarno) e uno, quello di Lugano, con la concessione “A”. A questi tre va aggiunto quello di Campione d’Italia che dista in linea d’aria a pochissimi chilometri da Lugano. Quattro casinò in un fazzoletto di terra per intercettare soprattutto la clientela italiana.
Da anni il casinò Admiral di Mendrisio, situato a soli 5 minuti dall’Italia (dogana di Chiasso-Brogeda), sebbene abbia una licenza “B” è la casa da gioco che registra il miglior prodotto lordo in tutta la Svizzera (la differenza tra puntate giocate e vincite pagate, o per dirla più semplicemente, le perdite dei giocatori). Seguendo i criteri fissati dalla Confederazione, a distanza di 30 minuti di viaggio, Mendrisio può contare sulla vicina Lombardia densamente abitata. Come Lugano anche Mendrisio ha approfittato della chiusura nel 2018 del Casinò Municipale di Campione d’Italia. Oggi il casinò Admiral offre ai suoi clienti 27 tavoli e 340 slot machine.
Anche le cifre registrate dal casinò di Lugano sono importanti nonostante la concorrenza di Mendrisio e soprattutto di Campione d’Italia. Nel 2018 Lugano ha conosciuto un’impennata improvvisa proprio grazie alla chiusura del suo diretto concorrente italiano: da 31 milioni di franchi il prodotto lordo dei giochi è passato a 44 milioni, pari a un aumento di oltre il 40%. Con la riapertura di Campione nel gennaio 2022, le entrate del casinò di Lugano si sono stabilizzate. Come Mendrisio, anche il Kursaal di Lugano può contare sulla vasta clientela italiana, soprattutto lombarda. A Lugano i giocatori oggi possono contare su 28 tavoli e 487 apparecchi automatici.
Il Casinò di Locarno rappresenta una struttura di svago per tutta la regione, che si estende dal nord del Ticino alle province italiane di Verbania, Vercelli e Novara, comprendendo Stresa e la sponda varesina del Lago Maggiore. Tra i casinò ticinesi è quello più piccolo: oggi offre 5 tavoli e 160 apparecchi automatici. Contrariamente alle altre due case da gioco ticinesi, Locarno non ha approfittato della chiusura di Campione d’Italia: il bacino d’utenza è diverso e la distanza geografica si fa già sentire.
Il casinò municipale di Campione d’Italia, infine, da quando ha ripreso l’attività ha registrato entrate per 42.6 milioni di euro (circa 40 milioni di franchi) nel 2022 e 51 milioni di euro nel 2023 (circa 48 milioni di franchi). Prima della chiusura, la casa da gioco dell’enclave vantava un giro d’affari annuo superiore ai 90 milioni di franchi. Nonostante ciò, al momento del fallimento il casinò aveva un debito di 132 milioni di euro (circa 124 milioni di franchi).
In totale, nel 2023, i quattro casinò sul territorio geografico ticinese hanno raccolto 183 milioni di franchi. Una cifra paragonabile a quella del 2017 quando però Campione da solo registrava un fatturato attorno ai 90 milioni di franchi.
Il gioco online
La tecnologia ha modificato le abitudini delle persone e anche quelle dei giocatori. Nel 2019 la Svizzera ha perciò legalizzato per i giocatori elvetici l’offerta di servizi di gioco d’azzardo online. Questa normativa stabilisce che i casinò online devono essere gestiti da provider svizzeri autorizzati, mentre quelli stranieri sono fuorilegge. .
Se con alcune eccezioni il fatturato lordo dei casinò fisici è diminuito nel 2023, i casinò online stanno registrando una crescita costante. Come scrive la Commissione federale delle case da gioco nel suo rapporto annuale 2023Collegamento esterno, “si sta verificando uno spostamento dal settore terrestre a quello online, come in altri settori”. La cifra d’affari è così passata da 23 milioni di franchi nel 2019 a 285 milioni nel 2023.
Attualmente ci sono dieci casinò onlineCollegamento esterno in Svizzera. Tutti siti gestiti direttamente dalle società che detengono anche la concessione per le case da gioco fisiche.
