Lorenzo Palumbo, 33 anni, domiciliato a Varese, insegnante di professione, l’inizio di questo nuovo anno scolastico lo avrebbe voluto affrontare da una cattedra di un liceo ticinese. Poco più di un anno e mezzo fa ha infatti partecipato a un concorso pubblico, arrivando primo e ottenendo dagli specialisti della Commissione giudicante il giudizio “ottimo”. Il posto di insegnate di musica però è stato assegnato alla seconda arrivata. Una ticinese. Considerata l’ottima impressione fatta ai commissari, Palumbo decide di impugnare la decisione davanti al tribunale amministrativo cantonale (Tram). La decisione del Tram dovrebbe cadere prossimamente.
Nel servizio facciamo raccontare a Lorenzo Palumbo la sua storia dal suo personale punto di vista. Una storia fatta emergere per primo dal sito infoinsubria.com. Il Dipartimento dell’educazione, come ogni autorità, non si esprime prima della sentenza del tribunale.
Una storia che solleva alcuni interrogativi che da tempo fanno riflettere in Ticino: è giusto dare la precedenza a un cittadino svizzero, o comunque a un domiciliato a scapito di un italiano, per esempio? Lo Stato deve riservare i posti di lavoro statali ai propri cittadini? La scuola italiana statale accetterebbe un ticinese domiciliato in Ticino come insegnante di ruolo? Tante domande che in un momento difficile per l’economia, rischiano di accendere ulteriormente gli animi al di qua e al di là dei confini.
Va però aggiunto che Lorenzo Palumbo, attualmente insegnante di ruolo in Italia (non è un lavoratore precario), al momento della possibile assunzione, si sarebbe immediatamente trasferito con la famiglia in Ticino. Non sarebbe stato un frontaliere.
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