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Taxi in Svizzera, quanto mi costi

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I taxi autorizzati a Lugano sono riconoscibili dal logo della città. Ti-Press / Benedetto Galli

Se Zurigo e Ginevra sono tra le città d’Europa dove i taxi sono più cari, anche Lugano non sfigura in questa classifica poco allettante. È di fatto un servizio quasi di lusso che i cittadini e le cittadine residenti usano poco. Ma tutte le parti in causa sembrano avere le loro ragioni.

A Lugano ci sono 48 taxi autorizzati. Sono riconoscibili dalla luminosa con il logo della città e il numero del veicolo all’interno di un cerchio. Possono accedere a determinate aree di sosta, decise con il Municipio, hanno un tariffario preciso, anche questo concordato con il Dicastero sicurezza e spazi urbani della Città, e devono rispettare un certo numero di ore e turni di lavoro.

Poi ci sono i “non autorizzati”, che in quanto tali, possono applicare il tariffario che vogliono ma non hanno accesso agli stalli riservati. Se la convivenza tra queste due categorie ha suscitato non pochi malumoriCollegamento esterno, si parla meno del servizio taxi in quanto tale, delle sue tariffe e di come potrebbe migliorare.

Tassametri salati, quali soluzioni?

I taxi in Svizzera sono cari, è un dato di fatto. Se ne sono occupate inchiesteCollegamento esterno, lo conferma il generale rincaro dei servizi e della vita nel nostro Paese e un sondaggio di qualche anno faCollegamento esterno che annoverava i taxi di Lugano tra i più cari d’Europa, dopo Zurigo e Ginevra.

Ma come sono avvertiti dai cittadini? Si pensa al taxi se nessuno può venirci a prendere in stazione, se è tardi e gli autobus non sono più in servizio o semplicemente si deve raggiungere un posto senza la propria auto? Sembrerebbe di no. A Lugano la tariffa minima a tratta è di 18 franchi. Quando il taxi carica il cliente si parte da 6 franchi, poi ogni chilometro costa 4,60 franchi mentre sale a 5,20 franchi dalle 22 alle 6 di mattina. Per fare un confronto: un biglietto di andata e ritorno a Milano con il treno regionale TILO costa circa 30 franchi. Immaginiamo di tornare in stazione a fine giornata: se si decide di prendere un taxi, si spende quasi la stessa cifra per fare un tragitto ipotetico di 5 chilometri verso casa o un luogo dove si alloggia.

Tutto in linea con il carovita, con gli standard dei servizi in Canton Ticino e nella Svizzera, certo. Ma forse il servizio taxi in quanto tale non è cambiato di pari passo con la società e le sue trasformazioni. I tassisti autorizzati non sarebbero a priori contrari a un abbassamento dei prezzi, per rendersi un’alternativa più accessibile a tutti i cittadini e non solo ai turisti o agli utenti agiati che, a quanto pare, insieme, rappresentano il target preponderante.

Ma una riduzione per loro significherebbe svolgere un lavoro senza alcun guadagno. “È un ragionamento che abbiamo fatto ma non funziona, abbiamo troppe spese: affitto, cassa malati, leasing dell’auto, l’autorizzazione annuale e tutto il resto. Dovremmo fare venti corse al giorno ma non succede mai. Ora in media ne facciamo dieci se va bene” dice un tassista autorizzato che lavora a Lugano da oltre dieci anni. Le cose sono molto cambiate in questi ultimi decenni: “Non è più come una volta. Prima lavoravamo molto con le scuole internazionali, poi un altro grande cambiamento per noi è stata la chiusura dell’Aeroporto di Agno. E infine è arrivato il Covid, una botta micidiale”.

“Il taxi non rientra nel concetto di trasporto pubblico”

In merito ai prezzi dei taxi della città, l’avvocato Karin Valenzano Rossi, responsabile del dicastero Sicurezza e Spazi Urbani di Lugano, commenta: “Non ci risultano evidenze che in termini reali le tariffe siano effettivamente le più care. Detto questo, Lugano è una città più piccola rispetto a Zurigo o Ginevra e possono concorrere diversi fattori. La città ha adeguato la tariffa al carovita, le richieste dei tassisti erano ancora più alte. Il costo elevato non mi sembra essere una particolarità di Lugano. Il servizio è in linea con il costo della vita”.

