L’assistenza sanitaria in Svizzera sarà finanziata in modo uniforme
Il popolo elvetico ha accettato il nuovo sistema di finanziamento delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie. La storica revisione dovrebbe migliorare l’efficienza dell’assistenza sanitaria in Svizzera e ridurne i costi. I sindacati rimangono scettici.
I trattamenti ospedalieri e ambulatoriali in Svizzera saranno d’ora in poi finanziati allo stesso modo: i Cantoni pagheranno poco più di un quarto del conto e le compagnie assicurative copriranno il resto.
Domenica, la maggioranza del popolo svizzero (53,3%) ha accolto il nuovo sistema di finanziamento uniforme dei servizi sanitari voluto dal Governo e dalla maggioranza del Parlamento. La partecipazione si è attestata al 44,9%.
È una delle riforme più radicali degli ultimi anni della LAMal, la legge federale sull’assicurazione malattie. In vigore dal 1996, la LAMal prevede l’obbligo assicurativo delle cure medico-sanitarie per tutte le persone che risiedono in Svizzera.
La votazione ha evidenziato una volta di più il divario di opinioni tra i Cantoni germanofoni, tutti favorevoli alla riforma, e quelli francofoni, dove la quota di voti contrari ha superato il 65% a Ginevra e a Neuchâtel. In Ticino, una stretta maggioranza ha accolto la revisione.
La votazione odierna crea le basi per un sistema sanitario orientato al futuro ed efficiente in termini di costi, afferma l’associazione mantello degli ospedali svizzeri H+. La riforma è fondamentale per portare avanti il passaggio verso un uso preponderante dei trattamenti ambulatoriali, richiesto dalla politica e sensato dal punto di vista medico, sostiene H+.
Il finanziamento standardizzato promuove la fornitura di servizi più economici e appropriati per la salute, oltre a coinvolgere i Cantoni e le casse malati [ovvero le compagnie assicurative, ndr] in tutti i settori dell’assistenza, indica H+ in un comunicatoCollegamento esterno.
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Per l’associazione degli assicuratori malattia Curafutura, quella presa dal popolo elvetico è una decisione storica. La novità rafforzerà l’assistenza, renderà possibili notevoli risparmi mantenendo lo stesso livello di qualità delle cure e ridurrà sensibilmente l’onere legato ai premi, scrive Collegamento esternoCurafutura.
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider definisce il “sì” odierno una “tappa significativa nello sviluppo del nostro sistema”. Si tratta di un passo avanti che porterà più trasparenza, mantenendo la qualità delle cure, secondo la titolare del Dipartimento federale dell’interno.
Questo cambiamento, scaturito da “quattordici anni di intensi lavori parlamentari”, comporterà un alleggerimento dell’onere dei premi di cassa malati per gli assicurati, dichiara Baume-Schneider.
>> La cronaca e le reazioni di questa giornata di votazioni nell’edizione serale del TG:
Che cosa cambia con la revisione accettata oggi?
Attualmente, le prestazioni coperte dall’assicurazione sanitaria obbligatoria sono finanziate in modo diverso.
Le cure ambulatoriali sono interamente a carico delle casse malati (e quindi di chi versa i premi), mentre per quelle stazionarie le compagnie assicurative contribuiscono al massimo nella misura del 45%, contro il 55% minimo pagato dai Cantoni (tramite il gettito fiscale). Le cure a lungo termine nelle case di riposo e nell’assistenza a domicilio ricadono invece al 54% sugli assicuratori e al 46% sui Cantoni.
Con la modifica della LAMal che introduce la riforma – nota anche con la sigla di EFAS – tali differenze spariranno, per lasciar spazio a una chiave di ripartizione unica. In tutti i casi, che si tratti di una visita medica, di un ricovero ospedaliero o di qualsiasi altro servizio, i Cantoni copriranno almeno il 26,9% delle spese e le casse malati al massimo il 73,1%.