Va chiarito che il primo casinò online ha aperto nel luglio del 2019. Sempre nel 2019 hanno aperto altri tre casinò online. Dei dieci siti online attivi, ben quattro hanno aperto solo alla fine del 2021. Questi dati spiegano in parte la progressione delle entrate.
In questi quattro anni è pure emerso che il mercato elvetico in rete è oggetto di attenzione da parte di soggetti che operano in modo illegale e che non possiedono una licenza valida in Svizzera. Questo ha dato luogo a diverse preoccupazioni, sia per le autorità regolatrici (soggetti a questioni come il potenziale decremento nella protezione dei giocatori e la riduzione delle entrate fiscali), sia per gli operatori autorizzati (che devono affrontare, per esempio, una concorrenza sleale). “Anche se la natura di questa sfida sia chiaramente compresa sia dalle autorità regolatrici che dagli operatori di casinò online – scrive sempre la Commissione nel suo rapporto – l’ampiezza effettiva del problema rimane poco chiara a causa della difficoltà di quantificare il mercato non autorizzato”.
Imposte sul gioco
L’articolo 2 della Legge federale sui giochi in denaroCollegamento esterno prevede che una buona parte del prodotto lordo dei giochi (PLG) delle case da gioco sia destinato all’assicurazione per la vecchiaia e i superstiti e all’assicurazione per l’invalidità (AVS), ovvero nelle casse della pensione svizzera.
In generale, la tassa sulle case da gioco dei casinò con concessione “A” confluisce al 100% nelle casse dell’AVS. Nel caso dei casinò con concessione “B” il 60% della tassa confluisce nelle casse dell’AVS e il 40% nel Cantone dove ha sede il casinò.
A loro volta i Cantoni non possono disporre a piacimento di questi introiti. Essi devono utilizzarli a scopi d’utilità pubblica, soprattutto in ambito culturale, sociale e sportivo. Solo per fare un esempio, parte delle imposte prelevate dal Canton Ticino sono state utilizzate per la realizzazione del Museo dei Fossili di Meride sul Monte San Giorgio, patrimonio mondiale dell’umanità, inaugurato nel 2012.
Ma quanto sono tassate le entrate dei casinò? L’aliquota di base sul prodotto lordo dei giochi realizzato nelle case da gioco fisiche ammonta al 40% fino a 10 milioni di franchi. Per ogni ulteriore milione di franchi, l’aliquota della tassa aumenta dello 0,5% fino a raggiungere un massimo dell’80%.
Per quanto riguarda il gioco online, l’aliquota di base ammonta al 20%. È applicata fino a 3 milioni di franchi di prodotto lordo dei giochi e, se questo importo viene superato, progredisce fino a raggiungere l’aliquota massima dell’80%.
Dall’apertura dei casinò, le case da gioco elvetiche hanno versato 8,1 miliardi di franchi svizzeri nelle casse dell’AVS e dei Cantoni.
Protezione dal gioco eccessivo
Considerata l’alta concentrazione di case da gioco, la Confederazione impone ai casinò ad adottare misure per proteggere i giocatori dal gioco eccessivo. Si devono innanzi tutto proteggere i minorenni, che non possono avere accesso alle case da gioco.
I casinò devono anche prevedere un piano di misure sociali a protezione dei giocatori. Questo significa maggiori informazione ai giocatori sulle inside del gioco, l’individuazione precoce dei giocatori a rischio, la limitazione del gioco e la moderazione del gioco nonché la formazione e la formazione continua del personale a cui è affidata l’esecuzione del piano di misure sociali.
La legge permette di escludere alcune persone dal gioco. Questa esclusione vale per tutti i casinò di tutta la Svizzera. Il giocatore può anche autoescludersi.
Infine, anche i Cantoni devono adottare misure contro il gioco eccessivo e offrire possibilità di consulenza e trattamento alle persone dipendenti dal gioco o potenzialmente tali.
Per l’attuazione di queste misure devono essere messi a disposizione lo 0,5% degli introiti lordi realizzati dalle singole case da gioco.
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