E sull’opportunità di trovare altre soluzioni per incentivare l’uso dei taxi con iniziative o prezzi agevolati in quanto servizio per i cittadini e non solo per i turisti, dice: “Il taxi non rientra nel concetto di trasporto pubblico. Il Municipio supporta quest’ultimo nell’ambito della sua politica riferita alla mobilità cittadina, non è invece suo compito incentivare il trasporto con i taxi. La città certamente riconosce un’utilità pubblica dei tassisti e per questo regolamenta con l’ordinanza l’utilizzo dello spazio pubblico, assicurando un servizio commisurato al fabbisogno della città”.

Lunghe attese tra un cliente e l’altro

Una cosa è certa: i tassisti vorrebbero lavorare di più. Ci sono lunghe attese tra un cliente e l’altro, la concorrenza con le compagnie di taxi privati è alta, anche se in Ticino non ha preso piede il fenomeno Uber, e infine ci sono le spese da sostenere. Anche la scelta di veicoli più raffinati e di uno standard elevato è in linea con la richiesta di un certo target di utenza.

Ma anche in questo caso un leasing più costoso e le spese di manutenzione più alte significano conti più salati. Accade anche nell’altra città ticinese considerata più “turistica”, soprattutto durante le manifestazioni che la animano, Locarno. Anche qui alcuni tassisti interpellati lamentano una mancanza di lavoro. A questo proposito Elena Zaccheo, responsabile del dicastero Sicurezza della Città di Locarno dice: “Con noi non hanno sollevato la questione. Hanno una sorta di “cartellino rosa” con cui possono entrare nelle manifestazioni chiuse, poi accanto alla Rotonda abbiamo concesso dei permessi speciali per prendere i clienti che hanno bisogno di un taxi. Inoltre lavorano abbastanza quando c’è la movida del weekend e hanno una collaborazione stabile con l’Ospedale La Carità e la Clinica Santa Chiara. Certo è anche vero che non abbiamo ancora delle attrattive turistiche che si ampliano tutto l’anno”.

La questione tariffe, invece, è a dir poco definita: “Confermo, le tariffe non sono nell’attuale ordinanza. Stiamo aspettando una disposizione cantonale che non arriva. Era una mozione per fare in modo che tutti i tassisti autorizzati avessero lo stesso tariffario. Se non si smuove niente, provvederemo noi”. Il rischio infatti è che i tassisti non abbiano delle tariffe aggiornate e precise, anche per gli utenti.

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A Lugano i taxi non hanno per ora diritto a usare le corsie preferenziali degli autobus. Keystone-ATS

Le tanto ambite corsie degli autobus

Un altro aspetto molto dibattuto sono le corsie preferenziali degli autobus, soprattutto a Lugano dove c’è un evidente problema di traffico.“Questo sarebbe il primo passo per far pagare meno la clientela” dice un tassista autorizzato.

“Se siamo in coda per venti minuti, la tariffa sale e non è giusto né per noi né per l’utente. Spesso i turisti non conoscono le nostre ordinanze e non capiscono perché non possiamo accedere alle corsie degli autobus invece di stare fermi nel traffico.”

Karin Valenzano Rossi replica: “Stiamo portando avanti la richiesta. Il territorio non è immenso, Lugano ha poche corsie preferenziali per gli autobus e limitate ad alcune zone. Questo porta a dover coordinare anche i semafori. Stiamo facendo delle valutazioni per capire se è possibile ma è chiaro che non deve ostacolare il trasporto pubblico, che al momento non vede di buon occhio la condivisione dello spazio. Sulla carta sembra facile, nella realtà non lo è affatto perché la sincronizzazione dei nodi semaforici non è scontata. Dal profilo politico vorremmo, da quello pratico le complicazioni non sono indifferenti”.

Alcuni dei tassisti interpellati commentano: “È una cosa risolvibile, non saremmo un ostacolo davanti al semaforo, possono capitare al massimo uno o due taxi ma molto raramente. Anche se è un investimento, i tempi sono maturi. Bisogna trovare una sinergia affinché tutta la città diventi moderna come desidera il Municipio”.

Per ora secondo Valenzano Rossi i miglioramenti riguardano maggiormente la riconoscibilità dei taxi autorizzati: “Si può fare qualcosa in più” e aggiunge” So che Lugano ha un tema di traffico difficile e capisco anche le loro difficoltà”. Per quanto riguarda Locarno, Elena Zaccheo auspica una maggiore collaborazione: “È un vantaggio anche per noi cercare quella serenità che porta un valore aggiunto per entrambe le parti. È inutile farsi la guerra, bisogna cercare soluzioni, anche non eccezionali, per raggiungere un servizio interessante per tutti.”

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