Taiwan, via libera Usa alla vendita d’armi per 360 milioni
(Keystone-ATS) Gli Stati Uniti hanno dato il via libera alla vendita di armi a Taiwan per 360 milioni di dollari, tra mini-missili e droni.
L’Agenzia per la cooperazione e la sicurezza della difesa del Pentagono, ha riferito che l’operazione “contribuirà a migliorare la sicurezza dell’isola e aiuterà a mantenere la stabilità politica, l’equilibrio militare e il progresso economico nella regione”.
La vendita, destinata ad alimentare le proteste della Cina, include i ‘mini-missili’ munizioni antiuomo e anti-armatura Switchblade 300 e le relative attrezzature” da 60,2 milioni di dollari, e droni Altius 600M-V da 300 milioni, ha precisato l’agenzia.
Gli Stati Uniti sono obbligati per legge a fornire a Taiwan, su cui la Cina rivendica la sua sovranità, i mezzi per difendersi nonostante la mancanza di legami diplomatici formali, alimentando le reazioni rabbiose di Pechino. La Repubblica popolare ha intensificato la pressione militare contro Taipei, organizzando con maggiore insistenza manovre di guerra intorno all’isola, come lo scorso mese per l’insediamento del 20 maggio di William Lai alla presidenza dell’isola, considerato un “pericoloso separatista”.
Le munizioni sono piccoli missili guidati che possono volare intorno a un’area bersaglio finché non sono diretti contro il bersaglio ad attaccare ed erano attesi dalle forze armate taiwanesi, nell’ambito del completamento della risposta militare in caso di attacco cinese.
Il ministero della Difesa di Taiwan ha espresso i suoi ringraziamenti, soprattutto per gli sforzi degli Stati Uniti “volti ad aumentare le vendite di armi all’isola”, dato che Taipei si è ripetutamente lamentata di ritardi nelle consegne.
“A fronte delle frequenti operazioni militari dei comunisti cinesi intorno a Taiwan, questi prodotti di vendita d’armi concordate avranno la capacità di rilevare e colpire in tempo reale e potranno rispondere alle minacce nemiche con rapidità”, ha commentato il ministero in una nota. La pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan “richiedono la buona volontà della Cina” e la speranza è che “l’Esercito popolare di liberazione metta fine alle sue oppressive operazioni militari intorno a Taiwan e contribuisca congiuntamente alla stabilità regionale”.