Gli obiettivi della riforma sostenuta dalla maggior parte degli operatori del settore sanitario sono molteplici: eliminare i falsi incentivi, favorire le cure ambulatoriali, evitare i ricoveri inutili e ridurre i costi. Il potenziale di risparmio potrebbe essere di 440 milioni di franchi all’anno, secondo uno studio commissionato dall’Ufficio federale della sanità pubblica.
D’ora in poi sapremo chi paga cosa, per quali servizi e in quale momento della vita, mentre oggi nessuno è in grado di dirlo, sottolinea Benjamin Roduit, deputato del Centro e membro del comitato favorevole.
Il nuovo regime uniformato si applicherà a partire dal 2028, o dal 2032 (periodo di transizione) per le cure di lunga durata.
Un buon rimedio per la popolazione, ma non una pillola magica per il sistema
La Conferenza dei direttori e delle direttrici cantonali della sanità (CDS) è soddisfatta del sostegno alla riforma per un finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie. Tuttavia, questa novità non sarà la pillola magica in grado di risolvere tutti i problemi del sistema, sottolinea l’organo.
Secondo la CDS, la popolazione svizzera beneficerà del cambiamento in due modi: come pazienti, si apre la strada a un maggior numero di trattamenti ambulatoriali e a una riduzione dei ricoveri ospedalieri non necessari; come pagatori di premi, le persone assicurate ne trarranno vantaggio perché i Cantoni cofinanzieranno in futuro anche le cure ambulatoriali, frenando così l’aumento delle fatture, sostiene la CDS.
La riforma, aggiunge l’organo, non risolve però tutti i problemi, bensì “pone le basi per ulteriori passi avanti” in questo ambito.
I sindacati temono un peggioramento dell’assistenza sanitaria
L’Unione sindacale svizzera (USS), che aveva sostenuto il referendum contro la riforma, afferma al contrario che il nuovo sistema di finanziamento uniforme è una pessima notizia per persone assicurate, pazienti e personale curante.
Il rischio è quello di un aumento dei premi di cassa malattia e di una maggiore pressione sulla qualità delle cure e sul personale, indica il sindacato in un comunicatoCollegamento esterno. Durante la campagna, il Governo svizzero e chi ha sostenuto il progetto hanno fatto promesse che non potranno essere mantenute, ritiene l’USS.
I sindacati sono dell’avviso che la riforma concede troppo potere alle compagnie assicurative. Queste ultime sono percepite in perenne conflitto di interessi, poiché sono responsabili istituzionalmente della gestione dell’assicurazione obbligatoria ma, allo stesso tempo, sono costantemente alla ricerca di una nuova clientela per le loro assicurazioni complementari.
>> Il personale infermieristico denuncia da anni le condizioni di lavoro negli ospedali svizzeri, come illustra questo articolo.
La riforma accolta domenica porterà a conseguenze imprevedibili, deplora il sindacato Unia, secondo cui sono necessarie misure urgenti per ridurre l’onere dei premi di cassa malati.
Nei prossimi anni, con l’invecchiamento della popolazione, il bisogno di assistenza a lungo termine aumenterà notevolmente, fa notare Unia. Ciò comporterà anche una crescita dei costi per le cure ambulatoriali e ospedaliere. Sono quindi necessarie soluzioni a tutti i livelli per finanziare il sistema sanitario in modo socialmente sostenibile, auspica il sindacato.
Battaglie future per più solidarietà tra persone sane e malate
Malgrado la sconfitta, la campagna contro l’EFAS ha avuto il merito di aprire un dibattito sull’argomento, afferma Christian Dandrès, presidente del Sindacato svizzero dei servizi pubblici, all’origine del referendum.
Secondo Dandrès, le questioni in gioco in questa riforma andavano oltre l’assistenza ospedaliera e ambulatoriale. Riguardavano ad esempio anche il potere delle casse malati e la diffusione della logica tecnocratica che esiste negli ospedali e nelle cure alle persone anziane.
Le battaglie più importanti devono ancora arrivare, avverte Dandrès. Bisogna tornare a una legge sull’assicurazione malattie “che mostri solidarietà tra sani e malati e tra ricchi e poveri”.
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